Fabiana Comin, allenatrice del Lady Granata Cittadella ha parlato ai microfoni di Stelle in Campo, parlando a tutto tondo di calcio:
“La mia passione per il calcio è nata grazie a mio fratello, anche lui portiere, che giocava per la squadra del nostro paese. Da qui nasce il mio amore per questo sport che ho iniziato a praticare all’età di 12 anni, quando ho incontrato il mio allenatore Roberto Gambasin, il quale mi ha portata con lui. Ho iniziato a giocare come ala destra, ma a causa di un infortunio muscolare, pur di non stare ferma, ho chiesto di essere messa in porta e da li non mi hanno più spostato. Di allenatori importanti per me ne ricordo tre. La prima è Erna Mega che è stata la prima allenatrice a saper valorizzare un gruppo di donne, insegnandoci come stare in campo. Poi la Bertolini che, nonostante fosse il secondo di Donella, si faceva valere ed era già allora un grande allenatore. Il terzo è Sergio Guenza, il quale, avendomi allenata solo nelle giovanili della Nazionale, mi ha trasmesso tanta passione”.
“Il ricordo sportivo più bello è il primo scudetto con il Foroni, è stato favoloso perché ero chiamata a sostituire la Brenzan, appena ritirata dal calcio, e la pressione su di me era tanta. I paragoni tra me e lei erano tanti, anche se avevamo caratteristiche e caratteri molto differenti. Il mio ruolo in campo mi ha aiutato molto nel percorso da allenatore, perché un portiere è chiamato ad essere sempre presente in campo e dare indicazioni alla squadra. La preparazione delle calciatrici è cambiata in modo importante negli ultimi anni, innanzitutto dal punto di vista della prevenzione, con il risultato di avere molti meno infortuni. Questo perché le squadre femminili si sono attrezzate con preparatori all’avanguardia ed allenatori che spingono in questo senso. Io stessa mi impunto per avere più attenzione nella prevenzione per le mie ragazze. Rispetto all’anno scorso abbiamo meno infortuni grazie ad allenamenti appositi, sia sul campo che a casa”.
“Posso solo elogiare il gruppo per quanto fatto in questo campionato, anche se la posizione di classifica non è quella che meritavamo. Chiunque ha giocato contro di noi ha avuto timore perché la squadra ha un gioco, non butta mai un pallone ma cerca sempre di giocarlo. La difficoltà che hanno avuto le mie ragazze è dovuta all’inesperienza, visto che molto sono al primo anno in Serie B e con un età media di 22 anni. E’ una squadra che nel giro di due o tre anni potrà fare molto bene, ma il livello della Serie B si è alzato molto e quindi è difficile ora dire quali saranno i risultati del prossimo anno. Se dovessimo mantenere il gruppo sono sicura che si potrà fare più che bene”.
“Tra le giocatrici che mi hanno impressionato di più ci sono Codecà, attaccante della Riozzese, che volevo già in quanto la ritengo uno dei migliori attaccanti, e Barbieri, attaccante del San Marino. Voglio spendere una parola di elogio per Laura Giuliani, portiere della Nazionale, che sta facendo molto bene da quando è approdata alla Juventus, dando continuità al suo gioco. Da citare anche due portieri stranieri, la Ohrstrom della Fiorentina e Lemey del Sassuolo che, nonostante non siano di grande stazza, sono sempre sul pezzo e sanno comandare la squadra. Per quanto riguarda le giovani mi piace molto Forcinella del Verona che vado a vedere ogni volta che posso”.
“In questo momento cerco di tenere unito il gruppo con allenamenti personalizzati e facendomi mandare video di ciò che fanno, ma ipotizzare una ripresa solo con questa preparazione è impensabile. Da un punto di vista sportivo sarei favorevole a ripartire per portare a termine il campionato, ma dal punto di vista della salute no perché sarebbe un rischio, soprattutto per le squadre del nord. E’ una situazione difficile, le ragazze vorrebbero giocare visto lo stop improvviso, c’è la voglia di stare insieme, ma c’è molta incertezza per la salute di ognuno di noi. Tante aziende hanno bloccato i pagamenti delle sponsorizzazioni, soldi vitali per molte società calcistiche. Per non far estinguere il calcio femminile c’è bisogno che le varie amministrazioni aiutino le squadre, anche se non è facile. Ci sarà sicuramente un rallentamento del nostro sviluppo, determinate società, che non sono affiliate con squadre professionistiche, faranno molta fatica. Come obiettivo personale vorrei allenare una squadra di Serie A, è difficile ma non impossibile, bisogna lavorare molto. Nel femminile noi donne dobbiamo sempre dimostrare il nostro valore, anche se siamo molto preparate”.
Credit Photo: Pierangelo Gatto