La Redazione di Momenti Di Calcio ha contattato Raffaella Barbieri, calciatrice del San Marino che milita nella squadra della Repubblica di San Marino.
Raffaella grazie per aver accettato il nostro invito e per consentirci anche di parlare del calcio femminile, uno sport che si sta sempre di più affermando nel panorama dello Sport mondiale. Ci può raccontare come è nata la sua idea di diventare calciatrice?
Grazie voi, e alla mia agenzia di procuratori, la MSM, (Music and Sport Management). Ho iniziato a giocare a calcio dall’età di 5 anni. Ho iniziato a militare in una squadra maschile e non potevo avere idee diverse, dal momento che ho un papà allenatore, un fratello calciatore e una mamma tifosa, per cui la mia passione nasce da un contesto prettamente dedito al calcio.
Ci piacerebbe sapere e ci incuriosisce, ad esempio, come ha preso la sua famiglia la decisione di intraprendere uno sport decisamente “maschile”?
Sono stati proprio loro a spingermi verso questo sport fantastico e mi hanno seguito e fatto molti sacrifici, soprattutto quando ero più piccolina e volevano essere sempre presenti, sia negli allenamenti che anche in trasferte molto lontane, ad esempio nella partita di 3 anni fa sul campo di Bitetto, vicino Bari, o le trasferte in Sardegna, per cui hanno preso questa decisione molto positivamente
Lei è giovanissima ma ha già alle alle spalle una discreta esperienza calcistica: ha giocato in Serie A nel San Bernardo Luserna e anche in nazionale Under 17: a che punto è il calcio femminile italiano? È molto distante, ad esempio, della nazionale americana, tedesca o inglese tanto per citare qualche nazione più avanzata?
Il calcio femminile oggi sta affrontando una fase di sviluppo positivo nelle quali le ragazze stanno conoscendo una realtà molto diversa, sia per quanto riguarda il dilettantismo, che sta diventando professionismo, anche grazie ad alcune operazioni: si hanno sempre più strutture che favoriscono il miglioramento del calcio femminile.Forse siamo ancora un po’ indietro rispetto a queste nazioni, però la strada intrapresa è quella giusta.
Perché l’esperienza in Serie A con il San Bernardo è durata così poco?
Sono arrivata al San Bernardo quando era in Serie B e siamo riusciti ad arrivare in serie A. Abbiamo affrontato due anni con un gruppo molto giovane, con elementi e individualità molto importanti, poi l’ultimo anno purtroppo siamo retrocessi, ma è stata una esperienza molto positiva che naturalmente mi ha fatta maturare, per cui è durata così poco perchè a volte bisogna fare delle scelte, e la mia scelta è stata quella di cambiare, però rimane un bel ricordo.
Come mai questa scelta di andare a San Marino?
Volevo fare una esperienza fuori da casa e la San Marino Academy ha un progetto a lungo termine che punta in alto e a tornare nella serie B e più oltre. Ha buone strutture e uno staff importante: l’ho scelta perchè possono servire per la mia crescita personale.
Sappiamo, leggendo la sua scheda, che lei ha patito anche un grave infortunio durante un torneo estivo in Spagna: cosa le ha insegnato e quale importanza ha avuto quella brutta esperienza per la sua carriera?
Avevo 16 anni ho subito la rottura del legamento crociato anteriore e questo infortunio mi ha messo dinanzi ad una scelta: lasciare e finire la mia carriera o rimboccarmi le maniche e faticare e provare a tornare la giocatrice che ero.Io ho scelto la seconda cosa e sicuramente mi ha fatto raggiungere un livello di consapevolezza maggiore. Mi ha insegnato a faticare maggiormente per raggiungere i miei obiettivi personali.
Quale è ora il suo sogno e il suo principale obiettivo? Pensa di meritare ancora una chance per poter giocare in Serie A?
Per ora il mio obiettivo è quello di tornare a giocare in Serie molto importanti e partite di categorie; poi i miei obiettivi vanno a coincidere con quello che è il progetto della San Marino di risalire, per cui la chance in Serie A è tutta da vedere, e dipenderà dalle mie prestazioni.
Lei gioca da centravanti e ha un decreto palmares da goleador: parlando di calcio maschile cosa pensa della crisi di attaccanti italiani di questo periodo?
Il calcio negli ultimi è cambiato notevolmente, adesso l’attaccante è considerato in modo diverso, c’è la figura del falso nuove, ovvero si ricerca l’attaccante che cerca di giocare di sponda, a lavorare molto per la squadra, mentre prima giocavano sempre sul filo del fuorigioco e vedevano la porta con più lucidità.Oggi si ricerca di più il fraseggio rispetto al dribbling.
Nel campionato di serie A, a parte il Bari- tra l’altro ultimo in classifica- tutte le squadre sono del centro/nord Italia: perché, secondo lei, il calcio femminile stenta a decollare nel meridione d’Italia?
Purtroppo non lo so. E’ un peccato perchè in passato alcune squadre del meridione sono arrivate molto in alto, come il Napoli, che è arrivato a giocarsi una finale di coppa Italia; anche il Bari è in Serie A: potrebbero esserci possibilità di sviluppo e dovrebbero essere semplicemente sfruttate.
Le diciamo tre squadre di Serie A, guarda caso le prime della classifica di Serie A: Juventus, Milan e Fiorentina. Se qualcun di queste squadre decidesse di chiamarla dove avrebbe più piacere andare a giocare?
Sono tre importanti scenari, per cui ci sarebbe l’imbarazzo della scelta, però diciamo che il progetto della Fiorentina ormai da 3-4 anni va avanti per cui Firenze non sarebbe male…
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