Brescia, 31 gennaio 2024 – Il Centro Sportivo Epas di San Polo ha ospitato, in data 31/01/2024, la conferenza stampa organizzata da Brescia Calcio Femminile per fare un bilancio del girone di andata del campionato di Serie B Femminile 2023/2024, conclusosi domenica 28 gennaio al Centro Sportivo Rigamonti di Buffalora con la partita tra Brescia e Pavia che ha visto la Leonessa imporsi per 4 – 3 sulle pavesi, e per fare un punto della situazione degli obiettivi societari dal momento che ci si trova a metà stagione.
La Prima Squadra del Brescia Calcio Femminile, militante nel campionato di Serie B Nazionale Femminile2023/2024, si trova ora settima in classifica con 24 punti a – 16 dalla prima(Ternana). Delle 15 partite finora disputate conta 7 vittorie, di cui 5 maturate in casa (Tavagnacco 2 – 1, Parma 2 – 1, Freedom 4 – 1, Bologna 3 – 1, Pavia 4 –3) e 2 in trasferta (Ravenna 1 – 3, San Marino 2 – 4); 3 pareggi, di cui 2 in casa (Chievo 2 – 2, Arezzo 1 – 1) e l’altro in trasferta (Hellas 0 – 0); e 5sconfitte, di cui solo 1 arrivata sul campo del Rigamonti (Genoa 1 – 2) mentre le altre 4 rimediate in trasferta (Cesena 3 – 0, Lazio 3 – 0, Ternana 4 – 1,Res Roma 3 – 1).
Nel corso del mercato invernale, la rosa è stata rinforzata con Sabrina Tasselli, portiere classe 1990 in uscita dalla Ternana, mentre sono state cedute le giocatrici Maria Bortolin e Alessia Passarella.
Durante l’evento, a cui erano presenti numerosi giornalisti mentre altri erano collegati alla diretta streaming appositamente organizzata, hanno partecipato la Presidente, ClaraGorno, l’allenatore della Prima Squadra, Aldo Nicolini, il capitano della PrimaSquadra, Veronique Brayda, e Clara Raccagni, calciatrice classe 2006, in rappresentanza dei giovani talenti della Primavera che stanno debuttando in Serie B.
A prendere la parola per prima è stata la Presidente, Clara Gorno.
Siete in linea con gli obiettivi che vi eravate posti a inizio stagione?
«Mi sento di poter dire che siamo in linea non solo con la conferenza e con le dichiarazioni di inizio stagione, ma anche con la mia conferenza di presentazione di tre anni fa. Sono molto orgogliosa perché in prima squadra si sta lavorando molto e molto bene a livello proprio di gioco perché in tre anni, da quando ho comprato, è cambiato totalmente e di questo sono molto felice. Ma lo sono soprattutto per il progetto di fondo, per le nostre ragazze, per la crescita del nostro settore giovanile e per il fatto che il mister lavora volentieri e con entusiasmo con le ragazze della Primavera che arrivano a esordire in Prima Squadra anche grazie al mister Marco Zambelli della Primavera. È un lavoro che stiamo facendo tutti insieme e ciò mi rende orgogliosa perché, come ho detto 3 anni fa, mi piacerebbe tantissimo tornare in Serie A ma con un progetto che abbia delle basi molto solide e questo significa partire dalla scuola calcio e dai primi calci. Credo, però, che il movimento debba crescere anche con il contributo del settore maschile per permetterci di avere strutture e risorse adeguate. Ad oggi il Brescia Calcio Femminile ha soltanto un accordo di collaborazione sportiva con il Brescia Calcio, per consentire a loro di avere una licenza nazionale. Il nostro staff è composto da persone estremamente competenti e questo ci permette di alzare il livello e la spettacolarità del prodotto. in questo modo si rende più interessante l’intera Serie B Femminile, soprattutto per attrarre sponsor a livello nazionale. Si parla anche di questo nel mondo del calcio e io sto investendo tanto in questo progetto. A tal proposito, ci tengo a smentire tutte le voci che nel tempo mi sono arrivate riguardo a una mia ipotetica intenzione di vendere la Società. Ciò che voglio fare, invece, è creare un modello che possa essere utile anche per le piccole società per far crescere il numero delle ragazze tesserate che, rispetto agli altri Paesi europei, è di gran lunga inferiore. L’obiettivo è tornare in Serie A, e restarci, poggiando su basi solide».
