La sponsorizzazione ha avuto ed ha tuttora ampio risalto in ambito sportivo, visto il crescente interesse mediatico dello sport in grado di veicolare, spesso con notevole profitto, il marchio di uno sponsor.
Il contratto di sponsorizzazione comprende una serie indeterminata di ipotesi nelle quali un soggetto (detto sponsee) si obbliga, dietro corrispettivo, a consentire ad altri (sponsor) l’uso della propria immagine pubblica ed il proprio nome per promuovere un marchio od un prodotto specificamente Oggi trattiamo la sponsorizzazioni degli atleti.
Occorre subito precisare che il contratto di sponsorizzazione non è previsto dalla legge, trattandosi di contratto atipico, per cui è di fondamentale importanza essere chiari e precisi in sede di redazione dei contratti per evitare future vertenze e contenziosi. Infatti, nulla vieta in linea di principio alle parti di concludere oralmente un contratto di sponsorizzazione, anche se è sconsigliabile percorrere questa strada, visto l’attuale complessità di tale accordi, anche in ambito dilettantistico.
A differenza della sponsorizzazione di un club, in cui l’investimento dello sponsor è strettamente legato ai risultati sportivi della squadra, nel caso della sponsorizzazione dell’atleta rivestono un ruolo decisivo anche la personalità e i comportamenti dello sportivo.
Pertanto, accade spesso che gli sponsor prevedano delle conseguenze sul contratto nel caso in cui l’atleta si macchi di particolari e gravi condotte, sia sportive che extra-sportive.
Ma entro che limiti?
Non vi sono in realtà limiti di legge. Tutto va previsto nel contratto. Da un lato, è necessario che queste condotte, se previste, vengano espressamente indicate nel contratto, in quanto sono da evitare i generici impegni – spesso presenti negli accordi – da parte dell’atleta di non tenere comportamenti che possano danneggiare lo sponsor. Dall’altro lato, ad uno sponsor non dovrebbe essere consentito di interrompere il rapporto nel caso di risultati o di prestazioni negative dell’atleta, in quanto lo sponsor non dovrebbe ingerirsi nelle questioni tecniche. In tali ultimi casi si potrà al limite agire sulla modulazione del compenso, ma non certo offrire allo sponsor la facoltà di porre fine al contratto.

Cristiano Novazio
Avvocato in Milano, Esperto di Diritto Sportivo
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