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Al Mirko Fersini, in data odierna, è andata in scena una sfida tutta da godere tra Lazio e Inter, valida per la diciottesima giornata del campionato di massima categoria.
A spuntarla inizialmente la squadra ospite per 2-0, fattasi poi momentaneamente raggiungere nel secondo tempo dalle agguerritissime biancocelesti; Magull e Merlo le calciatrici da tramite per un botta e risposta ed il ritrovo del 2-4, figure d’anticipo della resa finale equivalente alla parità (4-4). Rimandato, quindi, il +3 col pensiero di massiccio avvicinamento alla capolista Juventus, è ormai sicurezza, invece, l’accesso alla Poule Scudetto. Di seguito le pagelle nerazzurre.

RÚNARSDÓTTIR: 6,5 – Se la statistica dice che è il portiere con la percentuale più alta di parate un motivo ci sarà. In questa occasione, però, lo dimostra solo nei primi frangenti, bloccando (per citarne una) un centralissimo pallone avversario che, senza il suo intervento, sarebbe stato un goal sicuro. Mettendo da parte le quattro reti subite (imprendibili sia per il punto scelto, sia per la loro potenza) il suo è stato comunque un approccio complessivamente fondamentale per tutta la durata della trasferta.

BOWEN: 5 – Prestazione con votazione mediocre per quest’ultima, non centrata dall’inizio alla fine del processo. Una delle note poco liete della medesima circostanza, con chiusure non andate a buon fine.

MILINKOVIĆ: 4,5 – Non riesce a tenere del tutto testa al pressing avversario, perdendosi in varie marcature e non convincendo in tal senso. Tra le protagoniste della parte disastrosa del match, ma leggermente meglio sul piano fisico.

ANDRÉS: : 6,5 – Attiva partecipante di una gara pullulante di sorprese. Bene la prima fase di copertura con annessa chiusura di azioni pericolose provenienti dal fronte Lazio; se la domanda è “poteva fare meglio?” probabilmente la risposta è “si”, ma l’esito definitivo non è sicuramente solo merito suo.

MERLO: 7 – Non solo risulta più volte propositiva da fuori area, ma chiude ed evita il goal accorcia distanze della formazione laziale, firmando un 4-2 proprio quando la partita sembrava prendere una brutta piega.

MAGULL: 6,5 – Regala la rete del 2-3 con raffinata eleganza, ma anche un sorriso alla propria squadra che aveva appena subito due goal a poca distanza. Alla tedesca si potrebbe quasi attribuire lo stesso effetto della camomilla: calmante (anche se qui il senso è un altro).

CSISZÀR: 7 – 79 minuti di fascia al braccio, conditi da un raddoppio all’8′ con un destro dalla lunetta all’angolino destro (bella azione servita da Schough) ed una energia fuori dal comune. Sostituita da Pavan nell’esatto minutaggio sopra citato, lascia un effetto di malinconia.

TOMASELLI: 6,5 – Apre le marcature al 2′  e si destreggia tra i vari reparti, offrendo aiuto alle compagne. A rimpiazzarla Bugeja dopo quasi 70 minuti di gioco che segna clamorosamente la trasferta con un errore a porta vuota costato caro all’intera formazione.

SCHOUGH: 6 – Il lavoro c’è, bisogna forse darle il tempo di ingranare, vista la neo immissione in ruolo. Offre l’occasione del tris nel primo tempo e si fa trovare pronta per incrementare il pressing generale. Tutto sommato la sua è stata una prova sufficiente.

CAMBIAGHI: 6 – Al di là del giallo che le è stato attribuito, è parsa meno brillante del solito. Se si deve fare una valutazione generale, non si può non tenere conto della sua utile opera offensiva, seppur un po’ a rilento. Un vero peccato.

SERTURINI: 5 – Probabilmente ci ha abituati a ben altro. Non ha brillato a dovere, seppur ci sia stato l’impegno.

POLLI: 6,5 – Ruolo di ordinaria amministrazione. Subentra con evidente buona intenzione in termini di impostazione, tenendo possesso palla.

BARTOLI: 5,5 – Al momento del suo arrivo non cambia le sorti della gara. Poco chiamata in causa, dal 78′ in poi nessun “carpe diem” per lei.

GIANPIERO PIOVANI: 6 – Segue la solita linea di gestione della squadra. Probabilmente quella da quest’ultimo provata si rivelerà una felicità solo in parte, con orgoglio per la pronta reazione post 2-2. Tenere fuori Tessa Wullaert (5 goal in 15 dispute) è stato un errore? Chi lo sa. Certo è che, tenendo conto del contributo di Csiszàr, la scelta della sua sostituzione risulta inspiegabile.