Nel campionato cadetto del calcio femminile, tra le squadre alle spalle della capolista Pomigliano, c’è il Ravenna Women. A guidare le giallorosse c’è da quest’estate mister Alessandro Recenti. Idea di calcio offensiva, ricerca costante del dominio del gioco e una filosofia di pressing alto utile sia per attaccare che per difendersi meglio e con più coraggio: questo il pensiero di un allenatore con un pedigree europeo, costruito anche su un curriculum al fianco di tecnici importanti come Tramezzani e Sannino. La sua avventura non poteva cominciare meglio di così in Romagna e abbiamo voluto intervistarlo in esclusiva per farci raccontare il suo percorso e le sue prospettive in questo movimento.
Mister può raccontarci la sua idea di calcio? E con quale filosofia di gioco, al di là dei moduli, si è approcciato a questa nuova avventura?
Ci sono tanti moduli che mi piacciono (4-3-3, 3-4-3, 3-5-2, 4-3-1-2) ma la cosa che chiedo alle ragazze, perché credo in questa filosofia, è di applicare i principi di ogni sistema di gioco. Il modo in cui questi vengono applicati in campo fa la differenza. Chiedo, inoltre, un’attenzione alla fase offensiva e la ricerca di voler sempre provare a fare la partita, nonostante la bravura degli avversari. Mi piace l’aggressività, la ricerca di verticalizzare il più velocemente possibile e, una volta persa palla, il non scappare subito all’indietro ma rischiare qualcosa pur con 40-50 metri alle spalle con un contro-pressing immediato.
Si dice che nel calcio femminile (specialmente in Italia) le ragazze dovrebbero osare di più, portar su palla prima di essere attaccate invece di lanciare, troppo spesso, in avanti. Condivide questa linea di pensiero?
Io dico alle mie ragazze di osare, di rischiare e di non avere paura: questo penso sia un concetto importante che cerco di trasmettere alle mie giocatrici. Penso che per giocare a calcio non si debba aver timore ma bisogna avere il piacere di giocare a questo sport che è una meraviglia. E ripeto che si possono avere tanti più vantaggi che non stando tanti metri avanti al posto di rintanarsi nella propria trequarti: se difendo a 50 metri dalla mia porta avrò l’avversario lontano tale distanza; se, invece, difendo a 20 metri avrò la squadra che mi attacca molto più vicino alla mia area. Stare alti, gestire la palla e accettare gli uno contro uno in avanti: questa è la mia filosofia.
Mister quali sono le aspettative e le prospettive di questa stagione dato che per il momento siete tra le prime e ancora senza sconfitte?
Le prospettive sono quelle di migliorare la posizione dello scorso campionato (interrotto dalla pandemia) dove il Ravenna stava facendo bene e aveva concluso al quarto posto. L’obiettivo è di crescere e di migliorare avendo una squadra molto giovane e concludendo acquisti mirati con ragazze che si sono ambientate subito e integrate bene con il “gruppo storico” del Ravenna. Siamo in alto, imbattute e con la miglior difesa del torneo insieme al Pomigliano. Ad oggi siamo in linea con le richieste della società.
Essendo così in alto un pensierino alla Serie A lo fate?
Essendo in quelle posizioni sarebbe da ipocriti dire di no. La classifica va guardata sempre perché fa parte del gioco. Sappiamo bene che ci sono squadre che hanno investito tanto per ottenere la promozione. Noi abbiamo fatto il nostro e daremo il massimo fino a maggio cercando di dire la nostra.
Mister lei ha girato tanto nel corso del suo percorso tra Italia ed estero: c’è qualche esperienza in particolare che l’è rimasta nel cuore?
L’ultima stagione in Ungheria dove ho collaborato con Beppe Sannino (causa Covid-19) si è interrotta e ho voluto tornare in Italia per star vicino a mia moglie. Sono molto legato a Paolo Tramezzani con cui ho lavorato due anni sia al Sion che al Lugano. Con entrambi ho imparato tanto e con Paolo a legarci c’è anche un grande aspetto umano oltre che lavorativo. Ho appreso molto sulla gestione, sugli aspetti organizzativi e, soprattutto, sulla metodologia di lavoro che condividiamo. Con Mister Sannino, invece, in questi dieci mesi ho imparato tanto da un professionista come lui che ha fatto tanti anni anche in Serie A.
Avendo conosciuto sia il calcio maschile che quello femminile ritrova delle differenze specifiche?
Non vado a vedere differenze: entrambi hanno le proprie caratteristiche. Lavorando ora per il calcio femminile più che guardare le differenze vado a orientarmi sui punti di forza e sulle sue peculiarità. Cerco di orientarmi su dove bisogna migliorare e lavorare. Ho la fortuna di poter allenare in un club importante dove ci sono ragazze che si impegnano molto.
Il movimento del calcio femminile sta crescendo secondo lei e merita di essere valorizzato in maniera sempre maggiore?
Credo proprio di si. Il movimento è in fortissima crescita anche grazie alla nazionale di Mister Bertolini che ha fatto benissimo al Mondiale 2019, all’Algarve Cup e sta facendo altrettanto nelle qualificazioni all’Europeo. Il movimento è in espansione e sono contento di esserci dentro.
Concludendo Mister le chiedo se, una volta (sperando il più presto possibile) finito l’incubo Covid, le piacerebbe più lavorare all’estero o nel nostro Paese magari proseguendo l’avventura col Ravenna?
Qui al Ravenna mi sto trovando benissimo e ringrazio il Presidente Gasperoni che mi ha dato quest’opportunità. Dopo anni di Serie A e avventure in giro per l’Europa sono in Italia, nel mio paese, e sono felice. Al Presidente dissi che il calcio femminile mi avrebbe dato tanto e speravo di poter dare anch’io qualcosa e per ora tutto ciò si sta verificando. Il mio pensiero è quello di continuare col calcio femminile.
Credit Photo: Marco Montrone