Il Sassuolo Femminile, così come il Sassuolo Calcio maschile, ha abituato a grandi colpi in questi anni. Il club neroverde, anche a livello femminile, si è dimostrato lungimirante, andando ad ingaggiare delle giovani calciatrici che potrebbero diventare delle potenziali stelle del calcio femminile nostrano e non solo. Haley Bugeja è la più celebrata, anche per via dell’età (è una 2004) ma non va sottovalutato l’apporto di Kamila Dubcova. Chi segue la formazione femminile guidata da mister Piovani conosce molto bene l’importanza che riveste la numero 10 ceca, letteralmente trasformata nel corso dell’ultimo anno, dopo l’addio di sua sorella gemella Michaela.
Kamila, liberatasi di fatto del cordone ombelicare, ha iniziato a volare libera, trasformandosi letteralmente in una fuoriclasse. Non è un’eresia affermare che la Dubcova sia una delle calciatrici più complete che ci siano attualmente in Italia nella A femminile, una delle calciatrici più forti del Sassuolo, se non la più forte (attualmente). Nel girone d’andata, solo Cristiana Girelli della Juventus Women ha ottenuto numeri migliori dei suoi: la ceca ha messo assieme 7 gol e 5 assist, prendendo parte di fatto a 12 gol complessivi delle neroverdi, contro i 13 di Girelli (11 gol e 2 assist), dato che testimonia l’importanza e la crescita della calciatrice neroverde (al momento sono 8 i gol complessivi). La neroverde è stata inserita nella top 11 della Serie A Femminile secondo OptaPaolo.
Kamila Dubcova può giocare da mezz’ala e anche da trequartista. E’ una calciatrice di grande qualità che con ogni probabilità spiccherà il volo molto presto (ma il Sassuolo, sappiamo, rimane pur sempre bottega cara). Nel fattore crescita inoltre non va dimenticato l’apporto di mister Piovani che ha saputo modellare la giovane calciatrice (classe ’99) rendendola oggi una degli elementi migliori del campionato. Unaa numero 10 che farebbe invidia anche al calcio maschile: Kamila Dubcova, l’astro nascente del Sassuolo Femminile che non vuole smettere di sognare. E di volare!
Credit Photo: Federico Fenzi