Iniziamo con la classica domanda di rito: come e quando hai scoperto la tua passione per il calcio?
Da piccolina mi divertivo giocando a calcio nel parchetto del mio paese insieme agli amici, mentre quando tornavo a casa giocavo alla play con mio padre. Un giorno, come ogni anno, i miei genitori mi chiesero che sport volessi praticare e io risposi: “Voglio giocare a calcio“.
Probabilmente non si aspettavano quella risposta ma non esitarono ad assecondarmi e a supportarmi. Iniziai a giocare a 10 anni in una squadra maschile, nel Bm Sporting e, pur essendo l’unica bambina del gruppo, non ne facevo un problema.
Il primo momento chiave in assoluto è stata probabilmente la scelta di andare a giocare in una squadra femminile in quanto, a differenza del primo anno, mi sono sentita veramente parte della squadra. Un altro momento chiave è stato quando mi hanno proposto di andare a giocare nel Mozzanica, una società a cui devo molto e in cui ho trascorso 5 anni fondamentali che mi hanno permesso di crescere calcisticamente. Infine, credo che un’altra scelta importante sia stata quella di andare così lontano da casa per affrontare una nuova avventura nel campionato di serie C. Iniziare a giocare in un’altra regione mi ha fatto maturare molto anche fuori dal campo e devo dire che è bello conoscere nuove persone, nuovi posti ed affrontare squadre diverse dal solito.
Ho scelto lo Spezia perché ero consapevole dell’importanza e della serietà della società. Sicuramente ho trovato uno staff di valore, a partire dal mister. Sapere di essere allenata da qualcuno che ha giocato in una squadra di serie A, inoltre, dà a tutte noi uno stimolo maggiore. Sapevo che avremmo vissuto tutte insieme in un residence e anche questo mi ha aiutata nella scelta perché secondo me ciò è fondamentale per creare un bel gruppo.
L’inizio di stagione non è stato semplice ma già sapevamo che ci sarebbero state delle difficoltà come per tutte le squadre, considerato il buon livello del nostro campionato. Non so quale sia il massimo a cui possiamo ambire ma sicuramente cercheremo di arrivare più in alto possibile e sono sicura che ognuna di noi darà il massimo per farcela. Ora stiamo “seminando” e, senza alcun dubbio, a fine stagione raccoglieremo i “frutti”.
In allenamento lavoriamo molto sulla costruzione del gioco e sui movimenti che dobbiamo svolgere. Credo che uno dei miei punti di forza sia la fisicità, anche se devo imparare a sfruttarla al meglio, e probabilmente anche la voglia di arrivare sempre per prima su ogni pallone.
Uno dei miei punti deboli credo sia invece il controllo della palla.
A breve inizierò ad andare prima al campo con il mister per svolgere esercizi mirati, cercando così di migliorare quegli aspetti che non padroneggio ancora appieno. Sicuramente ho ancora molto da imparare e credo sia un aspetto importante per poter far sempre meglio, dando un contributo maggiore alla squadra e, soprattutto, favorendo la mia crescita personale.
Con le compagne mi trovo bene e trovo che il nostro sia un bel gruppo. Vivere insieme è un aspetto importante per rafforzare di giorno in giorno il legame e l’intesa che ci permette di far bene in settimana e, in particolare modo, la domenica. Il mister propone diversi sistemi di gioco e credo sia positivo riuscire a variare a seconda delle partite e delle necessità.
Essendo un gruppo nuovo, composto da 20 giocatrici “nuove” su 24, è probabilmente normale che manchi ancora quel qualcosa per passare allo step successivo. Tuttavia, ciò non dev’essere un alibi. Secondo me, la nostra squadra ha grandi qualità e la società non ci fa mancare nulla, dunque abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per affrontare al meglio il campionato.
Alle bambine che vogliono intraprendere questo percorso direi di crederci fino in fondo e, soprattutto, di volerlo veramente. Per poter giocare anche solo in serie C, infatti, sto imparando solo ora, purtroppo, che bisogna essere disposti a grosse rinunce e a scelte importanti; tuttavia, resto sempre dell’idea che i sacrifici prima o poi verranno ripagati.
Probabilmente mi soffermerei maggiormente sulla storia delle singole giocatrici, perché credo che ognuna di noi abbia un vissuto da raccontare che potrebbe magari essere d’aiuto ad una piccola calciatrice in erba che vuole intraprendere questo percorso.
Secondo me stanno svolgendo un buon lavoro e, ovviamente, parlare di calcio femminile favorisce lo sviluppo di un movimento che sta già crescendo molto. Sono inoltre sicura che ci sia ancora tanto da raccontare, tuttavia credo che si sia imboccata la strada giusta e che ci siano i giusti mezzi per poter ampliare e poter far parlare ancor di più di questo mondo.