La giocatrice Ida D’Avino, classe 2001, è approdata a Venezia nella stagione 2021/22. Dopo un inizio sfortunato a causa di un grave infortunio, subito in ritiro, che l’ha tenuta fuori dal campo fino al novembre 2021, D’Avino ha presto trovato il suo posto fra le lagunari, di cui è diventata pilastro a centrocampo.
“Sono cresciuta a pane e calcio, giocando a pallone nel cortile del mio palazzo con i miei cugini. La mia passione si è dimostrata forte fin da subito, per la gioia di mio padre, che mi ha subito iscritta in una scuola calcio, pur incontrando le iniziali resistenze di mia madre, che adesso invece è diventata la mia tifosa più accanita. Maturate le prime esperienze nelle squadre maschili campane, a 12 anni mi sono spostata per la prima volta in una squadra femminile e, dopo un po’ di gavetta, ho raggiunto la Serie B con il Pomigliano prima di arrivare qui in laguna. Il progetto del Venezia è ambizioso: la proprietà mette a disposizione molte risorse per noi ragazze, il che è un vero privilegio, in un ambiente che ha fatto molti progressi, ma il cui percorso è ancora in salita.
Al Venezia come in tutte le squadre in cui ho giocato fino ad ora, ho sempre indossato la maglia numero 10, con tutto il misticismo e la responsabilità che da questa scelta derivano. Le mie caratteristiche di giocatrice corrispondono alla tradizione calcistica di questa maglia: ho sempre puntato molto sulla tecnica e mi ispiro a giocatori come Stanislav Lobotka e Luka Modrić, che considero i miei modelli. Da napoletana, poi, non posso che pensare con commozione alle grandi pagine di storia del calcio che Maradona ha scritto con questo numero sulle spalle.
Il mio percorso al Venezia è stato caratterizzato da momenti difficili e da belle soddisfazioni: dopo il grave infortunio dell’estate del 2021, sono riuscita a tornare in carreggiata. In campionato non abbiamo ottenuto i risultati che speravamo in questa stagione, ma ci muovono la determinazione e la voglia di far bene, in Serie C come in Coppa Italia, che ci vedrà impegnate in semifinale. La forza di questa squadra sta nel duro e nello splendido ambiente che abbiamo creato in spogliatoio: l’amicizia lontane dal campo ci porta all’armonia durante il gioco, e se qualcuna di noi è in difficoltà, sappiamo sempre trovare la parola giusta per aiutarla”.