Gioia Masia. Un pezzo di storia, forse anche qualcosa di più. Una delle calciatrici più forti del calcio femminile italiano. Difensore vero. Che con il suo 5 sulle spalle ha incantato i suoi tifosi. L’esordio in A, il 23 aprile del 1991, con la Torres. Squadra che l’ha cresciuta, fin troppo bene sarebbe il caso di dire. Lazio, Matese Bojano, Roma, Tavagnacco, Napoli, Riviera di Romagna, Acese e Chieti. Questi i club che hanno avuto l’onere e l’onore di schierarla in campo, traendone sicuramente vantaggi che solo una giocatrice del suo calibro può dare. Classe da vendere. Sicurezza anche. Corsa splendida, elegante, in qualche modo unica. Piazzala al centro della difesa e non passa nessuno. Utilizzala come terzino e oltre che in copertura hai la fase offensiva sistemata. Volendo l’esterno d’attacco può anche concedersi qualche caffè. E un cornetto. Gioia Masia è questa.
E proprio grazie al suo talento quei trofei nel suo palmarès sono tutti più che dovuti. Tre Scudetti, sei Coppe Italia, due Supercoppe Italiane e quattro promozioni in serie A, con l’azzurro della Nazionale maggiore, ovviamente, vestito per 60 volte. Con la partecipazione a due Europei. Una carriera da applausi. “Non so se la mia è una carriera da applausi ma è stata sicuramente lunga. Mi sono tolta un sacco di soddisfazioni. Ho vinto tutto e tanto. E poi ho indossato la maglia della Nazionale maggiore per 60 volte. Ho cantato quell’inno per 60 volte. E per 60 volte mi sono emozionata. Una volta mentre lo cantavo piangevo perchè in tribuna c’era la mia famiglia, andavo fuori tempo e facevo sbagliare pure le ragazze accanto a me – (ride, ndr)”.
L’età di una signora non si dice, è vero, ma Gioia questi problemi non se li fa. E a 39 anni, dopo tutto quello che ha dato al calcio femminile che conta, può anche permettersi il meritato riposo. O, comunque, di allentare i ritmi. Lasciando Chieti, e quindi la serie A. “Ho pianto per il primo scudetto storico della mia Torres, avevo 17 anni, e ho pianto per la vittoria del campionato con il Chieti. Questa volta in tribuna c’era l’uomo della mia vita, Giampiero Serafini. Che dire poi, Chieti ha un fascino particolare e ha un gruppo fantastico. Sembra di stare lì da sempre. Vado via a malincuore e ogni volta che una mia compagna mi manda un messaggio mi commuovo. Ma credo sia giusto così, a 39 anni cambiano le priorità e la serie A va fatta in un certo modo e con il lavoro non riuscirei ad onorare un impegno così importante“.
Gioia Masia, ormai, è parte della storia di Chieti. Resterà per sempre tra quelle giocatrici che per la prima volta hanno portato il neroverde nella massima serie. Sotto gli applausi di quasi 3000 persone. E mancherà tantissimo. Con il suo essere spontanea. La sua simpatia. La sua allegria, bella e giusta anche prima del fischio d’inizio. La sua assenza si avvertirà, ma in merito al rapporto instaurato con le ragazze del team il difensore ormai ex Chieti ha ancora qualcosa da dire: “Ci tengo a ringraziare tutte le ragazze indistintamente, ognuna di loro a modo suo è uno spettacolo. Ringrazio la dirigenza e l’allenatore che nonostante la mia età ha creduto in me. Il prossimo anno, ovviamente, tiferò Chieti. E in bocca al lupo di cuore a tutte, mi mancherete“.
Dopo questa notizia, ne siamo sicure, il telefono di Gioia scoppierà dalle telefonate, molte di calciomercato. Ma adesso, questo è quello che si sente di dire: “Non so cosa farò, intanto mi godo l’estate con il mio nuovo cuore… neroverde“. E noi la salutiamo così: “Immensa“.