Due volte campionesse del mondo, una bionda e una mora, una coppia felicemente sposata. Si tratta delle due calciatrici Ali Krieger e Ashlyn Harris, ormai diventate icone mondiale ben oltre l’ambito sportivo, ma della vita quotidiana.
Recentemente, sono state intervistate da Cotton Condinha per la famosa rivista statunitense Allure. Le tematiche affrontate rivelano che la Nazionale Femminile degli Stati Uniti è più che un squadra, ma un movimento. Si combatte per vincere, equal pay, diritti delle donne, qualsiasi cosa che si ha a cuore. È il carisma, il coinvolgimento nella vita sociale e social, il condividerlo che rende queste atlete speciali. La forza di usare la loro personalità e icona per fare di più.
Giocare per la stessa squadra (Orlando Pride) e Nazionale è una cosa bellissima, ma ha i suoi svantaggi. “La squadra viene prima”, dice Harris. “In realtà non [spesso] restiamo nella stessa stanza [in trasferta]. Se siamo nella stessa stanza, siamo in letti separati perché il sonno è una parte enorme del nostro recupero. Penso che sia la parte più difficile. Non ci divertiamo molto insieme. È difficile”.
Il calcio è un punto fermo della gioventù americana suburbana, ma non ha mai preso piede negli Stati Uniti nel modo in cui pompa attraverso il sangue del resto del mondo. Forse è perché non avevamo la squadra giusta prima. Ora l’USWNT genera milioni di dollari per il loro organo di governo e ha la maglia di calcio più venduta nella storia in una sola stagione. Inoltre, con il rinvio dell Olimpiadi il futuro dello sport è di nuovo messo a rischio. A livello di equal pay, le campionesse del mondo avevano fatto causa all’USSF per 67 milioni di $ riguardo il fatto di essere sottopagate se paragonate ai colleghi maschi. Il giudice ha respinto tale argomentazione.
“Stiamo cercando di stimolare le persone a sentirsi abbastanza forti da sostenere qualcosa che è importante per loro. E proprio ora, per noi, è l’equità salariale”, afferma Ashlyn Harris che sa cosa vuol dire non avere una comunità e non far parte di qualcosa ripensando alla gioventù in Florida giocando con i ragazzi.
“Entriamo nel campo e facciamo un lavoro. E lo facciamo davvero bene. E prosperiamo sotto quel tipo di pressione e possiamo essere super tranquille”, dice Krieger, “Ma dopo i 90 minuti, siamo di nuovo a combattere [per equità salariale]. Facciamo battaglie sul campo. E abbiamo molto successo, il che aiuta ancora di più la nostra causa”.
Harris e Krieger, hanno fatto apparizione pubblica della loro relazione lo scorso anno, si sono sposati a Miami a dicembre 2019 con un matrimonio che è stato definito: “the Royal Wedding”.
“Inizialmente, volevamo solo tenere una cerimonia privata”, afferma Krieger. “Eravamo tipo, ‘Risparmiamo i nostri soldi e preoccupiamoci dell’educazione dei nostri futuri bambini.’ E alla fine è stato come “Ascolta, condividiamo il nostro amore con il mondo. Possiamo rendere questo [matrimonio] un evento per la nostra comunità”. A volte mi sentivo come “Cosa stiamo facendo?” Ma no, stiamo salvando la vita delle persone [con la nostra visibilità], ed è quello che conta di più. Possiamo mettere da parte la nostra privacy per un momento ed essere come “Ne vale la pena”“.
Il matrimonio includeva una lettura della sentenza della Corte Suprema che ha legalizzato il matrimonio omosessuale a livello nazionale, e i tavoli da pranzo alla reception sono stati intitolati a icone dei diritti dei gay come come Marsha P. Johnson.
Inoltre il discorso del fratello di Krieger, Kyle: “Ragazze siete come un faro di luce per tutti le giovani donne e uomini LGBTQ, che hanno solo bisogno di qualcuno con cui guardare”.
Il desiderio di avere bambini e le difficoltà di essere entrambe atlete con il conseguente compromesso che una delle due dovrebbe prendersi una pausa dal gioco. Dove vedremo in futuro Krieger e Harris? Presentatrici in tv, telecroniste, rappresentanti delle donne in un settore dominato da uomini?
“Quando deciderò di aver finito”, dice Harris, “avrò bisogno di qualcosa per alimentarmi per passare alla cosa successiva. Penso di aver davvero dato a questo sport e questo paese tutta me stessa. Ho portato fan lungo la strada. Sono stata un libro aperto. Ho lottato per le cose giuste. Sono sempre rimasta fedele a me stesso. E quando avrò finito, dovrò chiudere la porta solo per respirare di nuovo. Dovrò ricominciare da capo e mettere quella forza, energia ed esperienza in qualcos’altro”.
Credit Photo: Norman Jean Roy