Angelica Poli è una giovane giocatrice del Ravenna Women che si è raccontata in un’intervista sulle pagine di Gruppo Fotografia Aula 21, dove ha parlato dei sacrifici fatti per provare a ritagliarsi un futuro nel mondo del calcio e della differenza ancora vincente fra calcio maschile e femminile.
Ecco quanto ha dichiarato Angelica:
“La vita fuori dal campo? Secondo me non è importante essere amiche anche fuori, è fondamentale trovarsi bene come gruppo in campo e avere le stesse ambizioni, le stesse motivazioni e gli stessi stimoli per arrivare poi unite al raggiungimento dell’obiettivo”.
“Verso il mondo del calcio femminile ci sono molti pregiudizi e stereotipi da superare. All’interno dello spogliatoio di quest’anno, come nei precedenti che ho vissuto, c’è un clima di enorme inclusione e serenità”.
“In campo si vivono moltissime emozioni, a volte anche mai provate fuori. Gestire le emozioni sul terreno di gioco mi risulta molto più difficile che gestirle fuori, per me è comunque di aiuto nell’abbreviare i tempi di reazioni o di gestione di queste, soprattutto sotto pressione”.
“Nella mia esperienza calcistica sto investendo molto, dato che mi sono trasferita qui a Ravenna per fare esperienza nel mondo delle grandi, nonostante abbia dovuto cambiare scuola nell’anno della mia maturità. Vorrei che questa mia passione diventasse un lavoro, senza ovviamente trascurare lo studio”.
“Il calcio femminile può essere visto come un’ulteriore battaglia da portare avanti per emancipare la figura della donna, anche nei fatti e collocarla in una situazione di parità rispetto alla figura maschile. La donna calcolatrice a differenza dei colleghi uomini, non è considerata professionista e lo sport femminile non viene riconosciuto come un vero e proprio lavoro. Lo sport, inoltre, può aiutare a trasmettere valori positivi quali il fair play, la lealtà e la collaborazione. Lo sport individuale, invece, è più una sfida che si intraprende con se stessi e aiuta ad apprendere quali sono i nostri limiti e a superarli tramite il sacrificio e il duro lavoro”.
Credit Photo: Ravenna Women