Dal momento che sei nel Consiglio Federale e fai parte anche del Tavolo di Lavoro della FIGC, credi che il “modello Brescia Calcio Femminile” possa essere preso come modello a livello nazionale?
«Sono di ritorno da Roma proprio per il Tavolo di Lavoro per cui sono stata nominata dalla Presidente. Ho fatto un intervento al Tavolo (non nego che mi tremavano le gambe) e il segretario Brunelli ha colto anche il mio messaggio, di chi ogni giorno si impegna e investe in questo movimento, garantendoci che ci saranno dei Tavoli operativi a cadenza regolare. Non bisogna temere di raccontare i propri segreti, anzi, dobbiamo farlo più spesso mettendo a disposizione la nostra esperienze, negative e positive, come l’ideazione dei Punti Brescia, dei tornei mirati e la Squadra Insuperabili. Umberto Calcagno ha detto che il calcio femminile è un progetto sociale ed è così. Io stessa l’ho provato sabato scorso quando sono stata a vedere le Pulcine che hanno fatto una partita di campionato. Mi ha colpito tantissimo il fatto che fin da piccole queste bambine devono lottare, dentro e fuori dal campo. Si può notare nei modi diversi di esultare: quando i bambini segnano, fanno il gesto del giocare a carte come per dire “troppo facile fare goal alle femmine”. Quando, invece, lo subiscono, capita che piangano. Le bambine, al contrario, esultano in modo sano e non si abbattono mai. È davvero molto importante il settore giovanile e noi dobbiamo alzare il livello del calcio. Sono orgogliosa che il Brescia Calcio Femminile è Scuola Calcio Élite per il secondo anno consecutivo anche perché possiamo pensare che arrivino in Prima Squadra ragazze che sono cresciute nel nostro vivaio. Per quanto riguarda il Tavolo di Lavoro a cui ho accennato poco fa, posso darvi la notizia che rimarremo Divisione Serie B in FIGC ed è una grandissima conquista. Godiamoci questo risultato e continuiamo a lavorare».
Nel settore giovanile, spesso i campionati sono misti. Secondo te, si potranno mai avere organizzazione e società tali da riuscire a strutturare campionati solo giovanili femminili e non per forza misti?
«Questo è un dato di fatto. Siamo una delle poche Società ad avere tutte le categorie pure e sicuramente l’ambizione è quella di avere i campionati completamente femminili. Però mi permetto di dire che giocare con i maschi può essere allenante. Mi riferisco, ad esempio, alla Danone Cup a cui ha partecipato l’anno scorso la nostra Under12. Il girone di andata del campionato è stato tutto contro i maschi e, talvolta, è stato frustrante. Però, le nostre ragazze hanno vinto la Danone Cup, arrivando a Coverciano per la disputa della finale vincendo 3 partite su 3. Per questo motivo non la vedo una cosa così negativa però, ovviamente, ci piacerebbe avere campionati del tutto femminili. Ma c’è ancora tantissimo lavoro da fare per arrivarci. La cosa importante è che non è più un tabù giocare a calcio e sono contenta che le famiglie delle nostre ragazze possano contare su una Società sportiva in cui l’ambiente è sano».
Quest’anno ripeterete la DreamCup?
«Certamente sì! Avevo già detto che era un appuntamento che avrei voluto fosse fisso. Da marzo partirà anche la Squadra di Insuperabili, che è un’affiliazione con l’associazione Insuperabili di Torino, il cui testimonial è Chiellini. La Dream Cup è stata il trampolino di lancio per arrivare ad avere una squadra con persone che hanno una disabilità perché nessuno debba sentirsi diverso».
È stato poi il turno del Mister, Aldo Nicolini, che ha esordito facendo eco a quanto dichiarato dalla Presidente in merito agli obiettivi: «Io parlo delle ragazze e della loro crescita, a 360 ° durante gli allenamenti e durante la settimana. Credo che loro si stiano spingendo davvero oltre e stanno cercando di migliorarsi giorno dopo giorno sotto ogni aspetto. Il lavoro che facciamo è reso possibile anche grazie a uno staff con cui ci dedichiamo alle ragazze dal primo all’ultimo minuto. Dobbiamo tenere alto il nostro livello perché sappiamo che insidie sono dietro l’angolo».
Prima di allenare il femminile, ha allenato il settore maschile. Ha trovato differenze sostanziali nella gestione e preparazione di allenamenti e partite?
