Danilo Billi per Cronache Bolognesi ha intervistato Federica Cafferata, classe 2000, che, quest’anno milita nel Napoli Femminile, come difensore, ed è spensierata in campo come nella vita.
Ciao Federica, quanto hai iniziato a giocare a calcio?
“Ciao, ho iniziato da bambina, dopo aver provato diversi sport, e ho giocato fino a 15 anni in squadre miste poi, per forza di cose, sono passata al femminile, e ho mosso i miei primi passi al Ligorna, una squadra di Genova, poi a 19 anni, per l’esattezza mentre ero stavo preparando la maturità in Sardegna, mi sono arrivate diverse chiamate da svariati club, alcuni mi offrivano direttamente la serie A, ma io ho preferito il Napoli che faceva invece la serie B, perché onestamente non mi sentivo pronta a fare subito il salto di categoria e avevo paura di bruciarmi. Venivo da un campionato tra l’altro da cui dalla B eravamo retrocesse in serie C, e Napoli, infatti, si è rilevata la scelta vincente, visto che fino a marzo quando hanno chiuso i campionati per Covid-19 noi, dalla prima giornata all’ultima, eravamo le prime in classifica. L’unica cosa che ci è mancata forse più di tutte sono stati i festeggiamenti finali, che proprio per via della pandemia non hanno avuto luogo”.
Cosa pensi del professionismo tanto annunciato per il movimento femminile?
“Finalmente dovrebbe arrivare nella stagione 2022-23, potrebbe permettere a tutte le categorie, e non solo a noi che ora giochiamo in serie A, di crescere notevolmente, dando la possibilità a giocatrici e staff di poter avere stipendi adeguati e di vivere proprio come una professione a tutto tondo il mondo del pallone”.
Nel Napoli Femminile molte persone sono risultate positive al Covid-19, una tua riflessione?
“Io sono stata la prima a risultare positiva ai tamponi, non ho diffuso tanto la notizia, visto che già se ne parla tantissimo in tv, dunque non l’ho pubblicizzata più di quel tanto sui miei social, ho trascorso la mia quarantena in casa, è stata pesante, non lo nego. Da lì in poi sono state trovate positive anche tante altre mie compagne e parte delle persone che mi gravitavano attorno, dispiace solo che, magari per via di questo, come Napoli Calcio siamo andate ad affrontare il Milan con zero allenamenti dopo 15 giorni sulle gambe, e anche nella gara di San Marino, dove ci servivano punti salvezza, non siamo riuscite ad andare oltre il pari, anche perché alla fine della partita eravamo disorientate e cotte, ora stiamo recuperando e speriamo bene. Il campionato fortunatamente è ancora lungo”.
Nella tua vita oltre il calcio di cosa ti occupi?
“Avevo iniziato gli studi come web designer, purtroppo però allenandoci sempre, negli orari in cui dovevo seguire con la presenza non potevo farlo, e dunque ora come ora sono orientata a riprendere qualcosa che si possa conciliare con il calcio e si possa fare anche on-line come tante mie compagne di squadra. Potrei intraprendere la strada del digital marketing, che si può per l’appunto anche seguire via web e non con la presenza”.
In che ruolo giochi abitualmente?
“Sono un esterno che fa anche la fascia, dunque possiamo anche dire un laterale di spinta, anche se nella mia carriera mi sono adoperata a coprire quasi tutti i ruoli. A Napoli gioco prevalentemente come terzino in una difesa a 4, sono destra, anche se devo ammettere che in ultimamente sto iniziando ad educare anche il sinistro”.
Che approccio hai sia sul campo che nella vita?
“Penso che la parola che più mi rappresenti sia spensierata, cerco sempre di propormi in maniera solare. Poi essendo di Genova, ma ormai da due anni anche una napoletana adottata, cerco di vivere tutto quello che mi capita con tanta tranquillità, ma soprattutto con il sorriso sul volto, che penso sia una delle armi migliori per combattere le insidie e gli ostacoli che ci presenta la vita”.
Photo Credit: Napoli Femminile