Che il campionato di Serie C fosse diventato più difficile dopo le modifiche ai gironi era risaputo. Così com’è ormai certo che l’intero movimento femminile italiano è in costante crescita. Nella terza serie italiana tuttavia esistono ancora delle criticità. Diverse società mancano di una struttura solida e della capacità di poter puntare ai massimi livelli. Ma non è il caso di Arezzo e Pinerolo, anzi. Dal match, a cui abbiamo avuto la fortuna di assistere, ciò che è balzato agli occhi dei più attenti è la capacità di migliorarsi anche nelle situazioni più difficili. La gara era stata già annunciata come una sfida top, e basta leggere la classifica per constatarne il motivo. Il lungo viaggio che ci ha condotto da Roma ad Arezzo ci ha permesso di comprendere maggiormente il livello di uno scontro che, alla fine, ha rispettato le premesse ma che ha peccato di goal. Ciò non toglie che la partita del Città di Arezzo è stato un vero spot per il calcio femminile italiano, in tutti i sensi.
Le amaranto fanno i conti con una situazione infortuni piuttosto seria, cosa che rende difficile il compito delle scelte all’allenatore toscano Emiliano Testini, come egli ci racconta prima della gara. Ciò nonostante, l’ex calciatore di Vicenza e Perugia non è il tipo da lasciarsi andare alle sventure. Anzi, la sua capacità di creare un gruppo coeso e compatto, come egli ci ha svelato nel corso dell’intervista avuta con lui alcune settimane or sono, ha permesso alle ragazze amaranto di scendere in campo e mettere sotto il Pinerolo, salvato solo dai miracoli del portiere Elisabetta Milone. A centrocampo è nefasta la superiorità del duo veterano Orlandi-Vicchiarello, ma le avversarie piemontesi sono molto più fisiche e rapide, creando non pochi grattacapi alla retroguardia toscana. Tuttavia, salvo una punizione al quarto d’ora parata da Valgimigli, non si segnalano ulteriori occasioni pericolose delle ospiti. Viceversa, è la bomber Razzolini a provare più volte la via del goal, ma davanti a lei trova l’insuperabile estremo difensore azzurro.
Il copione cambia poco nella ripresa. Testini, a corto di cambi, prova a dare la scossa definitiva alle sue ragazze che dominano e creano azioni su azioni. Ma la rete non arriva. Proteste forti per un intervento di Milone su Zelli sul quale i tifosi di casa invocano il rigore a gran voce ma il direttore di gara non è d’accordo e lascia proseguire. Al fischio finale le ventidue ragazze in campo, stremate, si gettano a terra consapevoli di aver comunque portato a casa un punto importante ma, soprattutto, di aver offerto una partita piacevole al pubblico delle grandi occasioni. Da quanto si è visto, pare che al Città di Arezzo ci fosse un numero maggiore di tifosi rispetto al solito, come ci conferma anche l’ufficio stampa della società amaranto. Forse per il fascino della sfida tre le prime della classe del Girone A, o forse, più probabile, per l’inaugurazione della panchina rossa contro la violenza sulle donne. Un gesto simbolico che ha portato all’impianto aretino presenze importanti del mondo della politica locale, della sicurezza e del pronto soccorso.
Un altro dato importante che emerge dalla nostra trasferta in terra amaranto è che l’Arezzo Calcio Femminile non è primo per puro caso. Dietro ad un gruppo di ragazze straordinarie c’è una struttura societaria molto forte voluta dal patron Massimo Anselmi. Il dirigente toscano è forse uno dei pochi imprenditori che ha veramente compreso l’importanza dell’investire sul calcio femminile e i possibili introiti futuri qualora questo fenomeno dovesse raggiungere la definitiva consacrazione. Nel frattempo, egli si sta impegnando con tutte le sue forze per portare il suo gruppo almeno nella serie cadetta, dove potrebbe dire la sua e dare una lezione a chi pensa che spendere soldi nel calcio femminile è solo una perdita di tempo e di denaro. Basterebbe solo un po’ di visione, come quella che ha Anselmi, e molte realtà del calcio femminile, piccole o grandi che siano, potrebbero veramente costruire qualcosa di importante per questo movimento, evitando gli stessi errori che sono stati commessi nello sviluppo del sistema calcio maschile ormai fortemente e costantemente criticato da tutti.
Ringraziamo pertanto la società Arezzo Calcio Femminile per averci invitato e per averci consentito di poter partecipare alla gara col Pinerolo e di poter toccare e percepire da vicino la splendida atmosfera che circola attorno ad un gruppo di ragazze unite da un’unica grande passione: quella per il calcio.