Lo sanno tutti gli allenatori che per vincere i campionati non basta avere i migliori giocatori.
La domanda allora è: qual è la componente che stravolge e rende incerto quello che apparentemente dovrebbe essere una logica conseguenza?
E’ la preparazione mentale a fare la differenza. Infatti a rendere labile la certezza che l’atleta più forte fisicamente, tatticamente e tecnicamente debba per forza vincere, sono le situazioni emotive che l’atleta è chiamato a gestire durante le competizioni.
In questo articolo parliamo di una skill basilare in ogni progetto di mental training: la Motivazione.
LA MOTIVAZIONE NEGLI SPORT DI SQUADRA
La motivazione viene spesso paragonata alla benzina che muove i giocatori verso la prestazione eccellente.
A parità di preparazione, è sempre il giocatore più motivato a prevalere. A volte, anzi, la spinta motivazionale può coprire alcune carenze tecniche o tattiche. Dunque se è vero che non è sufficiente avere una Ferrari per andare forte è altrettanto vero che se nella Ferrari non c’è benzina, il motore non si accenderà neanche.
Possiamo valutare la motivazione attraverso due parametri: direzione e intensità.
Per direzione si intende la meta verso cui dirigiamo l’azione. Cosa vogliamo, cosa ci stimola: vincere, giocare, divertirci, tenerci in forma ecc.
L’intensità si riferisce invece a quanto sforzo ed impegno mettiamo nelle nostre azioni per raggiungere uno scopo, per sostenere un pensiero, per attuare un comportamento.
Solitamente direzione e intensità sono strettamente legate: quando una cosa non ci piace e non abbiamo motivo per farla, è molto probabile che ci sforzeremo minimamente, mentre quando decidiamo che un obiettivo è importante ci impegniamo a fondo per raggiungerlo.
Come tutti gli aspetti mentali del gioco, anche la Motivazione può essere allenata e in uno sport di squadra come il Calcio, il ruolo dell’allenatore è fondamentale.
Il Mister, in prima persona, deve saper gestire la propria motivazione, per poi trasmettere alla squadra la giusta spinta motivazionale. Inoltre dovrà fare in conti con la motivazione di ciascuno dei suoi giocatori, sostenerla e alimentarla.
Fondamentale sarà riuscire a sintonizzare la motivazione di ogni singolo componente del gruppo affinché insieme diventino la rampa lancio per raggiungere gli obiettivi del team, è un compito difficile, ma garantisce il raggiungimento di una performance eccellente.
Immaginiamo ora la motivazione come una benzina particolare che è in grado di esaurirsi o riprodursi in base alle situazioni. Le situazioni di soddisfazione, riuscita, benessere dell’atleta faranno sì che questa nostra benzina si riproduca, mentre le situazioni di insoddisfazione o mancanza di risultato potrebbero portare a un calo motivazionale significativo.
Per far sì che i nostri giocatori non si trovino mai in riserva, possiamo agire secondo questi 3 step:
1- INIZIO STAGIONE: LA SEMINA
Condividere obiettivi e regole: fondamentale importanza assume in un contesto di squadra la condivisione degli obiettivi individuali, di squadra, della società, dell’allenatore. Spesso si commette l’errore di darli per scontati, ma non è detto che l’obiettivo del Presidente sia lo stesso del Capitano o Mister. Il veterano della squadra magari avrà un obiettivo, delle aspettative e quindi una motivazione diversi da quelli del giovane appena salito in prima squadra. Un attaccante con l’obiettivo di realizzare 20 reti stagionali, potrebbe decidere di non passare la palla a un compagno in posizione più favorevole per segnare. L’obiettivo personale in questo esempio un po’ forzato, ma molto plausibile, non è funzionale né in linea con quello di squadra.
È importante dunque avere dei momenti di confronto e condivisione al fine di allineare gli obiettivi dei singoli a quelli della squadra, che solitamente dovrebbero coincidere con le richieste della Società.
Come possiamo rendere un obiettivo realizzabile, senza che questo diventi tanto ingombrante da soffocare, alla prima difficoltà la motivazione dei nostri giocatori?
Uno strumento molto utile è il Goal Setting, ossia la pianificazione degli obiettivi in step a breve, medio e lungo termine. Infatti oltre ad essere misurabili e realistici, gli obiettivi per essere perseguiti in modo efficace devono essere suddivisi step facilmente monitorabili. Parafrasando ciò che ha efficacemente detto di recente il coach di Serena Williams, è controproducente pensare sempre e solo alla cima della montagna: per non rendere la salita improba è meglio concentrarsi su un tornante alla volta.
2-DURANTE LA STAGIONE: LA COLTIVAZIONE.
Avendo fissato degli obiettivi a breve e medio termine sarà fondamentale verificarne il raggiungimento nei periodi stabiliti. Il raggiungimento dei micro obiettivi intermedi sarà sicuramente stimolante e faciliterà il perseverare nel raggiungere gli step successivi.
Nel caso non si fosse raggiunto l’obiettivo intermedio si potrà riformulare, aggiustare il tiro, correggere il percorso in modo da arrivare ugualmente al risultato.
3-FINE STAGIONE: LA RACCOLTA.
A fine stagione l’atleta, la squadra, l’allenatore e la società potranno verificare se gli obiettivi fissati a settembre sono stati raggiunti. Le tracce scritte durante il percorso saranno materiale importante di verifica e discussione per lo staff tecnico, ma anche per i singoli atleti e costituiranno un’ottima base per ripartire alla stagione successiva.
Lilli Ferri
Team Psicosport
Credit Photo: Empoli Ladies