Credit Photo: Emanuele Colombo - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Sapete qual è il significato della parola underdog? Nell’etimologia del termine è colui che, partecipando da sfavorito a una competizione, sportiva o extrasportiva, riesce a sovvertire i pronostici. Chiamare le Juventus Women delle “underdog” sarebbe eccessivo, ma la finale di Supercoppa Italiana del 7 gennaio 2024 si incastra a pennello con la definizione appena snocciolata.

Il primo impegno ufficiale del nuovo anno è alle porte, le feste natalizie sono state smaltite e – tanto per rompere il ghiaccio – c’è subito un trofeo da giocarsi: Supercoppa Femminile allo Zini di Cremona, Roma-Juventus, il confronto eterno degli ultimi 3 anni. Le giallorosse fanno paura: l’11 su 11 in campionato e il buon cammino nel girone di UEFA Women’s Champions League pongono sul piedistallo della favorita la squadra capitola; sull’altra riva del fiume le bianconere non stanno attraversando il momento migliore della stagione, con l’ultima gara del 2023 persa a sorpresa sul campo della Samp e -dando uno sguardo ai precedenti – la Roma ha già avuto la meglio sulle nostre in campionato a Biella, vincendo per 3-1.

 

Tutto pende dalla parte giallorossa, ma il campo, si sa, è l’unica prova dei fatti a contare. Le prime fasi dell’incontro sono il termometro giusto per misurare la tenuta fisico-mentale della squadra di Montemurro. La Juve prende subito in mano il gioco, la concentrazione e l’efficacia nei duelli a tutto campo non mancano, le occasioni arrivano subito. Subito corner al 3’ minuto: Caruso vede il movimento a ricciolo di Gunnarsdottir, l’islandese riceve palla sul vertice dell’area e prova il diagonale, mandando fuori di poco. La squadra di Spugna non reagisce, premere sull’acceleratore nella prima parte diventa già fondamentale. Altro corner al 12’ sempre dallo stesso lato con Caruso, questa volta Gunnarsdottir si muove sul palo lontano, raccoglie la traiettoria lunga colpendo al volo, il palo respinge, Sara ci riprova, il pallone centra Viens che involontariamente infila la propria porta. Il gol subito costringe la Roma ad alzare il baricentro, la difesa bianconera subisce un po’ di pressione. A metà frazione Greggi lavora in orizzontale, serve Kumagai al limite, la quale con una finta si libera di Grosso e spara all’incrocio, nulla da fare per Peyraud-Magnin e 1-1. Il finale di tempo vede un tentativo di Giugliano appena alto sulla traversa e la grande opportunità per Cantore, a cui manca un pizzico di precisione sulla respinta corta di Ceasar al tiro di Garbino, tap-in largo di un soffio.

Dopo la pausa sono le Juventus Women a far vedere le cose migliori: ancora Cantore nel vivo dell’azione, sinistro largo da buona posizione in area. Passa solo un minuto e al 53’ le nostre trovano l’episodio vincente: Boattin si libera di forza sulla corsia mancina, crossa verso il centro, una sporcatura premia Garbino, appostata sul lato debole, controllo e sinistro a giro sul palo lungo e rete del nuovo vantaggio. Iconic Goal di rara bellezza per Maelle, che riporta avanti le bianconere e lascia la firma più importante della sua stagione. La Juve avrebbe anche la chance di arrotondare sul calcio d’angolo, ma il colpo di testa di Sembrant esce di nulla a Ceasar battuta.

L’ultima mezz’ora è di marca giallorossa, ma la fase difensiva diventa un punto di forza e le ragazze di Spugna faticano a creare vere occasioni per il pareggio. L’unico vero brivido si registra nel recupero: Giugliano riceve da Glionna, girata veloce in porta e traversa clamorosa colpita dalla centrocampista. Le Women resistono e portano a casa la Supercoppa, la quarta complessiva della propria storia dal 2017. Da underdog vale ancora di più!

“Hold my head up everywhere, keep myself right on this train, I’m the underdog, Live my life on a lullaby”.

Underdog (2008) – Kasabian

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