Nome: FRANCESCA VITALE
Ruolo: CONDOTTIERO
Soprannome: GIOVANNA D’ARCO
Hobby: LA CONQUISTA (della palla)

Emergere richiede grandi sacrifici. Questo vale spesso in tutti i settori, dallo sport allo spettacolo, al mondo del lavoro. Pensiamo ad esempio i tanti sacrifici a cui sono costrette le tante calciatrici italiane che tutt’oggi, nonostante i progressi degli ultimi anni, continuano ad essere semplici dilettanti, ma con gli stessi obblighi dei colleghi maschi professionisti: trasferirsi lontano da casa, a volte ancora minorenni, allenarsi dalle tre alle cinque volte a settimana, limitando la possibilità di poter studiare o lavorare regolarmente. Le vite votate al sacrificio hanno cambiato il corso della storia nei secoli scorsi fino ad oggi. Uno dei tanti esempi è stata Giovanna d’Arco che consacrò la sua esistenza a Dio e guidò i francesi alla riscossa nella guerra dei cento anni. Pur di tornare a giocare in serie A anche Francesca Vitale, arrivata a Mozzanica in estate, ha dovuto fare scelte importanti. A lei non verrà certo chiesto di sacrificarsi sul rogo come la celebre “Pulzella di Orleans”, ma quanto a spirito guerriero,  la nostra Francesca non è di certo seconda alla santa patrona di Francia.

Ciao Francesca, innanzi tutto permettimi di chiederti a che età hai iniziato a dare i primi calci al pallone.

“Ho iniziato a giocare a circa 8 anni. Ho un fratello più grande che gioca a calcio e quando ero più piccola ogni domenica con i miei andavamo a vederlo. Ricordo che i miei primi calci li ho fatti in quelle domeniche. Mi mettevo fuori dal campo con le sue scarpe vecchie, a tirar calci a un pallone. Cosa che poi si ripeteva a scuola giocando con i miei amici durante l’intervallo. La passione non mancava insomma e così un giorno ho chiesto a mamma e papà di portare anche me a giocare in una squadra vera. Ho iniziato nell’Alcione con i maschi. La mia prima squadra femminile invece è stata l’AC Femminile Milan (società che non ha nulla a che fare con l’attuale AC Milan o Milan Ladies e che ha dichiarato la sua inattività nel 2013 ndr). Scioltasi la società sono andata all’Inter con la quale ho disputato tre stagioni, una delle quali in serie A, quindi un anno al Tradate e tre alle Milan Ladies.”

In questi anni non sono mancate le convocazioni con le nazionali giovanili. Nel tuo palmares c’è anche un mondiale disputato con l’under 20.

“Ho giocato con tutte le selezioni giovanili: under 17, under 19 e under 20 con la quale ho disputato il mondiale 2012 in Giappone. Il mondiale è una competizione straordinaria per tanti versi. L’Italia non ha partecipato a molte competizioni mondiali. C’è tutta una preparazione particolare, curata nei dettagli da mesi. Arrivate lì abbiamo trovato un’organizzazione incredibile, che in Italia potevamo soltanto sognarci. Un calcio completamente diverso contro altre nazionali molto forti e organizzate. Ora forse il gap si è un po’ ridotto, ma allora eravamo tra le cenerentole del torneo e a maggior ragione è stato bello poter vivere un’esperienza del genere.”

Tu sei milanese doc, rossonera o nerazzurra?

“Né una né l’altra sono juventina. Giocando difensore però ho sempre molto apprezzato giocatori come Nesta e Thiago Silva, pur essendo milanisti, ma il mio idolo è Marchisio e ovviamente sono molto delusa dal fatto che non faccia più parte della Juventus. Nel femminile invece non ho avuto in tutta onestà un’ispiratrice in particolare, però mi piace guardare le partite delle altre squadre e mi fa piacere vedere ragazze con le quali ho giocato, far parte di squadre importanti e avere proposte dall’estero. Sono felice per loro, mi fa piacere vederle cresciute e aver potuto giocare con loro.”

Tu avevi già giocato in serie A, ma da un po’ di anni sei stata in cadetteria. Con l’Atalanta hai avuto però la possibilità di tornare tra le “grandi”.

Con  Milan e Inter avevo già disputato la serie A. Era almeno un paio d’anni che volevo ritentare l’avventura nella massima serie, ma per problemi di lavoro mi era impossibile. Giocare a Milano era sicuramente più comodo e con gli allenamenti alla sera riuscivo a conciliare tutto. Lo scorso anno però mi sono decisa e mi sono detta: “voglio riprovarci, voglio rivivere l’esperienza della serie A”. Ci tenevo e quando ho ricevuto la proposta dell’Atalanta Mozzanica non ci ho pensato neppure. Fare 5 volte alla settimana Milano-Mozzanica e ritorno è sicuramente impegnativo, ho dovuto cambiare un po’ vita. Ho finito gli studi e sto cercando un lavoro, nel frattempo faccio la calciatrice.”

Siamo al giro di boa, dopo un girone d’andata non facile, nel quale vi siete però riscattate nelle ultime gare. Tu come hai vissuto questo nuovo inizio?

“Beh l’inizio di una nuova esperienza non è mai facile, ma società e compagne mi sono state vicine e dopo poco tempo mi sono integrata e mi sono trovata bene. Siamo partite tra tante difficoltà, inutile negarlo: una squadra nuova, con tantissime giovani e fare una serie A con una rosa di questo tipo è sicuramente difficile. Abbiamo commesso tanti errori per mancanza d’esperienza, poi pian piano, lavorando tutte insieme siamo cresciute. Abbiamo cambiato tanti moduli, tentato tante soluzioni. Ora abbiamo trovato il nostro assetto e vediamo finalmente anche i risultati.”

Quale obbiettivo vi siete date per il ritorno?

“L’obbiettivo è continuare a migliorarci, possiamo giocarcela con tutte. Abbiamo pareggiato a Milano col Milan e a Vinovo con la Juventus, quindi dobbiamo solo pensare al prossimo obbiettivo che è la Fiorentina alla ripresa del campionato e giocarci ogni partita una alla volta.”

Credit Photo: Atalanta Mozzanica