“Continuerò a giocare. Mi sono divertita tanto questo anno. Per me il calcio non è solo competizione, allenamenti, sconfitte e vittorie, ma è anche e soprattutto quello che c’è intorno”. Ci regala in esclusiva una grande notizia Giulia Orlandi nel corso della nostra intervista. L’ex capitana della Fiorentina e ora punto fermo dell’Arezzo Calcio Femminile, ha annunciato il suo futuro che lei vede ancora legato alla formazione amaranto: “credo che resterò ad Arezzo – prosegue –, in questa stagione, soprattutto nella prima fase, abbiamo avuto alcune difficoltà ma la società è riuscita ad intervenire e a prendere le decisioni giuste. Sono arrivate persone di calcio competenti e professionali e questo è stata per me la svolta”. Oltre a questa nuova, Orlandi, che abbiamo raggiunto telefonicamente, ci racconta molto altro a partire dalla magnifica stagione vissuta in Serie C fino a che tipo di mercato si aspetta:
Partiamo dalla cosa più importante. Tu avevi deciso di ritirarti, cosa ti ha spinto a riprendere a giocare?
Banalmente ti dico: la passione per questo sport. Ho preso la decisione di lasciare senza alcun rimpianto perché è stata ponderata e sentita. Non ho avuto alcun rammarico per averlo fatto. Mi è solo dispiaciuto non poter concludere un percorso pur avendo ancora energia per fare la Serie A, ma ero arrivata ad un punto in cui ho dovuto fare una scelta. La mia strada era segnata, mi sono presa le mie soddisfazioni e non volevo mettere in pausa il mio lavoro. Poi, un giorno, mi sono ritrovata davanti a un bel campo verde e con una semplice battuta il DS dell’Arezzo è riuscito a convincermi, senza nemmeno troppi sforzi in realtà. Alla fine riesco a far coincidere i miei impegni lavorativi e sportivi e quindi mi sono detta, “se posso dare il mio contributo, perché no?”.
E perché ad Arezzo?
Il progetto era ed è veramente importante. Mi sono trovata in una società fantastica che vorrei ringraziare sentitamente per avermi coinvolta così tanto.
È stata una cavalcata impressionante nonostante sospensioni, infortuni e altri scossoni vari. Qual è stato il segreto di questa squadra?
Alla base di tutto questo progetto nato proprio lo scorso anno c’è una proprietà con le idee molto chiare e un obiettivo preciso in mente. Il Presidente Massimo Anselmi ha fin da subito voluto fare dell’Arezzo una squadra forte. È una persona davvero entusiasta e attenta, non ci ha fatto mancare niente e ci ha permesso di svolgere la nostra attività nella massima sicurezza possibile. I rischi che abbiamo affrontato sono stati notevoli, e non tutte le realtà sono riuscite a fronteggiarli allo stesso modo. Lui è stato sicuramente importante per tutto questo è non solo. Per quanto riguarda noi calciatrici, penso che il segreto sia stato quello di incontrarci e guardarci negli occhi. Ognuna di noi aveva voglia e necessità di nuovi stimoli e nuove sfide, aveva l’esigenza di dire e forse anche dimostrare qualcosa. C’era il rischio che tutto potesse essere una cocente delusione e invece è andato tutto alla grande. Siamo state una vera squadra, più forte degli eventi esterni che si sono susseguiti.
Molte calciatrici all’interno del gruppo ti considerano come un idolo. Come ti rapportavi con loro?
Io mi ritengo una persona molto semplice, chiara e trasparente. Mi sono messa subito a disposizione delle altre ragazze. Solitamente quando un calciatore, uomo o donna che sia, vive delle esperienze, ha il dovere di trasmetterle ai più giovani. Io ho avuto il piacere di farlo con tutta l’umiltà e la semplicità del caso. Non mi sono mai posta su un piano diverso da quello delle mie compagne. Il mio bagaglio è sempre stato a disposizione delle altre.
Parlami dello scudetto con la Fiorentina:
Ho avuto la grande fortuna di poter giocare l’ultima gara di quel campionato al Franchi contro il Tavagnacco. In mezzo alla folla di spettatori per me non c’erano solo tifosi normali. C’erano persone che conoscevo e avere famigliari e amici in tribuna è stato un valore aggiunto. A parole non so spiegare cos’è stato. Sicuramente una delle emozioni più belle che abbia mai vissuto. È stato il coronamento di un sogno. Vincere a Firenze, da tifosa viola e con la maglia della Fiorentina è veramente tanta roba. Ogni tanto mi capita di rivedere le foto di quei momenti e mi piace riviverli e proiettarli nuovamente dentro di me.
