L’Hellas Verona Women riprende il corso della rubrica “#VisteDaVicino“, questa volta con protagonista Sara Corsi, difensore classe 2004 (ruolo di terzino). Questa la sua storia, riportata nelle dichiarazioni della stessa calciatrice nell’intervista rilasciata sul sito ufficiale del club gialloblù.
“A 7 anni ho iniziato a giocare nella squadra maschile del mio paese, il Montorio. Ho cominciato grazie ad un amico che faceva danza con me, che mi ha convinta ad andare a fare un provino con lui. In quel periodo ballavo nella scuola di danza dei miei, dove ho conosciuto questo ragazzo. Suo papà, che mi vedeva sempre giocare a calcio, un giorno mi ha detto ‘dai vieni con noi, proviamo’ e da lì non ho più smesso. Ho giocato insieme a questo mio amico un anno nella Virtus Verona e poi nel Montorio, dove sono rimasta per un paio di stagioni prima di passare al Verona”.
“La mia famiglia mi ha detto fin da subito di provarci visto che era uno sport che mi piaceva praticare, mi hanno dato carta bianca. Loro vengono sempre a vedere le partite quando ne hanno la possibilità, sono sempre stati molto disponibili. Non ho nulla da dire su questo, posso solo ringraziarli. Fin dal principio mi hanno fatto capire che se fosse stata una cosa che mi piaceva fare non mi avrebbero mai negato la possibilità di portarla avanti”.
“Mio fratello gioca da sempre nel Montorio, ma anche mio papà è molto appassionato. Diciamo che da quando ho iniziato io tutti sono sempre venuti allo stadio a vedermi”.
“Direi che per me la scorsa stagione è stata l’anno della svolta. Per me, nata a Verona, crescere nell’Hellas è stato un sogno che si è realizzato. La partita dell’esordio in Prima squadra è stata l’emozione più bella finora vissuta in campo. Per il momento mi manca il gol, spero che arrivi presto, ma l’anno scorso esordire è stato bellissimo. Tutte le mie compagne, insieme al mister, erano felici per me. Nonostante abbia giocato poco, l’anno scorso penso che sia stato un anno di crescita assoluta per me sotto tutti i punti di vista”.
“Ho visto nella squadra di quest’anno un bel progetto. Siamo tante ragazze giovani e c’è un mister che mi dà fiducia. In generale ho sentito fiducia da parte della società. Nonostante siamo un gruppo giovane credo che quest’anno potremo fare bene”.
“Quando giocavo in Under 17 l’Hellas era una delle squadre che andava quasi sempre ai play-off, arrivavamo sempre quarte, quinte, nelle posizioni alte della classifica. Per me è stata una crescita importante, perché nonostante ci fossero squadre forti come Inter o Juventus, noi eravamo sempre lì a giocarci il titolo con loro. Queste squadre poi avevano forse qualcosa in più, ma adesso comunque incontriamo ogni domenica quelle stesse giocatrici, molte giocano con noi, sono nostre avversarie in Serie B. Penso sia bello aver potuto competere con loro e ritrovarle ancora oggi in altre squadre”.
“Mi ricordo una delle partite giocata contro il Cittadella, che per noi era il derby quando giocavo in Primavera. Vincemmo 3-0. Per me quello è un ricordo bellissimo. C’era tanta pressione, ma noi avevamo grande voglia di dire la nostra in una partita così. Penso sia uno dei ricordi più belli che ho”.
“Il mio sogno è quello di diventare una bandiera del Verona, perché sono cresciuta con questi colori, ma non nego di aver avuto anche il pensiero di provare ad uscire di casa, di poter fare un’esperienza diversa. Alcune mie compagne mi hanno raccontato delle loro esperienze fuori casa, dicendomi che per me sarebbe potuta essere un’occasione per crescere. Io credo però che la cosa che faccia crescere di più sia ricevere fiducia, e io l’ho ricevuta dalla società quest’estate quando ho scelto di restare. Non ho sentito le necessità di andare via perché ho sentito la fiducia del mister e della società nei miei confronti. Un giorno spero di poter giocare in Serie A, e mi piacerebbe molto poterlo fare con il Verona. Se dovessi fare un’esperienza lontana da casa mi piacerebbe farla all’estero, mi piacerebbe giocare in Spagna ad esempio”.
“Mi piace molto il Barcellona, mi piacerebbe vivere un’esperienza in un ambiente così. Nel nostro paese in questo momento il calcio femminile sta crescendo, e ne sono felice. In altri paesi però esiste una diversa attenzione per il femminile. Diciamo che vedere squadre come la Juventus Women, che ha avuto la possibilità di giocare in un grande stadio riempendolo, mi fa piacere. Credo che piano piano potremo arrivare anche noi al livello delle squadre estere”.
