Finalmente, anche in Brasile, ce l’hanno fatta: le ragazze della nazionale brasiliana sono riuscite ad ottenere l’equità salariale con i loro colleghi maschi. La decisione ha trovato luce ieri ed ha suscitato orgoglio in ogni parte del mondo.
“La CBF ha deciso di stanziare lo stesso importo per i bonus e le indennità giornaliere per uomini e donne, il che significa che le giocatrici guadagneranno lo stesso degli uomini”. Così il presidente della Federcalcio brasiliana Rogerio Caboclo ha voluto comunicare quella che è una svolta storica per tutto il movimento. Le giocatrici con la maglia verdeoro avranno gli stessi premi partita e lo stesso stipendio dei vari Neymar, Alisson, Thiago Silva… Provvedimento che entrerà in vigore già dalle prossime Olimpiadi di Tokyo dove tutte e due le nazionali sudamericane saranno protagoniste.
Molte le vittorie per questo ambito che hanno portato a questo ulteriore successo. La prima nazionale femminile ad ottenere l’equità salariale è stata quella australiana: nel gennaio del 2019 è riuscita a conquistare un vantaggio che fino a pochi anni fa era inimmaginabile. E da lì in poi l’hanno fatto da padrone i Paesi scandinavi come Finlandia e Norvegia. I due Paesi nordici hanno firmato un accordo storico per percepire lo stesso salario della nazionale maschile, che spesso ha fatto anche peggio nelle competizioni internazionali di quella femminile.
Scottante però la sconfitta ricevuta in tribunale dalla nazionale femminile statunitense, da sempre simbolo del calcio femminile. Morgan e compagne non sono riuscite a convincere il magistrato dello stato della Florida e si sono viste negare la proposta della parità salariale. I motivi? “La nazionale femminile è meno qualificata ed ha meno responsabilità rispetto ai loro colleghi di sesso maschile”. Motivazioni che non stanno né in cielo né in terra.
Come abbiamo appena vista, di passi in avanti bisogna farne ancora molti, ma sicuramente questa conquista da parte delle ragazze brasiliane saprà dare uno scossone a tutto il mondo del calcio in rosa.