Il filo psicologico che unisce la Città della Vittoria dalle nuances rossoblù all’Urbe Còndita per definizione, nel cuore delle sue sfumature più “maggiche” sponda giallorossa, rivela tutto il proprio ispido spessore alle pendici di un tranquillo weekend di paura, shakerato dallo spareggio salvezza proposto dalla tredicesima giornata – seconda del girone di ritorno – della Serie Cadetta 2019-2020. Avviluppate nel gomitolo della paura, minacciate dalle sabbie mobili dei bassifondi di classifica e ormai a secco di successi rispettivamente da 98 e 70 giorni, Permac e Roma si guardano negli occhi al Barison in una sfida non adatta a miocardi deboli e animi pavidi, con in palio punti dal peso specifico di incalcolabile valore a lungo termine.
Alla disperata ricerca di nuove scosse emotive all’interno della faglia psicologica delle proprie Tose, Mister Diego Bortoluzzi torna più che mai ad armeggiare con la propria lavagna tattica e a riproporre quel 3-5-2 già sperimentato a targhe alterne nell’arco del primo inteso scorcio di stagione. A sventolare il vessillo rossoblù a guardia del fortino difensivo non manca la numero 1 per eccellenza Giulia Reginato, direttrice esecutiva del terzetto arretrato vonde monadis composto, in ordine di esperienza anagrafica, da Gloria Frizza, Michela Martinelli e Giada Tomasi. Il folto reparto di metà campo vede la novità Greis Domi, al rientro nello Starting XI, accanto all’immarcescibile Valentina Foltran, con il jolly Maria Zuliani chiamata agli straordinari in posizione tendenzialmente più offensiva e gli esterni a tutta fascia Monica Furlan e Karin Mantoani preselezionate a suonare la carica box to box senza sosta lungo le corsie laterali. In avanti, Flavia Devoto conferma la propria impronta sulle mattonelle della trequarti avversaria accanto all’Ingegner-Pivot Adriana De Martin, capitano di giornata e a caccia pure di una gioia personale (e collettiva) dopo le troppe domeniche di ramadan dal tabellino dei marcatori.
Come ampiamente prevedibile, i primi giri d’orologio della contesa diretta dal Sig. Djurdjevic di Trieste – al quarto gettone arbitrale nella tana rossoblù nelle ultime tre stagioni – rivelano tutte le insicurezze di due squadre smosse da un ardore tanto cieco quanto piuttosto disordinato in fase “produttiva”. A risentirne è in particolar modo la qualità del gioco ambo i fronti, caratterizzata dai continui tentativi di spezzare gli accenni di trame offensive sul fronte avversario, piuttosto che tentare di imbastire con maggior acume le proprie. La prima vaga occasione si materializza così, casual style, nell’area ospite dopo 11 giri di orologio: su corner da destra della Tosa in maglia diez Domi, l’intervento a centro area del centrale difensivo giallorosso Noemi Cortelli è piuttosto scomposto ma viene neutralizzato con attenzione dal proprio estremo difensore Dalila Di Cicco. Segue un altro quarto d’ora abbondante totalmente scevro di conclusioni verso la porta da una parte e dall’altra, spezzato solo al 25’ dal primo vero tiro in porta del match, a conclusione di un’interessante azione rossoblù sull’asse Zuliani-Devoto: la friulana in maglia 71 pesca in velocità sulla corsia di destra la punta scuola Juve e, sul passaggio di ritorno di quest’ultima a centro area, schiaccia troppo la battuta verso i guantoni di Di Cicco, sicura nella presa a terra in due tempi. Due minuti dopo si vede finalmente anche la Roma, Sclavo pennella il cross da destra dopo aver saltato Frizza, ma la parabola si perde appena troppo alta per l’incornata di Filippi in agguato nel cuore dell’area di rigore Permac. Ben più pericolosa l’azione rossoblù al 37’, figlia del solito dialogo – questa volta sull’esterno mancino – tra Zuliani e Devoto, coronato da una discreta conclusione radente della numero 24, spizzata da Di Cicco in angolo anche se probabilmente, seppur non di molto, destinata out. Sul finale di primo tempo, time zonepiuttosto critica per la retroguardia vittoriese sin qui in stagione, le ospiti giallorosse provano finalmente a battezzare – seppur con l’acqua di rose – gli attrezzi del mestiere di Ciuki Reginato: ci prova Landa, al 39’, difendendo un pallone vagante in area ed estraendo un tiro a mezz’altezza troppo morbido da buona posizione, seguita al minuto 43 da Polverino, il cui destro a giro dalla lunetta del limite dell’area è poco più che una seconda interurbana per il satellitare della numero 1 di casa. All’intervallo la parità a occhiali rappresenta un compromesso piuttosto legittimo rispetto alle dinamiche evidenziate dal campo.
