La Super sfida tra la Juventus di Montemurro e la Roma di Spugna è andata, dopo centoventitre minuti e dopo i calci di rigore, alla Roma!. Era dal lontano 2015 che la Super Coppa italiana non veniva più assegnata dagli undici metri (Finale tra Brescia e Verona che termino 3 a 2). Risultato finale 4 a 3 per le lupe che riscattano la finalissima di Ferrara.
Gara che ha visto le Campionesse in carica entrare in campo con il classico 4-3-3 con Peyraud tra i pali, Lenzini-Sembrant-Salvai e Boattin in linea difensiva, Caruso-Pedersen e Grosso in centro campo e con il tridente d’attacco composto da Bonansea-Beerensteyn e Girelli. La Juventus conta tra le sue assenze Sara Gama, Nilden e Gunnarsdottir, mentre le capitoline al completo sono scese sul rettangolo di gioco con un 3-5-2 composto da Ceasar in porta, Minami-Linari e Wenninger in difesa, ed un folto centro campo composto da: Haavi-Greggi-Giuliano-Serurini e Bartoli; per le uniche due punte Giacinti e Andressa.
In uno Stadio Tardini che porta giustizia al valore sportivo in campo, per una manifestazione dal sapore di una sfida tra le grandi, per un movimento che merita queste cornici si è vista una partita straordinaria.
Gara che inizia con una grande pressione di gioco della Roma, e due grosse occasioni di portarsi in vantaggio con Valentina Giacinti, ed una Juve in gestione di palla che si limita al controllo delle zone del campo senza portare le sue punte al tiro. Le cavalcate di Haavi sulla fascia sinistra e la dinamicità di Serturini a destra trovano spazio per i buoni affondi delle capitoline che trovano il vantaggio con Valentina Giacinti, brava a scardinare l’area piccola ed a infilare, dopo un tocco di Pedersen, in porta per l’ 1 a 0.
La Juventus cerca di riprendere il match, ma è sempre la Roma a trovare in contropiede i giusti corridoi per andare al tiro: Haavi che ha cambiato fascia con Bartoli riesce a servire palloni pericolosi con le bianconere che restano un po’ troppo a guardare e con Pauline Peyraud costretta a fare uscite straordinarie per bloccare le buone giocate avversarie. Lisa Boattin colpisce una traversa piena da un calcio piazzato al limite dell’area, alla mezz’ora, ma il risultato resta invariato e Montemurro, in piedi a caricare le sue ragazze, manda a scaldarsi Rosucci e Cernoia. Le avversarie tengono benissimo il campo ed il vantaggio, con affondi sempre pericolosi di Annamaria Serturini, e le due squadre vanno in riposo con il giusto vantaggio per la Roma.
La ripresa riprende sempre con tanto dinamismo e giocate molto veloci e precise, con il giusto nervosismo ma sempre molto corretta, ma è la Roma a gestire le azioni più significative dell’incontro e la Juve che prova a spingere ma con poca fortuna. Al 60’ la punizione capolavoro di Lisa Boattin, sinistro a giro nel sette, porta il pareggio per la vecchia signora per la gioia dei tremila del Tardini. La gara s’infiamma e Montemurro mette in campo Rosucci, al posto di Grosso, Cantore per Caruso per un finale che promette spettacolo e buon gioco. Il calo fisico della Roma, dopo il pareggio Juventino, ed il cambio di ritmo bianconero portano ad un equilibrio di gioco che lascia le due formazioni gestire un finale di gara con un timore reciproco e con la posta in gioco ancora molto aperta. Entrano in campo anche Cernoia, al posto di Beerensteyn, ed Bonfantini per Bonansea e le bianconere spingono con esperienza alla ricerca del vantaggio. Non sono sufficienti i tre minuti di recupero, a chiudere il confronto, e saranno i tempi supplementari a decidere questa bellissima finale. A gestire la pressione ed il controllo della gara, per ulteriori due tempi da quindici minuti, sono ancora le bianconere che sembrano avere più fiato mettendo la giusta pressione nell’area giallo-rossa. Ma la stanchezza, in entrambe le formazioni, prende il sopravvento ed a decidere la vincitrice sono stati i calci di rigore. A vincere il primo titolo sono state le ragazze di Spugna che portano nella capitale l’ambito trofeo per la gioia della Roma.