Il Pomigliano femminile fa marcia indietro: niente ritiro dal campionato.
Il club vesuviano, infuriato dopo la sconfitta contro la Sampdoria, aveva annunciato la decisione di lasciare la Serie A, stufo, come era scritto nella nota, di “lottare contro avversari invisibili”, ma che sora sarebbe successo, dal punto di vista legale, se questa retromarcia societaria non fosse stata inserita?
Il ritiro di una squadra, in questo frangente il Pomigliano femminile, dal Campionato di serie A femminile ripropone una questione che la normativa precedente al luglio 2019 aveva dettagliatamente previsto all’art. 53 del N.O.I.F. ( Norme Organizzative Interne della F.I.G.C. ) con l’adozione di due distinti meccanismi a seconda che il ritiro o l’esclusione di una squadra dal Campionato fosse avvenuto durante il girone di andata o durante il girone di ritorno.
Dal 1° luglio 2019 la normativa è però mutata e le due situazioni sono state parificate .
Oggi qualora una società si ritiri dal Campionato o ne venga per qualsiasi ragione esclusa , tutte le gare disputate nel corso del Campionato di competenza non avranno valore per la classifica che verrà formata senza tenere conto dei risultati delle gare della società rinunciataria o esclusa .
La scelta adottata è finalizzata a limitare il più possibile lo squilibrio che inevitabilmente si verrebbe a generare nella classifica tra le squadre che restano in competizione alcune delle quali vincendo negli incontri diretti con la squadra che in seguito si è ritirata avrebbero un vantaggio in termini di punteggio in classifica nei confronti delle squadre che a causa del ritiro non potrebbero più disputare gli incontri diretti e quindi si troverebbero potenzialmente private della chance di aggiudicarsi 3 punti in caso di vittoria o 1 punto in caso di pareggio .
La normativa non si ferma comunque alla questioni di classifica ma prevede sanzioni di tipo sportivo e pecuniario nella misura annualmente stabilita dalla Leghe , dalla Divisione Calcio Femminile e del Settore per l’attività Giovanile e Scolastica.
Al di fuori che la scellerata scelta, del ritiro, avrebbe in qualche modo condizionato le 9 squadre della massima serie; forse la retromarcia è stata vivamente “consigliata” per non incorrere a salatissime sanzioni economiche non ché l’impossibilità di vendere il titolo sportivo, anche in caso di retrocessione in serie B al termine di questa stagione, e trovandosi in una situazione legale scomoda con tutti i contratti in essere verso le giocatrici ed il suo lo staff tecnico.