Il presidente del Tavagnacco, Roberto Moroso, insieme ad altri tre dirigenti del calcio femminile, è stato oggetto di un provvedimento disciplinare da parte della Federazione che comporta una pena di ben 5 mesi di inibizione. Il motivo è di aver partecipato nel 2015, con il settore giovanile del Tavagnacco, a un torneo in cui gli organizzatori avevano scelto di appoggiarsi al Csi anziché alla Figc.
Per questo Moroso, così come i presidenti di Brescia, Bologna e Pordenone, oltre a dover pagare una multa di 600 euro, non potrà rappresentare la società gialloblu, né rilasciare dichiarazioni che la riguardino, per i prossimi 5 mesi (con decorrenza dal 20/07/2016).
Una decisione che la società Tavagnacco condanna fermamente e non condivide, considerandola non solo ingiusta, ma prima di senso. Innanzitutto perché la Figc, pur avendo deciso di non investire nel calcio femminile, di fatto si sente in dovere di reprimere le azioni di promozione rivolte alle calciatrici ‘in erba’. Nel caso specifico, è Comitato Regionale del Friuli ad essersi rivolto al Tribunale Federale Nazionale per ‘denunciare’ la presenza delle squadre giovanili di Brescia, Tavagnacco, Bologna e Pordenone al torneo internazionale Under 16 e Under 19 organizzato nell’aprile 2015 a Pordenone senza aver chiesto l’autorizzazione alla Figc (ma rivolgendosi al Csi).
Una scelta che penalizza le società coinvolte, svilisce il lavoro svolto nel settore giovanile (che vede il Tavagnacco primeggiare a livello nazionale) e non contribuisce allo sviluppo del calcio femminile!