Esperienza, passione e tanti sogni nel cassetto: si può riassumere così la figura di mister Antonello Campus, tecnico delle giovani torresine che quest’anno affronteranno, oltre il Campionato Giovanissimi di calcio a 11, con ogni probabilità anche la Serie C d’Eccellenza. Ai nostri microfoni si è raccontato tra passato, presente e futuro, svelando un proprio desiderio che coinvolge direttamente la crescita e lo sviluppo della società rossoblu.
Ciao Antonello, ci racconti la tua carriera da calciatore?
Ho iniziato a giocare con la Fulgor a 10 anni, a quei tempi era normale iniziare intorno a quell’età. Nel 1982 decisi di andare a giocare con la Don Bosco, feci tutta la trafila dal settore giovanile sino alla terza categoria. Tra gli altri ho giocato anche con l’Astrea Carbonazzi e il Campanedda, poi ho smesso sia per il servizio militare sia per motivi di lavoro. Anche se la mia carriera è stata breve, qualche piccola soddisfazione sono comunque riuscito a togliermela: sono stato campione d’Italia Under 18 con la Don Bosco per quanto riguarda i campionati PGS. Abbiamo disputato diverse manifestazioni nazionali giocando anche le finali a Lecce, Schio e Terni. Tuttavia, già quando giocavo nutrivo la voglia di insegnare calcio ed è per questo che ho iniziato a seguire i pulcini già dai tempi della Don Bosco.
Percorso che hai ripreso a pieno regime qualche anno più tardi.
Lo stimolo è sempre stato rappresentato dalla voglia di insegnare ai ragazzi. Negli ultimi anni hanno introdotto la regola dei patentini e ho frequentato il corso allenatore dilettante a Nuoro (2014) e l’Uefa C a Sassari (2018). Sicuramente tra i miei successi più importanti ricordo le qualificazioni alle fasi nazionali con l’Ittiri e con la Torres maschile, entrambe categoria esordienti. Ho allenato anche a Sorso tra le fila della Juventus Academy, un percorso davvero molto interessante e formativo che mi ha permesso di essere uno dei pochissimi a Sassari ad essere qualificato attraverso questa specifica formazione. Oltre a queste esperienze, due anni fa ho allenato anche i pulcini della Monserrato dove mi sono trovato veramente bene e conservo ancora dei bellissimi ricordi. In seguito è arrivata la Torres Femminile, anche se in realtà si tratta di un ritorno: avevo già allenato sei anni fa la Torresina in Serie C, quattro anni fa la Torres 1903 e nella scorsa stagione le esordienti.
Curriculum importante che ti ha permesso di maturare tanta esperienza in moltissime categorie.
Certamente, il bagaglio che mi porto dietro mi ha arricchito umanamente e calcisticamente. Niente a che vedere con il mio passato da calciatore in termini di preparazione e metodologia, oggi è cambiato tutto a 360°.
La tua caratteristica principale da allenatore.
La passione in primis e credere fortemente in ciò che faccio, oltre che nel progetto e nel movimento del calcio femminile.
Com’è nata questa possibilità?
Come accennato poc’anzi, credo in generale nello sviluppo del calcio femminile. Ho notato che ci sono molte potenzialità tecniche e sono sicuro che entro i prossimi anni il movimento si evolverà sempre di più. Molte atlete stanno attraversando una crescita tecnica ed atletica importante e credo che un giorno il calcio femminile possa diventare professionistico a tutti gli effetti.
Com’era Antonello Campus da calciatore e com’è da allenatore?
Sicuramente più portato ad allenare che a giocare. Il fatto che non ho giocato in determinate categorie è dipeso molto da com’era visto il calcio diversi anni fa. Oggi mi piace insegnare, far credere che nel calcio si può arrivare molto lontano. Dico sempre alle mie atlete: “Se è la tua passione non sognare ma agisci, fai in modo che diventi realtà”.
Il campionato è ancora lontano ma la stagione è ormai alle porte: quali sono le ambizioni e gli obiettivi stagionali?
