La Serie B merita rispetto. Il campionato cadetto di quest’anno ha messo in palio tre promozioni per la A e, dopo undici giornate, le aspettative si stanno confermando con Parma e Ternana che stanno facendo la parte del leone, Genoa e Bologna che si contendono il terzo posto a cui vogliono aggiungersi Chievo, Brescia e Freedom. Senza poi dimenticare la lotta per evitare la Serie C in cui, a parte la Vis Mediterranea ultima in classifica, abbiamo otto squadre racchiude in sei punti.
Perciò è una B davvero avvincente, se non fosse per il fatto che il menefreghismo della Federazione è evidente. Cominciamo dalla visibilità, dove si era partiti dal trasmettere le partite sul canale Youtube della FIGC a farle vedere sull’applicazione Vivo Azzurro Tv, dove non solo devi per forza guardare tutta la partita senza poter tornare indietro di qualche secondo e rivedere l’azione, ma bisogna aspettare qualche giorno dopo che la gara venga ricaricata sulla piattaforma OTT della Federazione: non era meglio lasciarle su Youtube? Era proprio necessario fare questo passo che rischia di mandare all’oblio il valore del torneo cadetto?
E meno male che la Presidente della Divisione della Serie B Laura Tinari aveva detto che questa scelta era “una splendida notizia per tutto il movimento”.
Poi, nelle ultime due settimane ci sono stati due eventi che rischiano di minare, ancora di più, l’interesse della FIGC verso il femminile.
Cominciano da domenica scorsa, dove nel corso della gara tra Brescia ed Orobica (finita 6-1 per le biancazzurre, ndr) la calciatrice delle bergamasche Chiara Poeta subisce un brutto infortunio, ma la gara è stata sospesa per quasi un’ora di gioco, poiché l’ambulanza che era presente sul campo ha dovuto trasportare la giocatrice in ospedale e poi far ritorno al “Rigamonti” di Buffalora, per poi concludersi regolarmente grazie anche all’impianto di illuminazione presente nel centro sportivo. Il secondo riguarda ancora l’Orobica, in cui nella partita giocata l’altro ieri contro il Cesena, l’arbitro Mazzer di Conegliano s’infortuna verso la fine del primo tempo e, siccome i guardalinee non avevano l’abilitazione per dirigere l’incontro, si è deciso d’interrompere la gara e rimandare a data da destinarsi il secondo tempo.
Questi sono fatti che meritano di essere raccontati, perché la gente deve capire come sta funzionando il movimento nel nostro Paese, sebbene nelle nostre interviste che facciamo ci sia una fiammella di ottimismo. Ma la FIGC e la Divisione Serie B devono cominciare ad affrontare seriamente il tema anche nelle piccole cose, perché altrimenti rischiamo di mandare nel dimenticatoio un torneo come quello cadetto che merita solamente rispetto.