La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il collega d’oltremanica di ArseBlog che conosce molto bene Joe Montemurro nuovo coach della Juventus Women, Tim Stillman, per parlare approfonditamente di lui e non solo:
I tifosi italiani sono stati sorpresi dal cambio dell’allenatore, specialmente perché quasi nessuno conosce Joe Montemurro al di là dei suoi trascorsi da calciatori a Treviso. Ci puoi raccontare chi è il nuovo coach della Juventus Women?
“Di Joe Montemurro colpisce la simpatia, questo aspetto diventerà evidente molto velocemente. Si relaziona bene con le giocatrici per via delle sue qualità umane, come allenatore preferisce molto il calcio di possesso e gli piace molto la versatilità e predilige chi gioca in tanti ruoli. La parola che utilizza di più è ‘fluidità’, la sentirete spesso in Italia”.
Quali sono i principi a cui si ispira maggiormente?
“È molto ispirato ai principi del calcio totale, in cui gli interpreti ruotano di posizione e c’è sempre una linea di passaggio. Gli piace anche analizzare molto le debolezze dell’avversario. Qualcosa di cui vi renderete presto conto è che possiede un piano per ogni squadra che affronterà, non sorprenderà che la Juventus giocherà in maniera differente in base all’avversario che avrà di fronte. Il suo stile di gioco non cambierà mai, è solito far guardare sessioni video alle proprie calciatrici in cui presenta una o due debolezze dell’avversario”.
Lo conosci davvero molto bene, quali sono le sensazioni che Joe ti ha fornito durante l’ultima intervista che ti ha rilasciato?
“Ho parlato con lui all’inizio e alla fine di ogni match disputato dall’Arsenal, spesso ho chiacchierato più con Joe che con mia moglie nell’ultimo anno (sorride ndr). Penso si fosse reso conto che il suo ciclo qui era giunto al termine e voleva una nuova sfida. Parla fluentemente l’italiano, i suoi nonni sono italiani ed è cresciuto parlando la lingua con i suoi fratelli e i suoi genitori. Penso che lavorare in Italia, soprattutto per un grande club come la Juventus, sia un grande sogno per lui. Fin da giovane, è sempre stato influenzato dal calcio italiano”.
Interessante, chi sono stati i suoi maestri di calcio?
“Le sue principali influenze di allenatore derivano probabilmente dal calcio totale di Cruijff/Michels e da Arrigo Sacchi. In effetti, la prima squadra con cui ha giocato a Melbourne si chiama Brunswick Juventus, era un club formato da immigrati italiani. Era destino. Vi dirà che è cresciuto sentendosi più italiano che australiano e penso che sarà molto contento di questa sfida. Ma Joe è sempre molto ottimista e positivo quando gli parli”.
La Premier al momento è un calcio totalmente differente da quello italiano, saprà adattarsi alla Juventus e all’Italia?
“Sì, Joe è il tipo di allenatore che ha bisogno di allenare una squadra dominante. Anche lui è un “project coach”, penso adorerà plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza. In particolare, gli piacerà lavorare con Barbara Bonansea”.
E quindi Montemurro è l’uomo adatto per avvicinare la Juve al resto d’Europa.
“Penso che sia un’ottima mossa della Juventus, in quanto Joe ha acquisito più esperienza grazie al suo periodo all’Arsenal ed ora è fondamentalmente un allenatore italiano. La Juve sarà fortemente favorita per la vittoria del campionato, chiaramente, e il suo successo si misurerà più da quello che accadrà in Champions League. E’ stato criticato per lo score ottenuto contro Chelsea e Manchester City, la scorsa stagione non si è comportato bene contro il Psg in Europa. Ma sono convinto che farà bene e non farà rimpiangere una grande allenatrice come Rita Guarino”.
A tuo parere, il tecnico cercherà di portare qualche calciatrice dall’Arsenal?
“Non credo, soprattutto a causa dell’enorme di stipendio. Ma ho già visto che c’è un legame con il portiere francese Pauline Peyraud-Magnin. Una cosa leggermente insolita di Joe è che gli piace ruotare il portiere, quindi gli piacciono due portieri davvero solidi. La prima calciatrice che ha portato qui è stata Lia Wälti e per quella posizione a metà campo è stata fondamentale. Gli piace avere un ottimo passante e qualcuno che possa coprire i terzini. All’Arsenal ha subito trasformato due delle ali – McCabe ed Evans – in terzini perché gli piace molto attaccare da quelle zone. Mi aspetto che guardi da vicino quelle posizioni di campo”.
Si ringrazia Tim Stillman per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
Credit Photo: Andrea Amato