Dall’amore per Gaber a quello per la chitarra, il jazz, ed i molteplici e famigerati premi in carriera come lo Sciamano allo Showman, Lunezia e la targa Tenco (per citarne alcuni).
Piji (questo il nome d’arte di Pierluigi Siciliani) è un cantautore romano leva ’78 che vanta collaborazioni con Simona Molinari, Michela Andreozzi, Fiorello, Renzo Arbore e Sergio Caputo e viaggia tra canzoni d’autore, facendosi spazio in un mondo artistico notevole con la fusione di due mondi, quello del pop/jazz e quello del teatro; lo stesso, inoltre, porta avanti con dedizione importanti progetti radiofonici e di scrittura.
Con estremo piacere abbiamo avuto modo di coinvolgere l’artista nella nostra rubrica, la quale ci ha permesso di catturare in esclusiva aneddoti e curiosità sulla sua vita professionale e sapere di più sulla sua particolare e minuziosa attenzione a tematiche di spicco, ovviamente tutte al femminile!
Musicista, paroliere ed autore di “Sara e le altre”. Come è nato questo brano, pubblicato in concomitanza con gli Europei disputati nell’estate 2022 ed a poca distanza dall’annuncio del professionismo in Italia?
Il calcio femminile ha funto da meravigliosa metafora di tutto quello che stava accadendo nella società rispetto ad un argomento che mi sta molto a cuore, quello della parità di genere. Così, ciò che inizialmente era stato un approccio prettamente di natura artistica, è diventato man mano spontanea scoperta di un grande amore per questo sport.
Questo brano nasce dalla voglia di raccontare anche la parte positiva della storia del calcio femminile. Quale? Dopo anni di ostracismo queste ragazze hanno lottato per essere dove sono ora ed ottenere ciò che a loro spetta.
Da titolo, inoltre, “Sara” fa riferimento a Sara Gama, capitana dell’epoca, con “le altre”, invece, ci si riferisce a tutte le calciatrici che sono scese in campo per combattere una battaglia comune e minare quelle sacche di resistenza fatte di maschilismo e stereotipi che, purtroppo, ci accompagnano da sempre.
“È vero che si può fare e che si può ancora pareggiare”, recita il brano citato. In questo l’autore sembra voler giocare proprio con la parola “parità”, non a caso. È così?
Esattamente. Il ritornello con “allora è vero che si può fare” conferma quanto tutti insieme possiamo fare qualcosa per un grande cambiamento. Anche il videoclip vuole dare proprio questa immagine: una squadra di donne che, mediante un’azione straordinaria, riesce a buttar giù una livella a simboleggiare quella parità che si spera di raggiungere molto presto. Ricordiamo che le battaglie culturali vanno alimentate tutti i giorni, ma è necessario che il genere maschile molli i propri privilegi e scenda a combattere con le donne, per le donne.
Argomento affrontato anche a teatro: sipario aperto, infatti, per “il calcio (non) è uno sport per signorine”, in collaborazione con le No Wags. Intento facilmente intuibile: ti va di parlarne?
È uno spettacolo scritto insieme alle No Wags, altri colleghi, autrici ed attrici.
Mediante brevi monologhi cerca di raccontare quella che è la percezione e visione del calcio femminile all’interno della società; mi piace pensare che quest’ultimo possa non commettere gli stessi errori del maschile: il “voglio dirvi di restare così” in chiusura, dettato da una ipotetica allenatrice rappresentata, dice tutto.
Proseguendo sulla scia femminile e sulla parte testuale, da sempre la donna si rivela protagonista in tantissimi pezzi (vedi Sally di Vasco Rossi od altri interpretati e scritti da artisti di spicco quali Cocciante, Battisti, ecc). Pensi sia importante raccontarla anche in questi aspetti? Quanto c’è di questo nei tuoi testi?
Nelle mie canzoni la donna è spesso presente e funge da musa per il racconto di storie d’amore intense. In tutti i casi mi preme darle spazio come figura alla pari e con cui lottare insieme; penso sia molto importante scrivere di donne e farlo con il giusto rispetto, omaggiandole ed evitando quelle descrizioni sessiste che, purtroppo, al giorno d’oggi, si trovano in diverse canzoni commerciali.
Quindi la penna ed il linguaggio possono contribuire a darne una certa percezione…
Assolutamente!
Musica a parte, sembra di capire che la tua, ormai, sia un’anima da vero e proprio tifoso…
Direi di sì! Ormai non posso farne a meno. Apprezzo particolarmente la Lazio Women e penso che mister Grassadonia abbia messo su una grande squadra, al di là dei recenti risultati raccolti.
Domanda schietta: cosa manca in Italia perchè si arrivi a non fare più distinzione tra calcio maschile e femminile? La musica può contribuire ad abbattere questi muri fatti da mattoni di luoghi comuni e mai sopiti?
Ciò che oggi manca al calcio femminile è l’esatto specchio di ciò che manca alle donne in società.
Se la musica può fare qualcosa? Certo! Il linguaggio è fondamentale, ma può fare tanto anche l’impegno nella vita quotidiana: fermare una semplice battuta di natura sessista, “ribellarsi” nelle piccole vicende di tutti i giorni, in qualunque ambiente ci si trovi, può essere un punto a favore.
Certo, c’è chi ha la possibilità di farlo attraverso l’arte come me, ma questo è uno dei casi in cui dovremmo essere tutti in prima linea.
La statistica è chiara e dice che una importante percentuale del comparto femminile nazionale facente parte dell’industria musicale si è sentito discriminato in qualche modo e sotto esame, solo per una questione di “gender gap”. Ecco che anche qui rientrano commenti come “tu questo non lo puoi fare”, ma cosa può fare, invece, l’attivismo in questi casi?
L’attivismo sta facendo tanto ed è bene che continui a farlo. Come detto, mi sento parte di questo movimento poiché ogni volta che posso contribuisco a questa lotta, scendendo in piazza, sollevando certi argomenti quando vado in onda in radio e scrivendoci su per poterlo cantare.
È vero, è molto più difficile trovare una fonica, una batterista, una bassista, ma si stanno facendo dei passi in avanti.
Progetti imminenti di Pierluigi?
C’è un progetto discografico in ballo e vari concerti in programma, tra cui quello di Natale del 22 dicembre presso il più importante Jazz Club di Roma.
Ci salutiamo con un messaggio rivolto al movimento femminile ed ai lettori di Calcio Femminile Italiano.
“Si può fare”: questo è il messaggio che voglio mandare. Quella della parità di genere (e non solo) è una guerra che possiamo e dobbiamo vincere, fuori e dentro al campo!
Si ringrazia Piji per la gentile concessione.