Giovane e ambiziosa. Maria Grazia Ladu è l’esterno tutto pepe della Torres femminile, classe 2001, sarda di Sarule, ma già capitano delle sassaresi dopo aver fatto tutta la trafila nel settore giovanile rossoblù. Va di fretta “Mery”, che qualche anno fa ha anche giocato l’Europeo di categoria con la Nazionale Under 17, e quest’anno ha un obiettivo da portare a casa a tutti i costi: la vittoria del campionato si Serie C con la sua Torres.
Giovanissima ma già leader di questa Torres, da sarda cosa significa rappresentare questa squadra?
“Sono arrivata a Sassari a soli 14 anni quando la Torres era ancora in Serie A, ho avuto l’onore di fare qualche allenamento con le grandi di quella squadra e questo mi ha dato tantissimo stimolo per crescere. Sono in rossoblù da tanti anni ormai e in questa stagione, come spesso negli ultimi campionati, ci siamo prefissate un obiettivo importante e stiamo facendo bene. Poter rappresentare la Torres in giro per l’Italia per me significa tanto“.
Obiettivo promozione: siete in lotta, state facendo bene ma c’è tanta concorrenza…
“Sì, non siamo partite con il piede giusto in stagione ma adesso la squadra sta lavorando molto bene e non vogliamo farci scivolare di mano questo obiettivo, per me riportare la Torres nei piani alti del calcio femminile avrebbe un significato davvero importante“.
Da esterno alto a esterno basso in stagione, come è nato questo cambio e come ti stai trovando?
“Credo che nel calcio cambiare ruolo sia naturale e anche formativo per crescere, mi adatto senza problemi a quello che mi chiede il mister. Ho una visione completamente diversa rispetto al passato ma giocando qualche metro più indietro posso sfruttare la mia velocità. Inoltre anche mio padre giocava da esterno basso e questo mi gasa ancora di più per fare bene“.
Prima stagione completa dal ritorno di mister Tore Arca, che tipo di tecnico è?
“Io ho iniziato a Sassari con lui e sono molto affezionata al mister, mi piace molto il suo modo di allenare e il gioco che costruisce. Un mister anche duro, ma ci sta. Ci vuole, ci motiva“.
Facciamo un salto indietro, i ricordi con la Nazionale e le aspettative future per l’azzurro?
“Giocare con la maglia della Nazionale penso sia un sogno per tutte le ragazze che fanno questo sport. Ho giocato con le rappresentative U16 e U17 e avere l’opportunità di arrivare fino a una finale di un Europeo resterà un ricordo indelebile. Ancora sono giovane, devo pensare a crescere ma voglio puntare a giocare ai massimi livelli e chissà un giorno tornare a conquistare una chiamata in azzurro“.
Giovanissima ma con tante responsabilità in campo e alcune rinunce fuori, ti sei mai chiesta chi me lo ha fatto fare?
“Sinceramente no, il calcio per me rappresenta tutto. Ho fatto diversi sacrifici, ho lasciato casa a soli 16 anni e da tempo vivo lontano dalla famiglia e dagli amici però credo che se si hanno degli obiettivi nella vita si devono fare delle rinunce. Inoltre non mi pesa tanto farle perché sento la spinta della mia famiglia“.
Futuro fuori dal campo?
“Mi sono appena diplomata e ora studio Scienze Motorie, sicuramente continuerò il percorso all’università. Lo studio porta via del tempo ma con un po’ di sacrificio si può fare tutto. Mi piacerebbe un domani fare l’ostetrica“,
L’idolo fin da bambina?
“Farà sorridere ma è Ibrahimovic, per il suo carattere e la sua forza mentale in campo”.
Articolo di Roberto Pinna
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