Credit Photo: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femmnile Italiano

La sconfitta della Juventus Women, la prima casalinga e la seconda in stagione, è sicuramente difficile da digerire, una pillola tutt’altro che dolce che arriva proprio in procinto del turno di riposo delle bianconere, che dovranno raccogliere le idee per affrontare, al rientro, l’Inter di Gianpiero Piovani in trasferta a Milano.

A rilasciare alcune dichiarazioni in conferenza al termine del match è stata Martina Rosucci. La leader bianconera ha parlato a nome di tutta la squadra, andando a sottolineare la prestazione non brillante della Juventus, che è scesa in campo “non da Juve”, e che il pareggio contro il Milan e questa sconfitta serviranno da lezione per le partite a venire, due passi falsi che saranno un monito per ricordarsi che cosa significa scendere in campo con quella divisa e che cosa bisogna fare per renderle onore, a testa alta e con umiltà: «Avremo tempo di lavorare, duramente e in maniera umile, perché oggi non siamo state all’altezza di questa maglia: non ci sono scuse, non ci sono infortuni, non c’è campo, non c’è stanchezza che tenga. Abbiamo avuto due occasioni per allungare il nostro vantaggio e non le abbiamo sfruttate, quindi dobbiamo fare umilmente un mea culpa e tornare a lavorare in serenità, ma ancora di più, perché quando perdi vuol dire che qualcosa è andato male e che bisogna lavorare di più, ed è quello che faremo dal primo giorno di allenamento della prossima settimana: è tutto nelle nostre mani, sappiamo quello che dobbiamo fare ma, soprattutto, dopo queste due partite, sappiamo quello che non dobbiamo fare.»

La calciatrice non crede che a mancare, contro la Fiorentina, sia stato il giusto atteggiamento della squadra, una parola ricorrente nella filosofia e nel calcio proposto dalle bianconere, quanto un insieme di fattori che hanno portato il match ad avere un epilogo infelice per le padrone di casa, compresa un’opacità collettiva: «È mancato lo spirito, ma non voglio dire che sia mancato l’atteggiamento, perché siamo delle ragazze che veramente ci mettono tutto, sempre, anche nelle disfatte come oggi. Oggi non ha funzionato tutto: non ha funzionato tecnicamente, non ha funzionato com’eravamo messe in campo, non ha funzionato il nostro cinismo, non siamo state abbastanza attente e non siamo riuscite a fare gol perché, vuoi o non vuoi, la palla non voleva entrare, e abbiamo avuto tante occasioni. La squadra è un gruppo di ragazze umili, che hanno voglia di lavorare, e le facce delle mie compagne e la mia alla fine della partita lo dimostrano: nessuno ha abbassato la guardia, semplicemente, in una stagione, ci sono anche dei momenti così. Quando crei quel vantaggio ti serve anche ad affrontare dei momenti come questi, perché nel corso di una stagione ci sono dei down, e quindi quel vantaggio dà anche a noi la possibilità di sbagliare», ha dichiarato. Il vantaggio maturato nella prima fase e nelle prime due partite della Poule sulle dirette inseguitrici non è di certo frutto di fortuna, quanto di un’unione, di una compattezza e di un cinismo che, contro la Fiorentina, sono venuti a mancare. Il gruppo, comunque, è rimasto unito, anche nella sconfitta, e ha dimostrato, ancora una volta, di essere molto accogliente e al lavoro per raggiungere gli stessi obiettivi.

Il turno di riposo concesso alle bianconere nel prossimo fine settimana, secondo la centrocampista, arriva in un momento in cui, invece, la squadra ha un grande spirito di rivalsa e il desiderio di tornare a giocare per scrollarsi di dosso la sconfitta, i demoni e tutti i pensieri negativi. In compenso, però, le giocatrici con più minuti nelle gambe potranno rifiatare un po’ e tornare più cariche di prima, nonostante il turno di pausa sia, forse, qualcosa di cui la squadra non ha bisogno: «Giocherei un’altra partita domani, non abbiamo assolutamente voglia di riposarci e di stare a guardare per un weekend, questa è la formula e tocca a noi riposare la prossima settimana. Quando succedono partite come queste hai voglia di rigiocare subito. Sicuramente abbiamo da rifiatare, qualche mia compagna che ha giocato di più ha bisogno di riposare, però non è quello di cui abbiamo bisogno.»

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.

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