Abbiamo chiacchierato con Carolina Morace, allenatrice ed ex attaccante, degli equilibri al vertice del campionato di Serie A femminile e di Juventus Women.
Siamo ormai a due terzi di campionato. La Juventus Women ha già le mani sullo scudetto o quello scontro diretto del 6 marzo con la Roma può cambiare qualcosa?
«Finché non c’è l’aritmetica meglio non dare nulla per certo, specialmente in un campionato strano come questo. Dico però che l’organico della Juventus Women è molto più forte rispetto a quello di tutte le concorrenti e il vantaggio è consistente».
Tra le inseguitrici chi l’ha convinta di più?
«Mi piace il Sassuolo che esprime il calcio migliore, anche in Supercoppa ha dimostrato di essere una squadra quadrata che si è rafforzata anno dopo anno. Le giocatrici sono forti e tirate a lucido fisicamente, è bravo Piovani che le fa emergere. Quest’anno Roma, Milan e Fiorentina hanno avuto qualche problema per motivi diversi».
L’Inter di Rita Guarino l’ha sorpresa?
«Rita è una brava professionista, l’Inter affidandosi a lei ha dimostrato di essere ambiziosa. Quest’anno ha fatto benissimo, chiaramente con una squadra inferiore rispetto a quella che aveva alla Juve. Le giovani italiane devono crescere e ha bisogno di qualche innesto, anche se non è facile. La Juve va sul mercato e si chiama Juve, anche se non è al livello economico di Barcellona, Chelsea, Lione può attirare grandi campionesse. Per le altre ad oggi non è così».
Cosa ne pensa di questi primi 8 mesi di Joe Montemurro alla Juve?
«Penso che la Juve l’anno scorso abbia vinto tutte le partite del campionato e che quest’anno si sia ulteriormente rafforzata. Montemurro ha esperienza, non so cosa stia cercando esattamente. In termini di gioco nel calcio femminile vedo poco le novità apportate a quello maschile, non trovo il dominio del gioco. Montemurro è un tipo navigato, è stato all’Arsenal e sa cosa vuol dire muoversi a un livello più alto. Però alla Juve è difficile fare male per la squadra e l’organizzazione che hai dietro: diciamo comunque che il connubio è vincente».
Come si spiega il momento no di Lina Hurtig?
«Per me è una calciatrice straordinaria, la volevo al Milan. Ci sta che possa vivere una flessione o che magari non sia adatta a un certo tipo di gioco. Quando un attaccante è in crisi io cerco di metterla nelle condizioni adatte per fare meglio».
Quanto ci metterà Cristiana Girelli a tornare in forma dopo lo stop?
«È una giocatrice che ha un certo tipo di fisico e ha bisogno di tornare in condizione lavorando sull’agilità. Normale che faccia più fatica rispetto a una calciatrice brevilinea, ma lei tatticamente e tecnicamente sa cosa fare».
Si aspettava l’esplosione di Martina Lenzini: rappresenta il futuro della Juve e della Nazionale?
«È proprio brava, in azzurro deve solo aspettare il suo momento. Mi sembra che quando la ct l’ha chiamata lei abbia sempre risposto nel modo migliore. Ha struttura, velocità, tecnica, ora deve solo avere pure pazienza».
Quante possibilità ha la Juventus Women di eliminare il Lione in Champions?
«La vedo un po’ più dura. Il Lione è una squadra straordinaria. Col Chelsea ti sei difeso benissimo ma il Lione è una squadra un po’ diversa, evoluta anche a livello tattico. Affrontare la Juve comunque è difficile per tutti».
Tra le giocatrici che la Juve ha in prestito in giro per l’Italia chi è pronta per tornare subito?
«Cantore, assolutamente. Non contano i nomi ma quello che vedi in allenamento. Lei ha tecnica, fisicità, velocità e gol: lo vedi anche in allenamento. Poi magari deve lavorare su qualche astuzia dell’attaccante ma è pronta».
Credit Photo: Domenico Cippitelli