La ripresa delle ostilità, a 22 in campo completamente invariate, si rivela invece da subito di tutt’altra pasta, dal punto di vista emozionale e della qualità degli accadimenti a referto. Dopo i colpi a salve dei primi 45’, la Roma stavolta si presenta al minuto 50 con un diagonale mancino della canterana classe 2000 Serena Landa tutt’altro che distante dalla base del palo sinistro della porta di Reginato. Lo squillo giallorosso per poco non si trasforma in allarme rosso 4 giri di lancette più tardi: Riboldi è brava e fortunata a vincere un doppio contrasto all’ingresso dell’area su Martinelli prima e Furlan poi, ma davanti a lei compare una straordinaria Giulia Reginato versione “Accetto Miracoli”, provvidenziale nel respingere a mano aperta la conclusione quasi a botta sicura dell’ex attaccante di Bari e Chievo. Il fortino rossoblù sembra oscillare come troppe volte già accaduto, eppure dopo un’altra girata di Riboldi – questa volta totalmente innocua per la numero 1 di casa – la fiamma giallorossa sembra come tornare ad assopirsi nel cuore dei bipolarismi domenicali. Ad approfittarne, tanto sornione quanto efficaci, sono allora le Tose, che sommessamente riprendono campo e vigore con il passare dei minuti sino all’acme liberatorio della rete del vantaggio, confezionata appena oltre metà tempo dai sontuosi piedi della numero 10 Greis Domi: la conclusione dai 35 metri dell’ex centrocampista – tra le altre – proprio della Roma è un gioiello di balistica che fulmina con inusitata spietatezza l’estremo difensore Di Cicco appena sotto il montante della porta giallorossa. Seconda marcatura stagionale per la centrocampista di origine albanese – curiosamente ancora contro una formazione della Capitale – e Permac di nuovo in gol dopo quasi 300’ di totale astinenza in fase realizzativa. L’1-0 accende definitivamente gli animi rossoblù e 5 minuti dopo le Tose vanno persino vicine alla rete del raddoppio, con il palo alla sinistra di Di Cicco a negare la gioia della doppietta personale alla solita Greis Domi, autrice di un altro meraviglioso colpo del proprio repertorio, questa volta un destro a giro esploso con il cesello da circa 20 metri. Poco dopo, sfinita, la grande protagonista vittoriese cede il passo e il terreno al subentrante capitan Laura Tommasella. Anche con il passare dei minuti, le rossoblù si mantengono stabilmente nella metà campo avversaria, lasciando alla Roma solo poche, sparute occasioni per abbozzare il contropiede no way backverso la zona rossa presidiata da Reginato. Con il 90’ ormai alle porte, in un misto tra ingenuità e malasorte, accade ancora una volta l’imponderabile a rovesciare quanto di buono costruito dalla compagine di coach Bortoluzzi sino a quel momento. Minuto 87: Landa, imbeccata in posizione da ala sinistra, ruba tempo e spazio a Martinelli e pennella un traversone a centro area su cui la neo-entrata in maglia numero 7 Alessia Ietto – clamorosamente sfuggita alla marcatura di Frizza a centro area – si avventa di testa incornando in contropiede da pochi passi l’incolpevole Reginato. L’1-1 è una secchiata di ghiaccio antartico sulla schiena di tutto il popolo rossoblù. Nel convulso finale, Frizza prova a farsi perdonare in proiezione offensiva su un cross dalle retrovie di Piai, venendo fermata però dalla respinta con il corpo di Di Cicco da buona posizione; sul capovolgimento di fronte, al terzo e ultimo minuto di recupero, è Reginato a dover intervenire in tuffo su Landa per evitare la beffa delle beffe, nemmeno contemplabile.
Finisce con un punto a testa, sostanzialmente poco utile per entrambe, la sfida di inizio febbraio al Barison. Le Tose mantengono l’imbattibilità – 2 vittorie e 5 pari in 7 incontri – tra le proprie mura amiche, ma si ritrovano ora al quartultimo posto e in piena zona playout per effetto del successo del Cesena contro il Perugia fanalino di coda. Dopo il prossimo weekend di pausa, la marcia delle ragazze di mister Bortoluzzi ripartirà proprio dall’ulteriore cruciale step in terra umbra, partita in cui – è evidente e va rimarcato – non è contemplato alcun risultato diverso dalla vittoria per tornare a dare un senso al percorso e alle ambizioni nella Serie Cadetta.
Photo Credit: Permac Vittorio Veneto