La Ternana Women ha vinto 4-1 sul Verona domenica, per un successo che la tiene a punteggio pieno a parità con il Parma. A fine partita, sono stati intervistati sia il difensore Marika Massimino, ritornata in campo ad un anno di distanza dall’infortunio, e il tecnico Antonio Cincotta, contento per la vittoria ma critico per l’atteggiamento iniziale. Ecco le loro dichiarazioni, riportate sui canali social del club rossoverde.
Marika Massimino: “È stato un infortunio un po’ rognoso, perché all’inizio non sapevo quanto tempo ci volesse. In realtà avevamo parlato di 6-7 mesi, alla fine si è prolungato, perché l’operazione abbiamo provato prima a non farla, e poi a farla. Insomma è stato un anno tosto. E poi è sempre brutto vedere giocare dalla tribuna e stare un anno senza giocare, e senza fare parte di questo gruppo stupendo, che ringrazio. E ringrazio il mister, ringrazio le mie compagne perché mi hanno aiutato tanto, non è facile rientrare in un campionato così competitivo. Quindi le ringrazio ad una ad una, perché non mi hanno fatto sentire sola, e poi questa vittoria la dedico a me, alla mia famiglia e al mister [indicando il nome Fabio Melillo sulla divisa]. L’anno scorso ho fatto 6 o 7 partite, adesso non ricordo bene. Il campionato rispetto all’anno prima era già diventato più competitivo. Quest’anno abbiamo alzato molto il livello sia noi sia le altre squadre perché ogni squadra che viene o dove andiamo non ci regala mai niente. Lo abbiamo visto anche nel primo tempo, [le avversarie del Verona] sono state molto pericolose, siamo andate in svantaggio. Però dopo abbiamo carburato ed è andata bene. Il livello si sta alzando e quindi dobbiamo stare al passo“.
Antonio Cincotta: “Di questa partita però dobbiamo parlare dell’approccio, non è stato buono, non è stato soddisfacente. Siamo state superficiali, per cui io credo che – soprattutto quando hai questi filotti di lunghe vittorie – devi aggrapparti alle situazioni da migliorare, e abbiamo peccato di superficialità, siamo state un po’ superbe nell’atteggiamento individuale, per cui bisogna ripartire da quello per essere la squadra che ha giocato dal 23′ in poi. So che umanamente ci sta, la pressione, il calo, l’aver vinto a Genova poteva portarci in campo – inconsciamente (perché noi non l’abbiamo voluto) – con un filo di presunzione, ma è bene che si sia ripartiti subito così. Ma su quei primi 21 minuti ci si deve guardare un po’ negli occhi. Alziamo i riflettori su Massimino e sullo staff sanitario, che con lei hanno fatto un lavoro pazzesco. Quando sono arrivato, addirittura non poteva calcare il campo. Questi professionisti [lo staff] passa molto tempo dietro le quinte, ma bisogna fargli i complimenti e portarli all’attenzione, perché sono fondamentali“.