Gli obiettivi prefissati con la società sono quelli di far crescere il settore giovanile, soprattutto numericamente. Abbiamo fatto due open day, uno ad aprile e uno a luglio, dove abbiamo avuto un bellissimo riscontro soprattutto nel secondo. Sono arrivate tantissime ragazze da tutta la Sardegna, questo mi inorgoglisce perché il mio nome comincia ad essere conosciuto in tutta la regione e le calciatrici mi contattano per venire a giocare qui. Questo dipende anche dai risultati che stiamo ottenendo e aiuta la società a crescere, ciò significa che stiamo lavorando nella direzione giusta: la conferma è arrivata dalla convocazione di due mie atlete delle esordienti in prima squadra, questo permette di lavorare con maggior convinzione e con più stimoli per fare sempre meglio. Se quest’anno verranno anche le piccoline che si sono presentate a luglio, potremmo creare anche una squadra di pulcine e dunque gettare le basi per il futuro della Torres Femminile.
A tal proposito, l’FC Sassari Torres femminile dispone di un campo dedicato al il settore giovanile, un fiore all’occhiello della società.
Senza dubbio è un valore aggiunto per noi. Questo campo, voluto dal presidente Andrea Budroni, ci permetterà di avere una struttura dove poterci allenare in erba vera. Il Torres Femminile Football Center è un campo predisposto per giocare a 9 e si trova al Vanni Sanna, nel salotto calcistico della città, un’ottima vetrina per il nostro progetto e per la crescita delle #CampionesseDelDomani.
Qual è l’importanza di potersi allenare in un campo “di proprietà”?
Significa allenarsi “senza regole”. Ciò che voglio dire è che non siamo limitati a determinati orari, possiamo entrare ad ogni ora e lavorare liberamente e in maniera autonoma. Questo rappresenta un grosso vantaggio per tanti motivi.
La differenza la fa l’erba vera…
Assolutamente sì. Per la parte tecnica e atletica secondo me è più impegnativo ma anche produttivo. Certo, c’è una bella differenza con la terra battuta. Senza dubbio la crescita e le capacità si sviluppano molto meglio. Ovviamente l’erba vera ha i suoi pro e i contro, come ad esempio la pioggia che spesso può rovinare i piani.
Quale percezione ha la gente che viene a giocare le partite in quel campo?
I bambini sono i primi a fare i salti di gioia per ovvi motivi. Gli allenatori mi chiedono settimanalmente un’amichevole perché tutti vorrebbero giocare lì. Come detto prima, è senz’altro una vetrina importante e che sicuramente gli altri ci invidiano.
Quali ambizioni e sogni per il futuro nutre mister Campus?
Prima di rispondere a questa domanda vorrei ringraziare il presidente Budroni per questa opportunità.È un piacere esser stato chiamato dalla Torres Femminile perché è sempre stato il mio sogno far parte del progetto di rilancio del club femminile più titolato d’Italia #conLaTorresNelCuore. Ho visto i programmi che mi ha illustrato la società e mi sono piaciuti, sono in linea con il mio pensiero sulla crescita e lo sviluppo del movimento. Mi hanno riconfermato e mi ha fatto piacere, vuole dire che ho lavorato bene e in futuro c’è l’intenzione di fare sempre meglio. Tra le nostre idee c’è quella di creare una squadra di giovani, formare un bellissimo gruppo di ragazze sarde che negli anni possa arrivare sino alla prima squadra. È sempre stato un mio obiettivo: io ho sempre voluto iniziare con un gruppo e concludere il percorso senza perdere nessuno. Questo per me è molto importante. Inoltre, vorrei concludere dicendo che quest’anno la mia vittoria più grande è stata far sorridere le ragazze perché sono stati raggiunti degli obiettivi importanti; mi piacerebbe che capitasse sempre più spesso, questa è sicuramente una delle ambizioni che nutro per il futuro.
In bocca al lupo mister Campus.
Stefano Migheli – www.sassaritorresfemminile.it
Credit Photo: Sassari Torres Femminile