Laura Fusetti ha lasciato il calcio giocato al termine della stagione appena conclusa. La bandiera rossonera vanta 6 stagioni con l’AC Milan Women, otennendo risultati numerici leggendari: è stata la prima rossonera a raggiungere le 100 presenze, per un totale di 135 presenze con il club.
Laura si è raccontata a cuore aperto in una lunga intervista in esclusiva attraverso i canali ufficiali del club:
“È un po’ di anni che penso che questo sogno doveva finire. Sicuramente anche per il fatto che il calcio femminile è migliorato tanto a livello di intensità e fisicità, avere qualche annetto in più avrebbe inciso. Una scelta sofferta, indubbiamente, perchè se penso a tutti i miei 33 anni vedo il calcio, quindi se fosse per me sarei andata avanti a vita. Però, le mie gambe, il mio fisico e, soprattutto quello che sarà poi, mi hanno accompagnata al momento di pensare a cosa fare dopo”.
Come hai visto crescere il calcio femminile in questi anni?
“È tanti anni che gioco a calcio e se penso ai miei inizi anche in una prima squadra femminile, a distanza di 20 anni è cambiato tantissimo. Eravamo in pochissime, non ci seguiva nessuno, lo facevamo per passione e perchè ci piaceva. Da quel momento ad oggi è cambiato tanto perchè i club maschili si sono interessati, hanno creduto nel calcio femminile e ci hanno dato questa possibilità. Se vent’anni fa avessi detto che ero una calciatrice, tutti avrebbero riso e, probabilmente, avrei riso anche io. Era un’utopia. Le giovani calciatrici oggi vengono preparate al meglio seguendo, poi, lo stile del calcio maschile. L’impronta è totalmente diversa”.
Ultima partita ufficiale con una vittoria, in una giornata intensa, come l’hai vissuta?
“Chiudere con una vittoria è stato sicuramente il regalo migliore per quella giornata. A dire la verità, avevo momenti in cui ero abbastanza agitata perchè volevo chiudere in bellezza. In parte ero anche dispiaciuta, mi chiedevo cosa ne sarebbe stato di me dopo. Una cosa è certa, nel momento in cui sono entrata in campo ho pensato solo a giocare a calcio e a divertirmi. Il segreto è sempre stato quello, quando entravo in campo c’erano solo la palla, le mie compagne e nient’altro”.
La premiazione prima della partita e i festeggiamenti alla fine. Hai vissuto quel momento con tanta vicinanza?
“Ho vissuto quel momento con tantissima vicinanza. Non ho un carattere facilissimo, però penso che il calcio un po’ abbia tirato fuori il meglio di me. Ho sempre cercato di coinvolgere le mie compagne e di essere di aiuto nel bene e nel male a tutte. Speravo ci fosse tutto quell’affetto, ma in realtà ce n’è stato molto di più. Tutto è stato veramente molto bello. Per quanto riguarda la premiazione, ricevere il premi dal presidente Scaroni è stato un momento molto importante. Doveva essere un giorno triste, ma me lo ricorderò sempre come un giorno di festa ed è così che volevo che fosse. Le mie compagne sono state stupende”.
Dopo tutti questi anni, che rapporto senti di avere con il Milan?
“La prima frase che ho sentito dire quando sono arrivata nel club è stata: il Milan è come una famiglia. Quelle parole mi hanno fatto capire che fosse la squadra giusta e per cui avrei voluto lottare. Sono stati sei anni in cui ho sempre creduto in quella frase e nelle mie compagne, il Milan per me è una seconda famiglia, mi sarebbe piaciuto non rimanere in questo club perchè non riesco a immaginarmi in una squadra che non sia quella rossonera”.
Quali sono i momenti particolari che porterai sempre con te?
“Di momenti ce ne sono tanti, tra cui la finale di Coppa Italia, anche se purtroppo l’abbiamo persa ai rigori. Ma uno dei momenti più belli è stato quello della qualificazione in Champions, la partita contro il Sassuolo, il primo derby che abbiamo vinto in casa dell’Inter. Per una milanista, i derby vinti sono la cosa più bella”.
Hai sempre indossato una maglia abbastanza pesante, la 6 di Baresi che hai scelto consapevolmente…
“Sin da quando sono piccola, ho scelto la il numero 6. E quando sono arrivata al Milan mi è stato chiesto quale maglia volessi e ho detto la 6. Dopo averlo comunicato, mi sono detta: Laura sei sicura di quello che fai? Ricordati che il 6 è di Franco Baresi e la maglia è stata ritirata. Se fai male alla prima partita sei rovinata (ride). Però, poteva essere un motivo per migliorare e onorare la maglia che avrei indossato. Da quel giorno, è stato bello indossare quella maglia e sapevo che avrei dovuto comportarmi in un certo modo sia in campo che fuori. Franco Baresi è stato un grande capitano del Milan, una grande persona e un grande uomo. Io ho cercato di rispettare la maglia e di dare il mio meglio, sono onorata di aver avuto questo privilegio”.
La storia di questa maglia proseguirà, sarà indossata da Nadine Sorelli dopo il passaggio di consegne nell’ultima partita contro la Samp. Che momento è stato e come immagini il futuro?
“Ho avuto la fortuna di conoscere Nadine anche sul campo perchè si è allenata spesso con noi. Posso dire che non ci sia giocatrice migliore, in qualche modo la sento vicina. È grintosa, rispettosa e da sempre il massimo. Si è visto nelle partite delle Final Four e quando, poi, hanno vinto il campionato Primavera. Le auguro di togliersi parecchie soddisfazioni perchè se lo merita, lo dovrà dimostrare e sono sicura che ce la farà”.
Tu sarai Team Manager della Primavera femminile campione d’Italia. Che effetto fa?
“Sarà difficile perchè è qualcosa di nuovo, ma sarà molto stimolante per me. Spero di trasmettere alle giovani della Primavera tutto quello che per me è stato il calcio. Loro hanno già dimostrato di voler lottare e io vorrei crescere insieme a loro in questo nuovo ruolo. Questo aspetto mi affascina molto. Ho fatto un corso da Team Manager e ora ne sto facendo uno da Direttore Sportivo. Non smetterò mai di ringraziare il Milan per questa opportunità concessa”.