«No, non è cambiata una virgola nel nostro modo di lavorare e di approcciarsi. Dentro il campo facciamo le stesse cose. Per me il calcio è uno solo e il deterrente per il calcio femminile è chi pensa che esistano due tipi di calcio. Le dinamiche di uno spogliatoio femminile sono diverse come anche lo sono alcuni aspetti fisici e il modo di motivare un gruppo femminile».
Più volte si è sentito dire che il calcio femminile va bene ma che bisognerebbe cambiare le regole, ad esempio accorciare il campo o ridurre la dimensione delle porte. Cosa pensa a riguardo?
«Sicuramente per loro è una difficoltà e, come dicevo prima, ci sono degli aspetti fisici diversi e la copertura dello spazio è chiaro che funziona in modo diverso. Quindi ci sono degli accorgimenti in questo senso: dobbiamo cercare di rendere noi il campo più piccolo per agevolare le ragazze a coprire meglio certi spazi. Secondo me sono orgogliose di lavorare sugli stessi spazi e sulle stesse distanze e con le stesse misure del maschile e non vogliono sentirsi un qualcosa di diverso anche se poi, è inutile negarlo, quello potrebbe essere un aspetto che le agevola».
Le hanno mai detto che il calcio femminile è “un finto calcio, che non è come quello vero”? Se sì, le è sembrato che il suo lavoro venisse sminuito?
«Sinceramente non ci ho mai pensato e non ho mai dato credito a certe parole. Non sono stato obbligato a venire al Brescia Calcio Femminile, è stata una scelta mia ben precisa. Io ho delle responsabilità nei confronti della Società, e delle ragazze che alleno e a cui cerco di dare il maggior numero di strumenti possibili per migliorare, crescere e sviluppare le loro conoscenze calcistiche. A tutti gli altri discorsi non ci penso».
Com’è allenare sua figlia (Ludovica)?
«È una giocatrice di calcio, non esiste altro».
Veronique Brayda, capitano della Prima Squadra fissa a Brescia dal 2018, ti senti di poter fare da modello alle ragazze che vengono convocate con voi in Prima Squadra?
«Da un certo punto di vista, sì. Entrare nello spogliatoio di una prima squadra per loro non è sempre semplice e noi cerchiamo di accoglierle al meglio possibile».
Sei anche allenatrice delle piccole, che spesso vengono a sostenervi, che emozione provi quando le senti e le vedi fare il tifo per voi?
«Credo sia una delle cose migliori in assoluto. Dal settore giovanile puoi imparare tanto, soprattutto dalle più piccole che spesso mi stravolgono la giornata».
Tre anni fa, la Presidente Gorno, appena arrivata, ti ha voluta fortemente e mostrandoti tanta fiducia, che è stata ripagata. Da quel momento sei cresciuta tanto e spesso sei incisiva.
«Vorrei sottolineare il fatto che se in questo momento io sono tanto decisiva è perché dietro di me ho delle compagne, e uno staff, che mi permettono di esserlo e compagne. Siamo cresciute tanto e lo stiamo facendo tutt’ora con il lavoro che facciamo tutti i giorni sul campo. Tutti noi ci stiamo impegnando tantissimo e stiamo ricevendo altrettanto. Penso che sia la strada giusta. Ovviamente ci sono i momenti di difficoltà, magari anche a livello personale, ma l’insieme delle persone con cui lavoriamo fa la differenza (la Presidente che parla con noi prima di ogni partita e condivide con noi l’atmosfera pre e post gara, il Mister che fa discorsi motivazionali, la vicinanza delle compagne). Se quest’anno mi sento cresciuta così tanto è grazie a tutto ciò che c’è dietro. Il mio obiettivo è tornare in Serie A con il Brescia».
Clara Raccagni, calciatrice classe 2006, in rappresentanza delle giovani debuttanti in Prima Squadra, è stata l’ultima a intervenire. Com’è stato il tuo esordio in Serie B?
«Inaspettato. Me ne sono resa conto alla fine della partita, quando sono andata a dare il cinque alle mie compagne. Loro sono diventate dei punti di riferimento per me perché con la loro esperienza mi stanno trasmettendo tanto sia dal punto di vista calcistico, sia da quello umano. Quando sono andata a fare il primo allenamento ero tesa però ho trovato subito un ambiente molto accogliente da cui porto sempre a casa qualcosa. Sento che noi giovani siamo valorizzate e non ci sentiamo inferiori in niente. Il mister e lo staff lavorano su di noi come lo fanno con ogni altra ragazza».