Bugo, pseudonimo di Cristian Bugatti, cantautore ed artista visivo ha in carriera pubblicato 9 album: personalizzando il suo stile musicale arrivando a toccare molti generi diversi, come rock, garage rock, blues, folk, rap, psichedelia, noise, pop, musica elettronica e musica strumentale.
È considerato da più parti come il pioniere di un nuovo cantautorato italiano, artista che ha in qualche modo traghettato la canzone impegnata degli anni 1970 verso la disillusione degli anni 2000. Grazie alla sua estrema professionalità e disponibilità siamo riusciti, in esclusiva, a fare due parole con l’artista e cantautore:
Nelle tue canzoni hai spesso descritto il ruolo delle donne in modo molto intenso e profondo. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso le tue parole?
“Il lato femminile, per un artista, è fondamentale poiché trova quel lato che non è solamente romanticismo ma è la delicatezza che si riesce ad esprimere nelle canzoni. Infatti nei testi delle mie canzoni d’amore è un fatti estremamente rilevante: anche in un ultimo mio lavoro, appena terminato, ci sono due o tre brani che io parlo al femminile dove esprimo tutto me stesso ed è quella parte di me che voglio tenere più cara”.
Come pensi che il tuo modo di parlare delle donne nelle tue canzoni abbia influenzato il modo in cui vengono viste e percepite nella società?
“Dovremmo chiederlo alle mie fans donne, che sono tante, da sempre ed oltre 25 anni poiché la mia musica è molto costruttiva e non nasce per creare scontri. Il mio fans club è costituito espressamente da donne, e questa cosa mi arricchisce molto anche a me e mi fa sentire meglio, questo è un piacere poiché con i brani e le mie canzoni le faccio stare bene!”.
Credi che le donne siano state un’ispirazione fondamentale per la tua musica e le tue parole? In che modo hanno influenzato la tua creatività?
“All’80% la mia musica è debitrice alle donne”.
Analizzando la musica e lo sport, ed in particolare al Calcio Femminile, chiediamo a Bugo la sua opinione sul calcio “al femminile in Italia”? Credi che abbia raggiunto lo stesso livello di popolarità e di interesse del calcio maschile?
“Io vivo a Bruxelles e li c’è una TV Internazionale che segue il Calcio Femminile dove trasmettono solamente gare al femminile di tutto il mondo, ed io seguo molto questo poiché è affascinante: lo seguo, mi piace e mi diverte. Inoltre contro le ragazze abbiamo già giocato poiché con la Nazionale dei Cantanti abbiamo affrontato la Juventus Women”.
Pensi che il calcio femminile abbia ottenuto un adeguato supporto e visibilità dai media e dalle istituzioni sportive italiane?
“Ci vuole tempo, con calma, è giusto che il Calcio femminile sia divenuto professionistico quindi diamole il giusto tempo per diventare ciò che è diventato per gli uomini”.
Hai avuto modo di seguire qualche partita importante del calcio femminile? Se sì, quali sono stati i momenti che ti hanno colpito di più?
“Noto che quando giocano il modo di percepire l’agonismo è diverso, da quello al maschile, c’è una certa purezza che il calcio maschile dovrebbe recuperare: noi maschi siamo troppo aggressivi, va bene che il gioco è fisico ma occorre meno cattiveria e più agonismo, a volte il calcio maschile è troppo esagerato”.
Congediamo Bugo, un procinto di una amichevole di Calcio nel chiedergli come vedrebbe una Nazionale Cantanti al “femminile”?
“Noi ospitiamo cantanti ed artiste donne, da sempre, sono felice quando vengono a competere con noi ed a volte cerco di invitarle anch’io, se devo essere sincero mi sempre oltre che giusto: doveroso. E normale e deve essere cosi, ed a volte giocano anche molto meglio di noi, a noi piace giocare poi quando trovi quelle brave ti rendi conto che fai fatica. Una quota rosa, anche nel nostro gruppo della Nazionale Cantanti, sarebbe assolutamente fantastica!”.