Photo Credits: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Partendo tra le undici titolari nel match contro il Como, lo scorso sabato il capitano delle Juventus Women Sara Gama ha collezionato 150 presenze con la maglia bianconera. Si tratta di un traguardo raggiunto soltanto dai pilastri su cui la squadra è nata e cresciuta, vale a dire Lisa Boattin, Arianna Caruso, Cristiana Girelli e Barbara Bonansea, che hanno esordito con la squadra torinese, proprio come lei, nel 2017, l’anno in cui il progetto sulla carta è diventato realtà.

Il difensore classe 1989 ha militato, tra le altre, nel Tavagnacco, nel Brescia e nel Paris Saint-Germain, ma è nella Juventus e con la maglia azzurra che ha cominciato a scrivere la storia del calcio femminile italiano. Con la nazionale ha totalizzato 139 presenze in un percorso durato ben 18 anni. Vera leader dentro e fuori dal campo, è stata addirittura omaggiata dalla Mattel con una Barbie avente i suoi lineamenti.

Da sempre con la fascia da capitano al braccio, Sara Gama è senz’altro un punto di riferimento per le compagne, così come lo è stata e lo è per il movimento del calcio femminile italiano in generale, per cui ha sempre combattuto con eleganza ed educazione, senza mai sfociare nella polemica ed evitando sempre il conflitto. Buona parte dei suoi sforzi sono stati ripagati con l’exploit della “sua” Italia al Mondiale del 2019, grazie a cui il calcio femminile ha finalmente ricevuto un’ondata di consensi da parte di tutti gli scettici, incollati al televisore per seguire le azzurre.
Con le Juventus Women ha scritto un’altra pagina importante del calcio femminile italiano: la Champions League. Sara Gama e le sue compagne hanno infatti raggiunto, per la prima volta nella storia, i gironi della competizione nel 2022, dando filo da torcere alle corazzate del Wolfsburg e al Chelsea e spingendo, come nel 2019, molte persone a seguire le loro imprese.

Ha sempre espresso apertamente il suo dissenso e combattuto affinché il calcio femminile diventasse professionistico, un traguardo che è stato finalmente tagliato, e continua a lottare per contrastare il razzismo, sempre orgogliosa del colore della sua pelle, delle sue origini e di come tutte le sfaccettature della sua personalità e della sua vita le abbiano permesso di diventare la donna che è. Come ha dichiarato in un’intervista da parte di Maria Chiara Piazza, “Il razzismo nel calcio italiano? Non credo che quello italiano sia un popolo razzista. Credo però che sia un popolo ignorante, nel senso che ignora. Purtroppo il mondo del calcio è spesso specchio della società.”

Se l’inizio non è stato facile, carico di pregiudizi nei suoi confronti in quanto unica bambina a giocare in una squadra maschile, passo dopo passo Sara Gama ha invece fatto leva sulla sua intelligenza, sulla sua determinazione e sulla sua grinta e conquistato visibilità, rispetto e attenzione, e oggi viene riconosciuta da tutti come una delle personalità più importanti dello sport italiano.
Consigliere federale FIGC dal 2018, vicepresidente dell’AIC dal 2020 e membro della Commissione Nazionale Atleti del CONI dal 2021, è diventata portavoce e icona di una battaglia contro il pregiudizio che continua ancora, ma che non sembra più così difficile da sconfiggere anche per merito del suo contributo.

Giocare a calcio, grazie a Sara Gama, non è più riservato ai maschi, e nemmeno “un desiderio stupido” se espresso da una bambina, e grazie a lei il movimento calcistico femminile ha visto, per la prima volta, uno spiraglio di luce verso la giusta visibilità. Come si suol dire, è solo l’inizio.

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.

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