Per raggiungere la laurea in scienza motorie, ottenuta a Genova lo scorso 15 marzo, ha dovuto fare tanti chilometri, quasi come in campo, ma Emma Errico è una donna in missione e questo è solo uno degli obiettivi da raggiungere. “Sono stati due anni impegnativi. Lo scorso anno, a Ravenna prendevo il treno alle 4,30 di mattina per essere a lezione alle 9,00. All’epoca pensavo che trovare una squadra più lontana fosse impossibile ed invece è successo. Servono, infatti, cinque ore di macchina senza fermarsi, sono proprio al confine. Almeno una volta alla settimana tornavo, però, a casa per frequentare i corsi, il lunedì oppure venerdì. Sono stati due anni di grandi sacrifici, non nascondo che a volte mi sono sentito in campo come mentalmente svuotata”. Dopo la laurea i festeggiamenti sono stati limitati al minimo. “Il venerdì mi sono laureata. Alla sera cena con riso in bianco ed alle 9,30 a letto. Il giorno ero a pranzo con la squadra. In campo un punto d’oro a Sassuolo. Week end perfetto”.
Emma Errico, 25 anni lo scorso 21 marzo, è alla terza stagione in A dopo quelle con il Cuneo ed al San Zaccaria. In Romagna aveva raccolto otto reti in ventidue presenze. In questa stagione è arretrata e ha centrato la porta solo contro le pugliesi. “E’ stata una grande gioia, era presente in tribuna mamma Monica. In casa non viene quasi mai, ma è presente nelle trasferte più vicine. L’anno scorso ho fatto il trequartista per esigenze della squadra, ma sono un centrocampista. Sono nata in quella posizione e lo sento mio. Mi piace, preferisco l’assist al gol”.
Maglia 22, la savonese è l’unica calciatrice ligure in serie A con la genovese Durante (Fiorentina). Quasi due sopravvissute. “Effettivamente è veramente poco. C’è sempre stata tanta rivalità spesso senza ottenere risultati importanti. Il risultato è che molte società sono sparite. Avevamo tanti talenti che non abbiamo saputo valorizzare. Si pensava solo al proprio orticello, non si è mai riusciti a fare un salto di qualità. Bastava poco. Perché esistono delle potenzialità importanti. Elementi come Caterina Bargi e Giulia Tortarolo, solo per fare due nomi, hanno tutto per giocare ai massimi livelli”. C’è grande aspettativa per il possibile ingresso delle formazioni professionistiche. “Il Genoa cfc ha fatto una bella squadra a livello giovanile, ma Inter, Milan, Juventus sono già entrate e stanno puntando forte sul femminile. Questo ingresso rimane comunque positivo, può aiutare il calcio ligure a crescere. Da parte mia, spero di poter dare un contributo a questa crescita e magari rappresentarlo quando avrò finito di inseguire un pallone”.
All’inizio conta la passione, ma dopo non basta. Emma è la classica compagna di squadra ideale, ma è molto decisa. “Mi reputo una persona umile e solare e mi piace scherzare. Per restare a certi livelli, però, conta molto la testa. Quest’anno mi sono fatta aiutare da un mental coach ed è servito a crescere soprattutto come persona. Le difficoltà sono ancora tante. Siamo professioniste come impegno, ma i guadagni non sono neppure paragonabili ai colleghi maschi. Divido una casa con Elisa Polli ed Alessia Piazza, due compagne fantastiche che purtroppo hanno subito due gravi infortuni, e, oltre a giocare, ho fatto anche un lavoro part time, la rilevatrice dei prezzi, per arrotondare”. La passione non smette, però, di ardere. Il prossimo obiettivo è una maglia azzurra. “Sono stata convocata per uno stage tre anni fa. Ho una bella lista di traguardi da centrare. Non mi sento inferiore a nessuno e sono pronta a dimostrarlo”. Ovviamente militare in un top club aiuterebbe tanto. “In Friuli sto bene. Mi hanno dato una grande opportunità, sono contenta per la salvezza, ma tutti puntiamo a crescere, a migliorare”. Emma Errico ha ancora una lunga strada davanti, ma la grinta non le manca. L’inseguimento verso nuovi obiettivi non conosce pause.
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