Da ex, come commenti il passaggio della San Gimignano alla Sampdoria?
Il calcio femminile ha preso una direzione per cui ormai questo passaggio in fin dei conti è stata una cosa formale. Le voci di un’eventuale cessione del titolo c’erano ormai da anni, ma Becagli aveva sempre smentito. È ovvio che ci sono dei pro e dei contro. Per me, il fatto di avere alle spalle una società professionistica è importante, ma dall’altro lato obbligare una società a investire per forza di cose nel calcio femminile diventa riduttivo. Per esempio: se a Firenze, o in un’altra città in cui milita una squadra maschile di Serie C, arrivasse un imprenditore forte che vuole investire solamente nel femminile senza acquisire la squadra maschile, non lo può fare. I regolamenti della Lega e della Figc stanno andando in questo senso. Ora come ora invece, il calcio femminile è appetibile, e si dovrebbe permettere agli imprenditori che vogliano investirci sopra di lasciarli fare. Questo passaggio poi può essere valutato su un fronte molto più ampio ma, a mio avviso, è stato un passaggio obbligato.
Cosa ti aspetti dalla sessione di mercato in corso?
Credo che ci sarà da divertirsi perché ci sarà un gran bel movimento. Da un paio d’anni a questa parte ormai c’è sempre grande mobilitazione sul mercato. C’è chi vuole affermarsi e chi invece è alla ricerca di una realtà dove poter giocare con più continuità e mettersi in mostra in maniera costruttiva per il futuro. Al momento, quasi tutte le panchine sono state ufficializzate, e gli allenatori vorranno aggiudicarsi le ragazze che non sono state riconfermate. È tutto molto aperto secondo me, e mi aspetto molti colpi “segreti”.
Secondo te quale sarà l’anti Juve per la prossima stagione?
Sicuramente Milan e Roma. Le giallorosse se trovassero una bomber da venti goal stagionali potrebbero veramente essere una spina nel fianco. Alla Juventus c’è da dire che è cambiato allenatore. Ora c’è uno straniero e le dinamiche di mercato si fanno più internazionali. Sono convinta che punteranno all’estero, anche perché, per competere in Europa, bisogna prendere ragazze con un livello di preparazione molto più alto cosa che a noi in Italia ancora un po’ manca.
I super procuratori nel calcio femminile secondo te sono un bene o un male?
Le piccole scuderie di procuratori, come quella per cui collaboro io (Sportmanager Group ndr) esistono perché le ragazze necessitano di essere seguite. Ogni calciatrice deve occuparsi solo del pallone, di allenarsi e di giocare bene la domenica. Quelli che sono gli aspetti contrattuali, i servizi accessori e tutte le altre situazioni legate all’esterno del campo, è giusto siano prese in considerazione da altre persone che ti aiutino. Oggi si dialoga con i Direttori Sportivi, che prima non esistevano. Erano i famigliari delle calciatrici a occuparsi di gestire le squadre e quindi anche le “trattative” (se così possiamo definirle). Dove le società iniziano a strutturarsi, con tutti i ruoli diversi occupati da persone, andarci a parlare diventa sempre più scomodo. Serve un qualcuno che aiuti la calciatrice a rispecchiare sul terreno di gioco il suo vero valore. Quante volte viene dato loro il giusto valore? Le agenzie più piccole ti conoscono personalmente e, a differenza delle grandi scuderie, ti seguono con maggiore interesse e costanza. I grandi procuratori, che si stanno ormai affacciando nel femminile, pensano solamente alla possibilità di sfruttare un mercato ancora vergine. Scopriranno che la realtà è ben diversa da quello che pensano loro. Mi dispiace perché tante ragazze purtroppo si lasciano abbindolare. Sfortunatamente percepisco una mancanza di maturità in certe situazioni.
Cosa ne pensi dell’approdo del professionismo?
È una cosa che andrebbe spiegata alle ragazze. Molte di loro non hanno ancora capito cosa vuol dire questa parola nella pratica e cosa comporterà. Sicuramente garantirà delle tutele che oggi non ci sono. Penso che si dovrebbero accelerare i lavori sulla questione, ma al momento una programmazione vera e propria non sembra esserci. E al riguardo non ho sentito più nulla. Persino molte società credo che abbiano dei dubbi. Occorre capire bene cosa e come sarà. Riguarderà solo la Serie A? E la serie cadetta? Se una calciatrice che è professionista in A retrocedesse in B diventerà di nuovo dilettante? Ci sono parecchie cose da valutare e non è una cosa semplice. Per me siamo ancora in alto mare. Mi auguro che il Governo si decida ad accelerare fortemente su questa storia.
Credit Photo: Andrea Lisa Papini