Il calcio come strumento di integrazione e inclusione, per abbattere le barriere su un campo sportivo come nella vita di tutti i giorni. Si tratta di “Open Goal”, evento – e nome dell’omonima associazione – che organizza partite e tornei alla presenza di autorità e personalità dello sport con lo scopo di nutrire i rapporti d’amicizia tra i rifugiati e le comunità che li accolgono.
Lunedì mattina allo stadio Olimpico si è tenuta la partita che ha visto affrontarsi i Liberi Nantes, squadra in cui militano diversi giovani rifugiati, le ragazze della Fiorentina Women’s e una rappresentativa dell’associazione Open Goal. A bordo campo qualche ospite d’eccezione, tra cui Justin Trudeau, giunto a Roma dopo il G7 di Taormina e la visita ad Amatrice: il primo ministro canadese ha addirittura voluto guidare i Liberi Nantes da allenatore.
A fare gli onori di casa, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il presidente dell’As Roma James Pallotta, accompagnato dal consigliere d’amministrazione della società capitolina, Mauro Baldissoni. “Questa è la forza del calcio come strumento di integrazione e inclusione – ha spiegato Luciano Nobili, presidente e fondatore di Open Goal insieme a Marco Cappa, Matt Browne e Seidou Soumaila – grazie al presidente Trudeau e ai tanti partner: oggi abbiamo fatto goal contro chi vuole solo barriere”.
C’è stato spazio anche per un immancabile e imperdibile selfie delle ragazze della Fiorentina Women’s con il premier canadese. Le calciatrici hanno regalato a Justin Trudeau la maglia viola numero 10 con il suo nome.
Credit Photo: Fiorentina Women’s FC – Facebook