“Da sempre i miei giocatori preferiti sono Neymar e Marcelo. Soprattutto se penso al mio ruolo, credo che Marcelo sia stato il migliore in assoluto. Spesso mi metto a riguardare i suoi video, a studiare quello che faceva in campo, mi piace tantissimo. Ricordo che da piccola lo guardavo sempre anche insieme a mio fratello”.
“Sono un terzino, anche se quest’anno abbiamo variato un po’ con i ruoli. Penso di essere una giocatrice che lotta sempre in campo, ho tanta fame, voglia di dimostrare quello che valgo. Penso di poter dare tanto quest’anno alla squadra, non solo a livello tecnico, ma anche a livello personale. Credo di essere una figura importante all’interno della squadra, penso di poter dare il mio contributo. Questi colori ormai li ho tatuati sulla pelle, so bene cosa significa il Verona. Voglio trasmetterlo alle più giovani e alle ragazze nuove”.
“Ormai credo siano otto o nove anni che gioco con Giulia (Mancuso, ndr) ad esempio, come anche con Elisa (Casellato, ndr), Nicole (Croin, ndr) e Gaia (Datres, ndr). In campo non ho bisogno di parlare con loro perché ormai abbiamo una connessione, non servono parole. Credo che questo sia uno degli aspetti migliori del Verona: noi abbiamo fatto un percorso insieme e adesso stiamo facendo un campionato di Serie B insieme. Siamo partite dalle Pulcine e siamo arrivate fino alla Prima squadra, credo sia una cosa bellissima. L’Hellas ti dà la possibilità di crescere insieme”.
“Sto per iniziare l’università, anche se devo ancora scegliere definitivamente quale percorso intraprendere. Mi piacerebbe lavorare con i bambini o con persone che hanno delle difficoltà. Nel mio tempo libero, quando non mi alleno, in realtà passo il tempo con i miei amici, con le persone che mi fanno stare bene. Sono molto appassionata anche di Formula 1, e la domenica se non giochiamo guardo sempre le gare con mio papà. Mi piace molto perché è uno dei momenti in cui possiamo passare del tempo insieme, visto che lui è spesso via per lavoro. Tifiamo sempre Ferrari insieme”.
“Sono sempre stata fissata un po’ con la moda, con lo stile, mi piace molto. Mi è capitato anche di fare l’indossatrice, mi trovo a mio agio, è una cosa che mi fa stare bene, mi piace e mi appassiona. Spesso propongo a Mancu (Giulia Mancuso, ndr) di andare a fare shopping insieme, anche se a lei non piace molto. È una cosa che mi piace tantissimo, non so come mai, ma mi ha proprio presa. Mi interesso spesso di vestiti, tendenze o mode”.
“Non lo so, mi piacerebbe, ma non voglio concentrarmi troppo su questa cosa. Oggi in futuro mi vedo calciatrice. Se ci sarà la possibilità di fare entrambe le cose ben venga”.
“Io punto a diventare calciatrice, sono concentrata su questo. Studiare per me penso possa essere un modo per costruirmi anche un altro tipo di futuro. Penso che a volte concentrarsi solo su una cosa e non pensare ad altro possa anche farti perdere un po’ la bussola. Studiare sicuramente potrà permettermi di crescere anche come persona. Vorrei poter fare del bene attraverso ciò che andrò ad imparare, come dicevo prima mi piacerebbe poter aiutare persone in difficoltà, soprattutto bambini. Mi immagino come un’insegnante di sostegno. Mi piacciono tantissimo i bambini, e tante mie amiche mi dicono spesso che sono brava ad ascoltare, a dare consigli. Vorrei unire questi due aspetti, penso che il mio percorso extra calcio possa essere questo. In ogni caso la mia prima scelta è quella di focalizzarmi sulla mia carriera di giocatrice per ora, il resto lo affronterò e lo porterò avanti di pari passo”.
“Ho iniziato a giocare per divertimento, e molti pensavano mollassi subito, mi dicevano anche che non ero brava, che non faceva per me. Questi pareri ‘negativi’ hanno fatto sì che mi intestardissi, volevo dimostrare che ce l’avrei fatta e così è stato. Quindi se ora se mi si chiede cos’è il calcio per me io rispondo che il calcio è la mia vita. Non faccio nient’altro se non pensare al calcio. Tutto ciò che faccio è focalizzato sul calcio. Cerco di fare una vita da atleta: vado in palestra, faccio una dieta, per me tutto ruota intorno all’allenamento e poi alla partita”.
“Finora sono contenta, ma in parte anche un po’ dispiaciuta. Sono contenta perché siamo un gruppo giovane che ha tanta voglia di fare; un po’ dispiaciuta perché i punti che abbiamo in classifica sono un po’ bugiardi secondo me. Stiamo giocando bene, ci troviamo e ci alleniamo bene, ci manca solamente il fatto di riuscire a concretizzare il nostro lavoro la domenica. Noi puntiamo ad essere più in alto rispetto a dove siamo ora, ma so che ci arriveremo. Con le capacità che abbiamo possiamo fare un bel campionato”.