Alla scoperta di Alessia Bissacco, classe 2002, elemento portante del vivaio del Padova, squadra delle invincibili delle ultime due stagioni, fermata sul campo solo dal Covid.
Difensore centrale, dotata di una buona visione di gioco e precisione nel passaggio, fa valere la sua stazza fisica, dominando spesso nei contrasti di gioco.
Cresciuta nel Juvenila maschile ha percorso tutta la trafila del settore giovanile delle, diventando un elemento imprescindibile della Primavera delle biancoscudate.
Ciao Alessia, come è nata la tua passione per il calcio ?
“Abito sin da piccola in una casa che si affaccia su un campo di calcio, veder giocare i bambini sul terreno di gioco mi ha particolarmente incuriosito, suscitando in me la voglia di provare e cimentarmi con questo meraviglioso sport. Mi piace l’idea di poter giocare all’aperto, in spazi larghi dove poter correre e staccare dalla routine quotidiana, trovando la giusta valvola di sfogo che una ragazza della mia età può avere.”
Esperienze pregresse in carriera
“Ho iniziato a giocare per un anno e mezzo nella Juvenila maschile, a seguire sono stata dapprima nello Zansky Padova, poi nel Padova femminile percorrendo la trafila delle giovanili dagli esordienti fino al settore Primavera”.
Il valore della squadra
“La squadra ha ottenuto ottimi risultati negli ultimi due anni, grazie al brillante lavoro del mister e al valore ed alla solidità di un gruppo sempre unito e coeso, dentro e fuori il campo di gioco, decisamente il nostro valore aggiunto”.
La situazione attuale
“La pandemia non ha fermato la nostra voglia e l’entusiasmo di incontrarci sul campo da gioco, continuando a svolgere due allenamenti di gruppo, distanziati e senza contatti come da protocollo ed uno individuale da casa, favorendo l’aspetto atletico a quello tattico non potendo disputare le gare”.
I momenti più belli vissuti sul terreno di gioco
“La vittoria del campionato di qualche anno fa e un lontano ricordo di una tripletta realizzata in una gara del torneo, circostanza rara per una che di solito bazzica nelle retrovie, sono certamente i due ricordi più piacevoli che mi accompagnano; la soddisfazione più grande resta comunque quella di tenere testa ai maschietti che spesso ti sottovalutano per l’arcaico pregiudizio che una femmina non può giocare a pallone, salvo poi farli ricredere, una volta affrontati sul campo da gioco”.
Credit Photo: Padova calcio femminile