Il 4 maggio si avvicina. Nei giorni scorsi il Ministro per le politiche sportive, Vincenzo Spadafora, ha ravvisato la nascita di un decreto per la ripresa delle attività sportive. Il provvedimento in questione, sarebbe poi dovuto essere approvato dal Premier Giuseppe Conte che avrebbe ridato il via a tutto. Eppure, a distanza di tre giorni, ancora non c’è traccia di tale norma e la data attuale fissata per la ripresa si avvicina inesorabilmente.
In una intervista a La Repubblica, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha svelato alcune direttive che dovranno essere utilizzate nel corso della cosiddetta Fase 2. “Non sarà un libera tutti, ma faremo in modo di garantire la maggiore libertà di movimento possibile”, ha dichiarato Conte al quotidiano. Intanto dalla UEFA fanno sapere che la stagione deve necessariamente concludersi entro il 3 agosto e che i campionati, per essere in linea coi tempi, debbono ripartire entro il 27 maggio. A tutti gli effetti siamo davanti ad una corsa contro il tempo.
Nel frattempo si è aperta, e poi subita chiusa, una polemica con i medici della Serie A. Tramite una lettera inviata alla FIGC, i responsabili degli staff sanitari lamentano la mancanza di direttive nel caso vengano identificati calciatori o calciatrici positivi al virus. La Federazione ha però controbattuto di aver già affrontato il tema in precedenza e l’allarme è subito rientrato.
Cosa manca allora per tornare in campo? Apparentemente soltanto l’assenso del Primo Ministro tramite il decreto preannunciato. E’ probabile che nei prossimi giorni lo stesso Conte, o il suo ministro incaricato Spadafora, faranno sapere dell’avvenuta firma del nuovo decreto e la conseguente ripresa delle attività sportive.
Tutti aspettano Giuseppe Conte.