Effetto della pandemia, anche il Telegraph si schiera – a certezze invertite, e campionati femminili in piena tempesta – dalla parte della ct dell’Italia Milena Bertolini, convinta che “le donne salveranno il calcio”. Ora che da mettere in sicurezza c’e’ tutto il movimento, all’ultimo posto sembrano essere tornate le calciatrici osannate fino a qualche mese fa, come rileva l’editoriale del giornale inglese.
E Sara Gama, per l’Italia, lancia un grido d’allarme: “Serve un protocollo ad hoc per la nostra serie A e il professionismo”.
Un paio di settimane al massimo e anche la Serie A femminile conoscerà il proprio futuro. Tuttavia rispetto al massimo campionato maschile, che sembra oramai avviato verso la ripresa, l’incertezza la fa da padrona. I nodi da sciogliere sono legati all’applicabilità dei protocolli sanitari e alla disponibilità di contributi da parte della Federcalcio. In questi giorni ci sarà un confronto con i 12 club iscritti al torneo, ma intanto nel corso del Consiglio federale di ieri il capitano della Nazionale e della Juventus, Sara Gama, in qualità di consigliere in quota atleti per l’Assocalciatori ha chiesto chiarezza sul da farsi.
E in funzione dell’auspicata ripresa, spiega all’ANSA, “Ci aspettiamo pari tutele sanitarie dei nostri colleghi uomini, che venga redatto un protocollo ad hoc perché quello dei dilettanti per noi non va bene per riprendere. Attendiamo poi anche le risorse per tornare ad allenarci e vivere da professioniste quali siamo”. E questo perché “le calciatrici oggi sono consapevoli di essere professioniste a tutti gli effetti e quindi si aspettano un riconoscimento ufficiale del loro status”.
Al momento, nel panorama dilettantistico, la Serie A femminile è infatti l’unica competizione che non è stata dichiarata chiusa e che resta in sospeso con 37 partite ancora da giocare. “Quello che conta è il salto di qualità – sottolinea Gama -: bisogna approdare al professionismo. Siamo a un bivio, ma nei momenti di crisi ci sono anche grandi possibilità , si può riformare”.
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