Il match domenicale tra Sampdoria Women e Inter è terminato 2-0 a favore delle nerazzurre che, grazie al rigore trasformato con grande freddezza da Tatiana Bonetti e alla prodezza funambolica di Tabitha Chawinga, hanno meritatamente espugnato Bogliasco. L’utilizzo di questo avverbio di modo, però. non è per nulla casuale né arbitrario, bensì motivato dai dati raccolti e forniti alla nostra redazione dal team di match analysts della Panini Digital.
Già a partire dell’ormai ben noto Indice di valutazione di squadra (IVS), pari al 68 per l’Inter e al 32 per le blucerchiate, risulta infatti chiaro quanto le lombarde abbiano giocato con maggiore efficacia e concretezza rispetto alle avversarie. Ciò trova ulteriore dimostrazione nell’analisi delle percentuali di possesso palla complessivo, rispettivamente 40% Samp e 60% per le nerazzurre, di passaggi riusciti, addirittura il 67% delle ospiti a fronte del 33% delle doriane, e del baricentro medio di entrambe le formazioni (60,3 metri per l’Inter e 43,6 per le ragazze di mister Cincotta).
Proprio l’altezza della squadra allenata da Rita Guarino e il suo pressing pressoché asfissiante sono stati due degli elementi cruciali che hanno assicurato alle nerazzurre una maggiore supremazia territoriale (80% nel primo tempo e 67% nella ripresa, per una media totale del 74%) e il successo al Tre Campanili. Ciò ha dunque reso più difficile la fase d’impostazione alla Samp che, a differenza di altre partite, ha fatto più fatica nelle verticalizzazioni e nella creazione di occasioni da rete.
Fatta esclusione delle due palle gol inventate da un’inarrestabile Kelly Gago, le blucerchiate hanno infatti giocato “solo” 29 palloni totali in zona area avversaria (7 nella prima metà e 22 nella seconda), a fronte dei 95 delle nerazzurre, di cui 58 nei primi quarantacinque minuti e 37 nella ripresa. Altro aspetto fondamentale della prestazione dell’Inter è stata la capacità di abbassare il proprio baricentro di circa 12,7 metri tra un tempo e l’altro senza però perdere il pallino di gioco, bensì accrescendo il proprio possesso palla (dal 57 al 64%) e la precisione dei passaggi (dal 64 al 70% nella seconda frazione di gioco).
In questo modo, infatti, mentre la Samp alzava l’altezza media del pressing da 30,2 a 47,6 metri, le nerazzurre sono state comunque in grado di non lasciare troppi spazi e palloni giocabili alle avversarie, trovando di contro maggiori ampiezze per puntare alla porta difesa da Amanda Tampieri. Analizzando i grafici relativi ai flussi di gioco, risulta infatti evidente come la Samp sia rimasta prevalentemente inscatolata tra la propria metà campo e i primi metri del centrocampo delle lombarde, senza riuscire a sviluppare la propria azione in profondità nonostante la Rincón provasse instancabilmente a far distendere la squadra.
Discorso diverso per l’Inter che, grazie soprattutto al grande lavoro in fase d’impostazione dell’intero reparto difensivo, dalle centrali Van Der Gragt (51 passaggi riusciti) e Kristjansdottir (63 passaggi effettuati con successo, il numero più alto tra tutte le nerazzurre) ai terzini Sonstevold (49 passaggi riusciti) e Merlo (40 passaggi effettuati con successo), è riuscita innanzitutto a distendersi in ampiezza. Degno di nota anche il contributo di Mana Mihashi, vera e propria padrona del centrocampo interista con i suoi 57 passaggi riusciti, 9 dei quali in avanti verso Tatiana Bonetti.