Regina Baresi è intervenuta ieri a Radio Nerazzurra per un podcast sulla sua vita e sulla sua carriera calcistica.
“Il primo ricordo legato all’Inter.”
“Non ho molti ricordi di quando ero piccola, nemmeno di quando mio padre era in campo perché ero piccola, se non attraverso le cassette. Ricordo Ronaldo, credo sia uno dei più belli che mi porto dietro. E’ stato uno di quelli che ho amato di più, ho scelto il 9 per lui. Mi ispiravo a lui anche se avevo caratteristiche diverse. E’ sempre stato un fenomeno, credo sia nel cuore di tutti gli interisti”.
“Più sentita la rivalità con Juve o Milan?”
“La Juve negli ultimi anni è quella che ha sempre vinto, una rivalità forte. Il Milan è la squadra del derby, emozioni per me forti anche a livello familiare. Sono rivalità differenti”.
“Papà Beppe ti ha spinto verso la passione per l’Inter?”
“Ha lasciato completa libertà a me e mio fratello, che tifa Roma. Io mi sono sentita di seguire la sua strada avendo la passione per il calcio. Ho sempre giocato con l’Inter, mi è venuto naturale seguirlo”.
“Un bilancio finale della carriera.”
“Io sono molto soddisfatta, quando ho iniziato a giocare sognavo la squadra ufficiale dell’Inter e sembrava un traguardo irraggiungibile. Dopo anni di sacrifici e lavoro per far conoscere di più il calcio femminile è cresciuto tutto, ho avuto la fortuna di essere capitana dell’Inter. Posso essere soddisfatta. Mi sono ritirata perché avevo voglia di fare anche altre cose che non erano compatibili con la vita da atleta. Ho deciso di cambiare e costruire qualcosa di diverso”.
“Come prosegue la crescita del calcio femminile?”
“Stiamo crescendo negli ultimi anni, il Mondiale ha dato visibilità e l’arrivo dei club maschili ha aiutato tantissimo per le strutture e la preparazione delle persone. Stiamo facendo tanti passi avanti, il professionismo sarà un ulteriore tassello”.
“La tua più grande gioia e delusione da calciatrice e tifosa.”
“Da tifosa il 2010 con Mourinho e mio papà, in cui abbiamo vinto tutto. Da giocatrice la vittoria del campionato e la promozione in Serie A, non abbiamo mai perso una partita. Un’annata stupenda, con tanto di festa a San Siro. E’ stato indimenticabile. Come delusioni nel 2014 perché eravamo salite in A e poi siamo retrocesse. E’ stato un anno molto difficile, dopo tante stagioni siamo tornate in A. La delusione come tifosa forse quando mio padre non è rimasto più nello staff della prima squadra”.
“Cosa significa essere interista?”
“Io sono nata con l’Inter, avendo in casa i colori nerazzurri portati da mio papà. E’ una passione che ho da sempre, avendo giocato tanti anni nell’Inter è una famiglia, è casa. E’ soprattutto tanto orgoglio per aver indossato la maglia e la fascia da capitano”.
Credit Photo: Marco Montrone