Gioia Masia è una delle calciatrici più complete che il panorama del calcio femminile ha visto negli ultimi anni. Per il difensore, nato a Sassari, 3 scudetti, 5 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane ed 1 Coppa Uefa, vinti con la maglia della Torres, oltre ad 1 Coppa Italia ed una Coppa Uefa alzata con la casacca della Lazio. Per la Masia, poi, 2 Europei in Nazionale dove vanta 60 presenze. La calciatrice, di origini sarde, è reduce dal successo nel torneo d’Eccellenza laziale maturata con la maglia del Formello Calcio Cross Roads. Il club guidato da Giampiero Serafini, che ha vinto tutte e 16 le gare della passata stagione, è stata inserita nel girone D di Serie C. Abbiamo raggiunto Gioia Masia, che ricopre la carica di presidente delle gialloverdi, per ripercorrere brevemente la sua strepitosa carriera.
Gioia hai maturato una carriera di assoluto livello, ma da dove nasce la tua passione per il pallone?
“In realtà non credo di essermi mai avvicinata al calcio, credo piuttosto di esserci nata dentro. Ho sempre giocato con i maschietti per strada, poi a 9 anni sono entrata a far parte della squadra della mia città la Torres, ma a quel tempo si chiamava Cus Sassari. Non avevano un settore giovanile e quindi mi allenavo con la prima squadra, dove erano tutte molto più grandi di me”.
Da quel momento hai annellato una serie di successi e soddisfazioni incredibili. Ci ripercorri alcuni passi della carriera?
“Ho fatto il mio esordio a 14 anni in Serie A, a 17 ho vinto il primo scudetto, seguirono presenze con Under 21 e Nazionale maggiore. A 23 anni decisi di lasciare la Sardegna e la Torres, approdai nella Lazio dove ho alzato una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Seguirono esperienze con Roma, Bojano Tavagnacco, Napoli e Riviera di Romagna sempre nella massima serie, oltre a quelle in B con Acese e Chieti”.
Poi il tuo approdo al Formello dove nell’ultima annata avete centrato il salto dall’Eccellenza alla Serie C. Campionato perfetto il vostro giusto?
“Nel campionato appena passato abbiamo dimostrato di essere di categoria superiore. Nonostante le 16 vittorie e su 16 partite, con miglior attacco e miglior difesa, resta l’amaro in bocca per come si è conclusa la stagione senza poter festeggiare sul campo e con la tristezza nel cuore per quello che stava accadendo”.
Ora la Serie C. Vi sentite pronte per il salto di categoria?
“Questo campionato è da scoprire sotto tutti i punti di vista, è una categoria superiore che negli anni è cresciuta tantissimo. Abbiamo dalla nostra una buona rosa e tanto entusiasmo, siamo consapevoli, inoltre, che ogni partita sarà una battaglia. Comunque come ogni neopromossa che si rispetti puntiamo alla salvezza”.
Tornando alla tua carriera, il momento che reputi il più bello?
“Il ricordo più bello che ho nel calcio è senza dubbio il mio primo scudetto nel ’94 alla pari con la prima convocazione in Nazionale. Cantare l’inno di Mameli e rappresentare il proprio Paese è qualcosa che ti rimane dentro, è un emozione per sempre”.
Hai maturato anche esperienze nel calcio a 5 giusto? Che differenza hai trovato rispetto al calcio ad 11?
“Ho provato anche a dilettarmi sul parquet, dove ho vestito la maglia del Real Balduina tra C e A2. Anche li ho vinto una Coppa Italia di A2 ed una regionale di C oltre ad un campionato di Serie C. La differenza tra calcio a 5 e calcio a 11 sono gli innumerevoli schemi, e i ritmi perché ovviamente con le dimensioni ridotte del campo non hai tempi di recupero tra un azione e l’altra. Mi è piaciuta tantissimo l’esperienza nel futsal, però sono nata su un manto erboso e mi trovo maggiormente a mio agio”.