La centrocampista Giulia Risina arriva al Venezia FC Femminile nell’agosto 2021, dopo una lunga esperienza con il Napoli Women, e diventa ben presto capitano delle lagunari. Giocatrice eclettica e di grande personalità, Giulia è recentemente tornata in campo dopo un difficile infortunio sofferto nella passata stagione.
“Ho iniziato a giocare a calcio da piccolissima, con i miei amici, inizialmente incontrando le resistenze di mia madre. A poco a poco, quando anche lei si è resa conto di quanto la mia passione per il pallone fosse forte, si è convinta, sostenendomi nella scelta di iscrivermi alla scuola calcio. Avevo nove anni, e in quel periodo nella mia citta di origine, Catania, non c’erano corsi dedicati alle bambine, così giocavo con i maschi.
Quando a 14 anni, finalmente, mi sono potuta unire ad una squadra femminile, ho capito che questo sport sarebbe diventato la mia carriera. Nonostante le difficoltà di un ambiente, quello del calcio femminile, poco sviluppato in Italia fino a qualche anno fa, tra fallimenti, trasferimenti e qualche infortunio ho percorso tutte le categorie, dalla Serie D alla Serie A.
Il calcio femminile italiano ha fatto degli enormi progressi: ho vissuto gli anni bui di questo mondo nella prima fase della mia carriera, ma adesso ho la fortuna di vederne l’impressionante crescita. Le società hanno voglia di investire a livelli alti nelle loro compagini femminili, anche se in Italia siamo un po’ in ritardo rispetto alle altre nazioni, europee e oltreoceano. Proprio per questo ho scelto di venire a Venezia: il club impiega molte risorse per la nostra squadra, con un’organizzazione e un’attenzione fuori dal comune per la categoria.
Anche noi giocatrici, grazie a questo approccio, siamo cresciute, mentalmente e tecnicamente: la forza del nostro gruppo è proprio la coesione, la lealtà e l’amicizia che si è creata in spogliatoio, che fa davvero la differenza e non è scontata. Io stessa ho avuto l’occasione di maturare tanto con questa squadra: da “veterana”, vestire la fascia di capitano è per me un onore incredibile, così come lo è contribuire a creare l’atmosfera in spogliatoio di cui tanto siamo orgogliose.
Giocare a Venezia mi ha consentito di sviluppare un approccio diverso anche agli infortuni, sapendo di poter contare sulla fiducia e sul supporto della società: la serenità che ho avuto tornando in campo dopo la rottura del crociato, quest’anno, è uno stato d’animo completamente diverso da quello che avevo, con lo stesso infortunio, qualche anno fa. Tornare titolare è stata un’emozione indescrivibile”.