Domenica con sconfitta per il Pavia Academy, battuto 6-1 dal Brescia. Al termine della partita, l’allenatore Pablo Sebastian Wergifker, ai microfoni di Be.Pi TV ha commentato brevemente la gara e la stagione, e poi ha lanciato un’invettiva sul livello degli arbitri, a cui vogliamo associarci viste anche le dichiarazioni recenti di Stefano Braghin.

“Diciamo che oggi (domenica, ndr) credo che la partita non era un 6-1. Noi abbiamo cercato di far giocare qualche Primavera per iniziare a promuovere loro quello che sarà la prossima stagione. Allora solo complimenti alle ragazze che hanno lasciato tutto. A volte come si è visto, non basta, però nessuno si porta a casa quello che non ha dato”.

 

“L’insegnamento è che non devono mollare fino alla fine, che loro hanno un potenziale che qualcuno deve scoprire ancora, e personalmente io mi porto dietro tantissime cose. Loro sicuramente hanno insegnato più a me che io a loro. Vedere cosa succederà nel futuro. Io mi auguro che loro possano continuare il loro percorso, o in società con la stessa capacità che hanno fatto anche quest’anno”.

 

“Io voglio dire una cosa che ho detto anche ad Arezzo. Se la Federazione non inizia a guardare il livello degli arbitri, il calcio femminile non crescerà mai. Se continuano a mandare arbitri come questi di oggi, con criteri assolutamente diversi dal resto degli arbitri, si continua a mandare arbitri che vengono a camminare, che vengono a far perdere tempo mentre noi ci giochiamo, non cresceremo mai. È la seconda volta che lo dico. Nessuno ha fatto o ha preso in considerazione quello che è stato detto. Però è ora di cambiare il calcio femminile, e lo cambiamo noi migliorando gli allenamenti, le ragazze dando professionalità, e la federazione inviando arbitri all’altezza di una Serie B. Oggi hanno mandato un arbitro che è venuto a camminare, a togliersi la partita da dosso. Un guardalinee che ci ha preso in giro perché eravamo retrocesse. Queste cose non possono mai succedere nel calcio femminile. Perché se succede nel calcio maschile, questi non escono vivi dal campo”.