Simona Cimatti è la vera colonna portante del Ravenna Women. Fatta qualche esperienza in altri club, ha sempre scelto di tornare poi a casa e portare con orgoglio quei colori, vincendo e segnando tanto. La mentalità da campionessa e gli obiettivi ben chiari fanno di lei il capitano perfetto, pronta ad ottenere i meritati successi aiutando anche le giovani a migliorarsi.
Al momento siete terze in campionato e la promozione è un obiettivo più che concreto. Le vostre avversarie sono molto vicine, chi temete di più in questa corse alla Serie A?
“Una squadra in particolare non c’è, il campionato è molto aperto, le formazioni sono di ottimo livello, anche quelle in fondo alla classifica possono dire ancora la loro. È chiaro che squadre blasonate come Lazio, Tavagnacco, Pomigliano, Como sono importanti e temibili ma tutte affrontabili. Sicuramente è uno dei campionati più belli in cui ho giocato, i vari team sono ben attrezzati ma la classifica molto corta dimostra che è tutto possibile, ci si giocherà tutto fino all’ultima giornata”.
In questi anni ti sei tolta parecchie soddisfazioni, vincendo tanto in squadra e ottenendo anche importanti riconoscimenti individuali. Quali sono state le vittorie più belle?
“Andando indietro negli anni non posso non menzionare la promozione con il San Zaccaria, attuale Ravenna, in Serie A. Lì ho potuto disputare il mio primo campionato nella serie maggiore, è stato fantastico. Un ricordo più recente risale a 3 anni fa quando è stata riformata la squadra assumendo il nome di Ravenna. Quella stagione abbiamo lottato fino all’ultimo per la promozione con Inter ed Empoli, e anche se poi non l’abbiamo raggiunta porto quella cavalcata nel cuore. Per quanto riguarda me ci sono tanti episodi che ricordo con piacere, molti goal decisivi, riconoscimenti come capocannoniere e la vincita della Scarpa d’oro. Il primo obiettivo rimane sempre quello di far bene con la squadra e subito dopo c’è quello personale, perché la resa in campo migliora quando si è soddisfatti di ciò che si fa individualmente”.
Quella con il Ravenna è una lunga storia d’amore e da diversi anni ne sei anche il capitano. Hai visto passare tante giovani, qualcuna di loro è arrivata in alto?
“Sono al Ravenna da 9 anni e negli ultimi 4 sono stata il capitano della squadra. Ho avuto la fortuna di giocare con tante ragazze giovani e anche per me è stato un insegnamento perché hanno sempre qualcosa da darti. Tante ex compagne giocano ora in Serie A e in Nazionale: Erica Santoro, che al Sassuolo sta facendo molto bene, Martina Piemonte che ha fatto una grande escalation o anche Amanda Tampieri, portiere del Florentia. Sono contentissima per loro, si meritano di essere dove sono. Mi auguro di aver lasciato loro qualcosa di positivo, le sento ancora e ricordiamo insieme quegli anni bellissimi”.
Hai cambiato anche tanti allenatori. Quanto è importante creare un buon feeling con il mister per le sorti della squadra?
“È fondamentale. Ad esempio, ricordo con tanto piacere mister Piras, un ottimo allenatore con il quale si era creato un legame molto forte e tuttora ci sentiamo. Per me, come capitano, è essenziale avere questo feeling con l’allenatore perché siamo le persone che devono “tenere” lo spogliatoio, quindi se c’è sintonia è tutto molto più semplice. Condividere obiettivi e visioni aiuta la squadra a migliorare, soprattutto quando ci sono molte giovani questa armonia fa la differenza”.
Hai qualche rito scaramantico?
“Direi di non essere scaramantica ma forse un po’ lo sono. La domenica in prepartita mi ritrovo a fare sempre le stesse cose, magari metto prima la scarpa destra e poi la sinistra, prima i calzettoni e poi la maglia, ormai mi vengono spontanee ma mi accorgo che le faccio allo stesso modo da ormai 10 anni. Sono una che sta molto in silenzio per prepararmi al meglio per la gara, mi chiudo in me stessa cercando la concentrazione in doccia, unico luogo di pace. Sono molto zen”.
Credit Photo: Ravenna Women