Luendì mattina, Manuela Giugliana è stata ospite della trasmissione di Rai Radio 2 nel programma ‘Non è un paese per giovani’.
Ecco i temi toccati dalla centrocampista giallorossa.
I primi passi nel calcio
“Io ho sempre detto alla mia famiglia che volevo iscrivermi a calcio, ho giocato con i maschi fino a 14 anni e spesso venivo anche presa in giro. Con i maschi in realtà ero anche più forte, alla fine li ho convinti giocando sul campo con loro. Ho iniziato a giocare in realtà molte più piccole, ho debuttato in Serie A a 15 anni e poi non ho più smesso. A fine carriera mi piacerebbe fare l’allenatrice per i bambini”.
L’arrivo alla Roma
“Mi trovo bene a Roma; l’ambiente è sereno e ho sentito subito un’atmosfera positiva. A Roma si sta molto bene. La nostra è unaa squadra di giocatrici molto forti, per esempio la Juventus sulla carta è la più forte del campionato ma alla fine si decide sempre tutto sul campo. Coach Bavagnoli ci prepara bene per la partita, in allenamento ci dà una mano nel farci capire i movimenti giusti e la tattica”.
“Non mi aspettavo tanta attenzione nei confronti del calcio femminile, ora ci sono tantissime persone che vengono a vedere le nostre partite, contro il Milan alla prima di campionato il Tre Fontane era pieno”.
Il Mondiale
“Il Mondiale? Siamo uscite contro l’Olanda, la differenza fisica si è notata ma dal punto di vista tecnico tattico non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Ci siamo allenate tantissimo a Coverciano e abbiamo creato un bel gruppo. Ci sono tanti momenti indimenticabili che mi porto dietro, Il gol di Bonansea contro l’Australia è stato incredibile, un momento indimenticabile, ma anche il mio assist ad Aurora Galli”.
L’esperienza all’estero
“Sono stata ingaggiata dall’Atletico ma non mi sentivo così pronta per questa esperienza, allontanarmi dall’Italia mi ha fatto paura e quindi ho deciso di tornare. Non mi sono pentita di questa scelta. Ora la mia idea è quella di restare in Italia, questo è un momento importante per il calcio femminile e io credo molto nel far crescere il nostro movimento, non sarebbe giusto andare all’estero neanche per tutte le bambine che mi prendono da esempio”.
Sulla differenza tra calcio maschile e femminile
“Penso che non ci debbano essere differenze con i nostri colleghi uomini, siamo in grado di reggere tutto quello che reggono loro e siamo preparate bene nello stesso modo. Riguardo lo status, non siamo ancora professioniste ma sicuramente si sta muovendo qualcosa, c’è tanta voglia di cambiare. Vogliamo un’uguaglianza ed essere trattate come i nostri colleghi uomini”.
Credit Photo: AS Roma