Con la vittoria esterna del Milan sul difficile campo del Sassuolo comincia a prendere forma e sostanza quel confine tra quinto e sesto posto che assegnano, rispettivamente, l’ultimo posto valevole per la partecipazione alla poule scudetto e il primo per la poule salvezza. 36 secondi dopo il fischio di inizio del direttore di gara Frascaro, arriva la prima ed unica rete della partita: la segna Asllani con una zampata che anticipa sul tempo Lonni, battendola e portando i 3 punti alle rossonere che distanziano in classifica le dirette concorrenti neroverdi di 9 punti.
La disposizione tattica della formazione ospite vede Piemonte e Asllani abbassarsi a prender palla centralmente e nei pressi del cerchio grande di metà campo per lasciare spazio alle avanzate laterali delle centrocampiste, in particolare di Guagni sulla destra; da parte opposta, invece, Mister Piovani schiera un 3-4-1-2 che non riesce a risultare sufficientemente offensivo, neppure in seguito a qualche variazione e sostituzione avvenute nella ripresa: la costruzione della manovra, infatti, come dimostrato dalle statistiche firmate Panini Digital Soccer, si ferma a metà campo, al contrario delle rossonere che riescono a raggiungere le punte, in particolare Piemonte per ben 32 volte, sia con fraseggi centrali che laterali, coinvolgendo tutte le 11 ragazze schierate sul rettangolo di gioco.
Sebbene la propria manovra non raggiunga con frequenza le attaccanti, rendendo meramente statistico il dato sul possesso palla che risulta superiore a quello del Milan per 57 a 43%, il Sassuolo riesce a far registrare, in attacco, numeri simili alle avversarie: stessi tiri in porta, nello specifico 11 per parte, e 2 sole occasioni in meno create.
La squadra di casa, che ha giocato 707 palloni, equivalenti a circa 200 in più delle ragazze di Ganz, non è riuscito ad alzare sufficientemente il baricentro, quindi, in funzione di questo, i 464 passaggi riusciti (circa il 64%) e le 113 giocate utili sono risultati poco producenti ai fini offensivi e di pericolosità ai danni del Diavolo.
Il Milan ha dominato in termini di ampiezza calciando 18 volte dalla bandierina, il doppio rispetto alle padrone di casa che, comunque, non hanno peccato di precisione, portandone a buon fine 6. Rispetto ai cross, i 22 tiri visti nel corso del match sono stati decisamente meno precisi, soprattutto gli 11 di marca rossonera, arrivati per la quasi totalità su azione, infatti 7 sono terminati ai lati della porta neroverde. Il Sassuolo ha trovato 2 volte in più lo specchio della porta, ma studiando la provenienza degli 11 tiri, si denota come abbia faticato ad entrare in area di rigore rossonera, dentro la quale sono arrivate solo 3 conclusioni a fronte delle 8 giunte da fuori.
Piemonte, oltre che per le 32 palle ricevute e i 40 palloni giocati, si mette in luce per i 6 tentativi di andare a segno, gli stessi messi assieme dal duo del Sassuolo composto da Clelland e Tomaselli; sempre per parte milanista, Bergamaschi è prima per numero di giocate utili con 12. Dal lato emiliano non si può non citare Pleidrup, punto di riferimento sia in fase di transizione attiva che passiva, con 91 palloni giocati e ben 35 recuperati.