Ecco, se vuoi allenare “bene” ti consiglio stai lontano dai genitori.
Perché? mmm… perché sono invadenti, sono esaltati, credono di avere Totti in casa e sei bravo solo se fai giocare il figlio.
Certamente rispondo e AGGIUNGO, ma come mai non ne ho mai avuti tranne naturalmente qualche piccola percentuale che è normale nei grandi NUMERI e invece tu mi dici che la maggioranza sono così?
Mi risponde che sono stato fortunato.
Bene, ecco io penso esattamente l’opposto.
Secondo me il genitore è una risorsa e soprattutto se “allenato” anche lui, si trasforma in una validissima spalla per il coach. Requisito fondamentale è essere onesti, diretti e soprattutto coerenti con quello che diciamo e facciamo. Ti posso assicurare che con questi “ingredienti” all’inizio puoi anche essere “duro” da digerire, ma non dobbiamo mai ergersi a paladini della verità e neanche arrogarci di pretendere che non debbano in alcun modo interferire, soprattutto se cercano un confronto. Anzi, accogliamoli assolutamente ascoltiamo tantissime loro “verità”, anche scomode, magari che vanno in campi di non loro competenza, ma un conto è dire non è compito vostro parlare di tattica, tecnica con me e un conto stabilire un confronto onesto e sincero dove portiamo a conoscenza quello che stiamo facendo e soprattutto dove vogliamo portare il ragazzo tra qualche tempo, anche tatticamente e tecnicamente, perché no, non c’è nulla di sbagliato, anzi.
Quando siamo padroni della materia, esponendoci e responsabilizzandoci, di conseguenza avremo nella maggior parte dei casi genitori attenti, di aiuto e soprattutto con un atteggiamento propositivo con l’andare del tempo. Non è vero nulla che non dobbiamo parlare con loro e assolutamente anzi, diventa fondamentale far sapere i progressi anche minimi e anche dove dover migliorare facendoci vedere sempre entusiasti del loro processo di crescita, che ribadisco, c’è sempre, sia tecnico, mentale o di tattica individuale, per esempio. Molti aspetti da curare anche extra campo per i loro figli saranno accolti dai genitori come interessanti opportunità per vederlo “migliorato” e questo non può che far avvicinare anche il genitore inizialmente restio al dialogo perché magari pensa di “saperne di più “, ma che invece vedrà in noi un uomo oltre che un allenatore e punto di riferimento volto anche agli aspetti più disparati ma che per il ragazzo sono fondamentali, scuola, amicizie o momenti di svago o tensione personali.
Un buon allenatore deve saper gestire soprattutto lo stato d’animo dei ragazzi e questo sarà un GRANDE VALORE AGGIUNTO per tutti, società in primis. Pertanto un genitore sportivo attento non potrà che apprezzare questo lavoro e ti posso garantire che la maggioranza sarà sempre dalla tua parte perché tu aprirai le “porte” anche a loro e stanne pur certo che inizieranno davvero a sentirsi parte integrante di questo “sviluppo sportivo” del figlio. Magari potranno anche rimanere sempre della loro idea, ma un giorno non potranno che affermare l’unica cosa che conta, che tutto quello che hai fatto lo hai fatto esclusivamente per dei valori importanti e quelli rimarranno per sempre, anche a chi credeva di avere Totti in casa e si troverà invece un ragazzo cresciuto, soprattutto nel carattere, che è quello che conta e aiuterà maggiormente ad affrontare a testa alta, se non più una battaglia in campo, almeno la partita che conta davvero di più, la partita della VITA.