Photo Credit: AC Milan

Per celebrare il 125° anniversario dell’AC Milan, la società è stata protagonista del Soccerex Miami 2024, principale evento globale dedicato al business del calcio, svoltosi il 13 e il 14 novembre.

Durante il contesto del panel “Game Changers” è intervenuta sul palco la Head of Women Football dei rossoneri, Elisabet Spina. L’ex calciatrice ha trattato diversi argomenti che riguardano la visione e i progetti del Settore Femminile della società milanese: dall’innovativa policy di maternità per le calciatrici e le responsabili dello staff tecnico alla tutela e lo sviluppo delle giovanili femminili fino ad arrivare all’analisi delle nuove opportunità di crescita per tutto il sistema calcistico femminile italiano.

All’inizio di questa stagione, il Milan ha introdotto una nuova politica che tutela le gravidanze delle tesserate e la crescita dei figli grazie al rinnovo contrattuale alle stesse cifre, in modo che le giocatrici o i membri dello staff non debbano sacrificare la propria carriera per sostenere la loro vita privata. Spina ne ha parlato così: “In quanto Milan, sentiamo la responsabilità di rappresentare un Club leggendario, non soltanto sul terreno di gioco. Per questo, ogni anno il nostro Settore Femminile si propone di realizzare un progetto speciale per contribuire a un’evoluzione positiva per tutto il mondo del calcio. In questo caso, il nostro obiettivo era quello di mettere le tesserate in condizione di non essere obbligate a scegliere tra la loro vita privata e quella professionale, ed è la prima volta in assoluto che un club di calcio garantisce formalmente il rinnovo automatico alle calciatrici che iniziano una gravidanza con il contratto in scadenza. Oggi, con questa nuova policy, si può finalmente pensare di avere dei figli senza dover abbandonare la propria carriera: così si rivoluziona il modo in cui le future generazioni potranno concepire e programmare la propria vita dentro e fuori dal campo”.

Per quanto riguarda i settori giovanili, la società rossonera è stata finalista agli ECA Awards, una manifestazione che premia i club che hanno avuto un’influenza positiva anche extracalcistica. Spina è intervenuta in questo modo: “Per il calcio femminile italiano, un momento di svolta è arrivato nella stagione 2015/16, quando la Federazione ha stabilito che tutti i club che avessero voluto iscrivere la propria squadra maschile a una competizione professionistica avrebbero dovuto investire nel proprio Settore Giovanile femminile. Oggi, grazie a un percorso virtuoso, abbiamo sei squadre tra l’under 10 e l’under 19 che utilizzano le stesse strutture dei coetanei maschi – quando ero giovane io, sarebbe stato impossibile da immaginare –, la nostra Primavera lo scorso anno ha vinto lo Scudetto e quest’anno tante di quelle calciatrici sono arrivate a giocare nella nostra Prima Squadra. Le barriere sono cadute. Abbiamo scelto di offrire loro le stesse opportunità dei ragazzi in termini di professionisti, infrastrutture, educazione, e attraverso il nostro progetto di tutela e sviluppo del talento giovanile attraverso pari opportunità abbiamo rilevato come questo abbia portato grandi benefici non soltanto alle nostre calciatrici, ma anche ai nostri calciatori. Nel quotidiano, a scuola, e chiaramente il tutto si riflette anche sul campo. Siamo davvero felici che ECA abbia riconosciuto il valore di questo progetto. Il calcio femminile ha provato a lungo a seguire i passi del maschile, ma in futuro potremo aiutarci a crescere a vicenda. Per le generazioni più mature potrà sembrare strano, ma per i giovani è qualcosa di normale: dopotutto, questi ragazzi vivono insieme, utilizzano gli stessi centri sportivi, sono seguiti dagli stessi professionisti, e così via”.

Infine, la Head of Football Women del Milan, Spina, ha voluto esprimere le proprie opinioni sulle ulteriori opportunità di crescita del movimento calcistico femminile, che ha sostenuto poter essere la base per lo sviluppo di altri sport femminili in Italia: “Nel nostro paese, le calciatrici sono ancora oggi le uniche atlete professioniste. Questo significa che in questo momento il calcio può diventare un modello da seguire per gli altri sport. Stiamo crescendo, ma c’è ancora del lavoro da fare su alcune tematiche specifiche. Rispetto ad altre nazioni, per esempio, in Italia manca una lega che si prenda cura delle necessità delle squadre. Anche il format del campionato è in discussione e nella prossima stagione cambierà rispetto a quello a cui siamo stati abituati di recente. Poi c’è il regolamento sulle calciatrici cresciute all’interno del proprio Settore Giovanile, che probabilmente non lascia abbastanza spazio per le calciatrici internazionali che vorrebbero giocare nel nostro campionato. Ci sono i diritti tv, che negli ultimi anni sono stati divisi in parti uguali, a prescindere dagli investimenti effettuati. Possiamo dire che, in questo periodo, si sta cercando di trovare un equilibrio su molti aspetti diversi e che, se nei primi anni avere un Settore Femminile non era un progetto sostenibile, ora lo si inizia a considerare un vero e proprio investimento. Come Club, noi investiamo sempre per raggiungere risultati a lungo termine. Non soltanto in campo, ma anche per costruire qualcosa di importante per le future generazioni”.

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.